Sin dai tempi del mito si rinnova l’eterna battaglia tra il bene e il male. Ade, signore degli Inferi, mira a dominare la terra con le tenebre e il terrore; a tal fine, ogni 243 anni, una volta rimosso il sigillo che lo tiene prigioniero, sferra ripetuti attacchi accompagnato dai suoi Spettri, guerrieri scelti dalle 108 stelle malefiche. In occasione di ogni guerra santa le sue spoglie restano sigillate nell’oltretomba, mentre il suo spirito fa ritorno sulla Terra, incarnandosi in un essere umano. Per questo motivo Atena, dea della giustizia, ha chiamato a sé i Cavalieri dello zodiaco in un luogo chiamato Santuario.
Diciassettesimo secolo. Nei pressi del Santuario ci si prepara allo scontro. Un cosmo oscuro aleggia nella tesa atmosfera e la gente è in preda al panico. A organizzare l’ultima difesa sono Sion dell’Ariete e Doko della Bilancia, entrambi cavalieri d’oro, supportati da alcuni cavalieri minori, tra cui Tenma di Pegasus, cavaliere di bronzo.
Improvvisamente il cielo si oscura e gli Spettri compaiono sulla Terra. “Ade è con loro” (The Lost Canvas capitolo 1). Proprio prima dello scoppiare della battaglia, Tenma riconosce l’incarnazione di Ade: si tratta di Aron, un suo amico d’infanzia, che aveva abbandonato quando, insieme a Doko, era partito dalla sua città natale alla volta del Santuario, al fine di diventare un Cavaliere di Atena.
Sono passati 22 anni da quando Masami Kurumada pubblicò il primo capitolo di Saint Seiya (questo è il nome originale del fumetto). In Giappone il successo del manga fu immediato mentre la fama crebbe esponenzialmente anche all’estero in concomitanza con la trasmissione della serie televisiva a esso ispirata, una delle più belle degli anni ottanta. Poi, per diversi anni, sul mondo dei Cavalieri era calato il silenzio, fino a quando nel 2003 Kurumada ha dato il via a diversi nuovi progetti: la conclusione della serie televisiva (che ancora non copriva tutti i volumi del fumetto originale), il manga Episodio G, disegnato da Megumu Okada (la cui pubblicazione in Italia, curata da Planet Manga, è giunta al volume 22) e infine la coppia Saint Seiya – Next Dimension, scritto e disegnato direttamente da lui, e Saint Seiya – The Lost Canvas, disegnato da Shiori Teshirogi e pubblicato in Italia da Planet Manga col nome di “Cavalieri dello Zodiaco: The Lost Canvas – Il Mito di Ade”
La cosa che salta agli occhi già dalle prime pagine di The Lost Canvas è lo stile dei disegni. A differenza di Megumu Okada, il cui tratto è ipercinetico, barocco e dai lineamenti umani androgini, Shiori Teshirogi torna alle origini del fumetto e dello stile Kurumadiano. Il Saint Seiya originale non brillava certo per le tavole eccellenti, ma tale piccolo difetto veniva abbondantemente compensato dalla qualità della trama. A differenza delle opere del “maestro” (così la mangaka si esprime quando cita Masami Kurumada) però il tratto del Lost Canvas è morbido e pulito, le rappresentazioni dei personaggi, principali e secondari, sono curatissime, i volti e i corpi sono armonici, belli e ben proporzionati e alcuni scorci di paesaggio lasciano senza fiato.
I temi affrontati sono profondi e mai scontati: l’amicizia, valore cardine di tutte le opere dell’universo di Saint Seiya, la cui forza viene evidenziata dal profondo rapporto tra Aron e Tenma, prima della partenza di quest’ultimo per la Grecia; la forza di volontà, che permette a Tenma di espandere il proprio cosmo e di salvare coloro che ama, creando miracoli lungo il proprio cammino; trova molto spazio anche il tema della morte, affrontato di petto nella figura tormentata di Aron, ragazzo dal cuore puro ma dal destino pesante come un macigno, che vuole rispettare la promessa fatta a Tenma durante il loro ultimo incontro ma che ormai vede un mondo grigio, nel quale tutto ciò che dipinge si estingue nella morte.
L’affresco che Aron ammira all’interno del duomo è di forte impatto, e rimanda alla struttura piramidale di molti quadri romantici (come ad esempio il Naufragio della Speranza di Friedrich o La zattera della Medusa di Gericault). Estasiato dalla bellezza di quel dipinto, Aron capisce quale sia la verità che governa il mondo e di conseguenza accetta il ruolo che gli Dei gli hanno assegnato: come incarnazione di Ade, redimerà il mondo, perché “ la morte porta ad una fine serena, una salvezza assoluta in cui le differenze si annullano, le discriminazioni non esistono, così come il timore del domani” (The Lost Canvas Capitolo 6).
Così le posizioni si fanno meno nitide, e nel fumetto di Shiori Teshirogi non esistono più il bianco o il nero, ma solo varie tonalità di grigio. Ciò che distingue Aron (Ade) da Sasha (Atena) non è più il sentimento di odio o di amore verso il mondo, ma la via da intraprendere per raggiungere la salvezza.
Trattandosi di un fumetto la cui pubblicazione è stata intrapresa da poco tempo, è presto per dare giudizi definitivi sia sulla trama, sia sull’evoluzione dei personaggi che sulle scene di combattimento (queste ultime quasi completamente assenti da questi due primi volumi), ma se le promesse di “The Lost Canvas” verranno mantenute, questo manga, col passare del tempo, potrebbe diventare il prodotto più importante e completo dell’universo moderno di Saint Seiya.
19 commenti
Aggiungi un commentoScusa, devo correggerti perchè se no sembra che i Bronzelli contro i Gold abbiano combinato pure qualcosa, e non sia mai che questa voce menzognera si diffonda...
Death Mask sconfigge alla grande Shiryu (gli strappa l'anima e la getta in Ade, più sconfitto di così si muore! Hu, esattamente...), infatti deve intervenire quella là per salvargli le cotiche, ben due volte. In più arriva anche la fidanzata a paracularlo. Così avrei vinto pure io, ecchecavolo. Eppoi Death non è pazzo, è solo un incompreso
Milo sconfigge Hyoga, Shiryu e Seiya, tutti e tre in scioltezza, senza manco spettinarsi. Si tende a scordare spesso che, se avesse voluto, li avrebbe arrotati a unghiate (letteralmente) e la serie sarebbe finita lì. L'avesse fatto...
Aphrodite che si accapiglia è un'immagine che non mi era mai venuta in mente e che non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi evocato
BELLO IN TERESANTE FANTASTI CO
Chi Il santo del Cigno???Naaaaaa!!!
perchè deve fare il figo ermetico saggissimo padrone di verità irrivelabili e segreti insodabili!!!
questo francamente rimarrà un mistero
certo con quell'altro esempio di virilità mascolina che è Shun di Andromeda in effetti era una bella lotta....
porello, non è cattivo è che lo disegnano così!!
mi viene in mente l'immagine di un gatto inferocito con la parrucca blu
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