Uscito nel 2007 per la DAW Books, il libro è stato salutato dalla critica d’oltreoceano come uno dei più brillanti debutti nel campo della letteratura fantasy degli ultimi anni (al pari di quelli di Richard Scott Bakker, Scott Lynch, Hal Duncan, Alan Campbell e Joe Abercrombie).
La trilogia racconta la storia di Kvothe, dalla sua infanzia trascorsa in una compagnia di attori girovaghi fino al compiersi del proprio destino, quello di divenire il più grande mago che il suo mondo abbia mai conosciuto.
Patrick Rothfuss, statunitense del Wisconsin, giunto alla professione di insegnante universitario dopo essere stato, per usare le sue stesse parole, uno “studente itinerante” capace di svolgere tre lavori contemporaneamente e al contempo di studiare tutto ciò che rientrava nei suoi interessi (filosofia, storia medievale, teatro orientale, antropologia, sociologia) definisce la storia del protagonista della sua saga “per certi versi la più semplice storia possibile: la storia della vita di un uomo. E’ il mito dell’eroe visto dal dietro le quinte. E’ sull’esplorazione e la rivelazione di un mondo ma è anche sul desiderio di Kvothe di scoprire la verità nascosta sotto la superficie delle storie del suo mondo.”
Una storia narrata, almeno nel primo romanzo, principalmente in prima persona (un approccio stilistico che a molti ha fatto ricordare quello di Robin Hobb) con un’abilità che, insieme a quella di capace world builder, ha portato a Rothfuss molte lodi da parte di critici e lettori.
L’uscita de “Il Nome del Vento”, questo il titolo dell’edizione italiana, è stato annunciata per l’inizio del 2008 nella collana Collezione Immaginario Fantasy dell’editore romano.
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