La Nuova Edizione TEA ristampa Lilim del tramonto di Bruno Tognolini. L’autore sardo è uno scrittore a tutto tondo, la cui lunga esperienza si è formata sia nel campo della narrativa che in quello cine-televisivo. È soprattutto noto al pubblico infantile, in virtù di una serie di libri deliziosi e del suo lavoro per la Melevisione e l’Albero Azzurro. Lilim, in questo senso, è un libro che si discosta notevolmente dal resto della sua produzione. Lilim, infatti, è un libro per tutti.
Il racconto è ambientato in un futuro non troppo lontano. Il protagonista è Lele, un adolescente che vive insieme a sua madre e la piccola sorellina, Carlotta, dopo che il padre li ha abbandonati. Lele è un bambino introverso, intelligente. In una parola è un giovane insofferente, che mal sopporta la scuola, le attenzioni distratte e sommarie della madre che, rimasta sola a occuparsi della famiglia, oberata dai problemi di una donna che lavora, non riesce fisicamente e psicologicamente a badare ai figli. L’unica valvola di sfogo del ragazzo è la virtù reale.
La virtù reale è uno sviluppo della realtà virtuale: è la finzione che diventa più vera del vero. Attraverso vari motori di ricerca che catalogano lo scibile universale è possibile creare giochi telematici che ricostruiscano storie reali. Lele sta scrivendo un gioco Palestina Quest. Da qui parte la seconda storia del romanzo. La storia di Lilim, Lilim la Scimmia, una bambina con un occhio marrone e uno ambra chiara, che accompagna Zahel Onagro, un sicario assoldato per impedire l’Avvento. I due si metteranno sulla strada dei re magi.
Una strada polverosa, intricata di uadi, un deserto pieno di assassini che, direbbe d’Andrè, è una prigione senza confini. Insieme ai magi e agli assassini, troviamo spie romane e zeloti rivoluzionari. Siamo realmente davanti all’Avvento: tutto il mondo è in cammino verso un solo luogo. Troviamo i Bambini del Vento, bambini di strada in attesa anche essi di un messia che li liberi se non da tutti i mali, almeno da quello della povertà e della diseredazione. E ancora, gli esseni che devono fare in modo che il Messia nasca, e instauri il suo regno perfetto. È una gara a chi arriva per primo, per impedire la nascita del bambino divino, o proteggerla. E poi il finale. L’Onagro, grazie a Lilim, che è una fata del tramonto, non riuscirà a compiere la sua missione. Nasce Gesù. Siamo nella nostra era. Questa storia coincide con la non semplice scrittura del gioco di Lele che richiederà l’aiuto di un simpatico e non ortodosso frate, padre Giuseppe, esperto in storia biblica, costruttore di un fantastico presepe meccanico “più vero del vero”, da tutta la vita alla ricerca di Lilim.
Il riassunto è veramente parziale, perché Tognolini chiede molto al lettore. Gli chiede di impegnarsi in una storia che, labirinticamente, parla di una storia (ed anche di cosa è una storia); in un romanzo che si svolge su due dimensioni temporali opposte: il passato e il futuro; in cui convivono due diverse dimensioni narrative, ossia il fantastico della storia di Lilim e il realismo psicologico della vicenda di Lele e della sua famiglia, nonché il rapporto che lo lega a padre Giuseppe durante la difficile elaborazione della storia del gioco.
Il racconto ci offre la ricchezza di decine di personaggi, mai solo abbozzati, ma pieni di vita e realtà (di virtù reale), sia che essi siano una madre del futuro, un antico esseno, un peloso e squamoso Ketew Meriri (un demone della strage), una strega, una fata o un re magio capace di evocare antichi dei e interfacciarli con futuri sistemi cibernetici. Se, però, Tognolini chiede molto, quello che offre in cambio è molto di più. Offre l’incanto di una voce che riesce ad essere densa, ricca, colta e, insieme, semplice, che ci accompagna in maniera scorrevole fra le pieghe di una storia emozionante e avvincente.
Come fa Tognolini a raccontare una storia tanto complessa in maniera così semplice? Come fa a esibire un materiale vasto ed elaborato mettendolo alla portata di tutti senza sminuirlo? Probabile che tutto sia iscritto nel rapporto, agito intensamente nel romanzo, fra padre Giuseppe e Lele, fra un vecchio e un bambino. Il romanzo è scritto da un vecchio bambino. Tutta la saggezza e la cultura di un vecchio sapiente messo a disposizione dalla voce fresca ed entusiasta di un bambino.
Un bambino che aspira alla libertà, e un vecchio che sa offrirgli i mezzi per diventare libero. La libertà, spiegherà padre Giuseppe a Lele, è non cadere mai nella tentazione di essere delle marionette, è essere vivi, e raccontare storie così vive che non riescono mai a essere solo se stesse. Insomma, la libertà che può offrire soltanto il pieno, consapevole, colto impiego della fantasia. La fantasia fa in modo che un gioco per bambini diventi un’opera letteraria. È quello che fa Lele, scrivendo Palestina quest; è quello che ha fatto Stevenson inventando per il figliastro un gioco che consisteva nel cercare un’isola del tesoro. La fantasia fa in modo che una lingua antica, l’ebraico o il latino, e un linguaggio informatico, possano essere un mezzo per procurarsi avventure. La fantasia può fare in modo che l’amarezza del quotidiano, la difficoltà della vita famigliare, i sospetti e la malizia che intercorrono nei rapporti umani, diventino un oggetto di piacere romanzesco. La fantasia è la soluzione offerta da questo bizzarro padre Giuseppe e messa in atto da questo strano e asociale bambino.
Lilim del tramonto sembra una possibile risposta a un vecchio libro, al Giovane Holden di Salinger, in cui l’adolescente protagonista scopre che tutto, nella vita, è falso, e, alla fine, cercherà la verità in una dimensione assoluta e spirituale. Lilim del tramonto, diversamente, ci mostra una soluzione possibile a una vita non falsa, da marionette, si trovi nella congiunzione fra questa dimensione spirituale e quella della fantasia, così pagana. Una convivenza fra spirito e cuore, identica nei modi alla coincidenza fra la saggia, monoteista vecchiaia e l’intrepida, idolatrica giovinezza.
Del resto a salvare lo spirituale Avvento di Gesù, nel romanzo, non è stata una pagana fata del tramonto?
Bruno Tognolini
LILIM DEL TRAMONTO
FANTASTICO
TEA- 2007
Edizione su licenza della Adriano Salani editore 1999
Pagg. 324
€ 9.60
3 commenti
Aggiungi un commentoL'ho letto circa due anni fa, molto bello. Mi era piaciuto. Ve lo consiglio assolutamente.
il riassunto deve essere piu lungo..!!
Eh, anche le buste paga dovrebbero essere piu ricche...
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