Sembra che l’idea di assegnare un Oscar a Gollum stia scatenando una serie di reazioni sull’opportunità o meno di aggiudicare l’ambita statuetta all’attore che gli ha prestato i movimenti e la voce.

Riportiamo di seguito la traduzione integrale di un articolo comparso su CBC News Viewpoint lasciando ai lettori l’onere dell’ardua sentenza.

A meno che Peter Jackson non decida di realizzare, prima o poi, la versione cinematografica de Lo Hobbit, Andy Serkis ha solo un’altra opportunità per riuscire a ottenere la nomination all’Oscar per la sua performance nel ruolo di Gollum. Oggi, 27 gennaio,  l’Academy Award annuncerà le nomination di quest’anno.

Gollum lo conosciamo tutti, è la creatura che alternativamente aiuta e tradisce Frodo (Elijah Wood) ne Il Signore degli Anelli. Serkis è l’attore che lo interpreta. Beh, esattamente, non lo interpreta, per lo meno non in senso tradizionale.

E’ forse più giusto dire che Serkis è uno di quelli che ha fornito la “struttura” per realizzare Gollum dal momento che questo personaggio fa parte della famiglia, in continua crescita, dei personaggi nati grazie alla Computer-Generated-Imagery (CGI); si potrebbe dire che è il fratello minore di Jar Jar Binks e un lontano cugino del perfido androide in Terminator 2.

Per realizzare tutte le scene in cui compare Gollum, Serkis, che gli ha dato anche la voce, ha dovuto prima girarle insieme ai suoi co-protagonisti in carne e ossa, poi, una volta terminate le riprese, l’attore ha indossato una speciale tuta provvista di innumerevoli sensori e girare nuovamente scena per scena davanti a uno schermo vuoto. I suoi movimenti, grazie ai sensori della tuta, sono stati trasferiti in un computer e utilizzati come base per ogni movimento di Gollum.

I fan della Trilogia cinematografica, insieme a quelli della New Line Cinema, hanno caldeggiato l’idea dell’assegnazione di un Oscar per Serkis fin dall’uscita de Le Due Torri pur sapendo di combattere una battaglia tutta in salita. L’Academy non è esattamente un’istituzione lungimirante e conferire una nomination a Serkis richiederebbe una notevole dose di coraggio dal momento che andrebbe rivista completamente l’intera nozione di recitazione.

Analizziamo gli argomenti a favore: i sostenitori di Serkis affermano che Gollum è, in realtà, semplicemente una “maschera” indossata dall’attore. Certo una maschera abbastanza particolare, fatta di pixel, ma in definitiva una maschera e basta. Per avallare la loro tesi si rifanno al fatto che altri attori che indossavano un travestimento hanno visto riconosciuto il loro ruolo in passato. Nel 1980 John Hurt ottenne la nomination per il miglior attore protagonista per la sua interpretazione in The Elephant Man. Hurt era veramente irriconoscibile sotto l’ingombrante copricapo necessario per impersonare John Merrick. Non vinse ma si guadagnò un BAFTA, l’equivalente britannico degli Oscar.

Però le motivazioni contro Serkis non sono meno valide: tanto per cominciare si potrebbe offrire un riconoscimento a Gollum, sempre che i membri dell’Academy decidano di dare un segnale della loro approvazione al lavoro di Jackson e Serkis, nominando Il Ritorno del Re nella categoria dei migliori effetti visuali. In questo modo nessuno dovrebbe sobbarcarsi la briga di andare a spulciare tra le clausole per decidere se un attore debba veramente apparire in un film per poter essere preso in considerazione per un Academy Award.

Inoltre la performance di Serkis è il risultato di un lavoro di gruppo. Per ottenere l’illusione c’è voluto uno staff di tecnici e, se da un lato, è vero che Hurt non si applicasse il trucco da solo è altrettanto vero che era il solo a poter manovrare la maschera che gli copriva il volto.

In una recente intervista Lo stesso Serkis ha riconosciuto di aver avuto un sacco di aiuto: “Io rappresento il filo che ha tenuto insieme Gollum, la filo emotivo, ma gli animatori, il regista sono le perle” ha dichiarato.

D’altra parte se Serkis venisse nominato si rischierebbe di sollevare un vero e proprio vespaio. Se ciò avvenisse la prima cosa che l’Academy dovrebbe fare è fare ammenda per tutte le performance simili a quella di Serkis snobbate nel passato. Per esempio a Eddie Murphy non fu data la nomination come migliore attore non protagonista per aver dato la voce a Ciuchino in Shrek, oppure dovrebbe darne una retrospettivamente a Frank Oz per ‘interpretazione del maestro Jedi Yoda.

Forse quello che Jackson e gli altri potranno ottenere è la creazione di una nuova categoria. Se i personaggi CGI continueranno a spuntare come funghi, l’Academy potrebbe dedicare loro uno spazio intitolato “il migliore protagonista CGI o la migliore performance animata”. Ma Hollywood, finora, non è mai arrivata a tanto.