EDIT: Abbiamo di recente pubblicato una lettera che l'autore ci presentato con le seguenti parole: "mi sono trovato a non riconoscermi più in parte consistente di alcune delle mie posizioni o della loro formulazione. Per onestà intellettuale sarei felice quindi di scrivervi un breve intervento in merito."
Harry Potter e la discussione sul fantasy
Riceviamo e pubblichiamo una lettera che l'autore presenta con le seguenti parole: "mi sono trovato a non riconoscermi più in parte consistente di alcune delle mie posizioni o della loro formulazione. Per onestà intellettuale sarei felice quindi di scrivervi un breve intervento in merito."
LeggiIn una recente intervista al dott. Paolo Gulisano, che è un mio amico, sono state fornite alcune informazioni ed interpretazioni della "controversia su Harry Potter" nel mondo cattolico che mi hanno spinto a voler fornire al vostro sito anche un mio piccolo contributo, così da perlomeno controbilanciare talune affermazioni che giudico in alcuni casi da me non condivisibili, in altri semplicemente e gravemente erronee.Questi temi occupano la mia riflessione da tanto tempo e sono molto vicini al mio cuore, giacché devo alle grandi storie fantastiche più di quanto mi sarà mai possibile esprimere. Ai miti, alle fiabe, alle leggende devo la formazione di tanta parte della mia persona. Se oggi insegno Letteratura alle Facoltà Teologiche di Firenze e Assisi è solo perché sono convinto che poche cose aiutino l'uomo nel suo cammino come le grandi storie, da Omero a Tolkien, da Beowulf a "Il cavallo rosso" o "Vita e destino". Offro dunque queste mie riflessioni per un sereno dibattito, nel quale c'è sempre da imparare, qualora si abbia la buona volontà di mettersi in discussione e non di scansare gli argomenti altrui.
Il dott. Gulisano afferma che Giovanni Paolo II avrebbe espresso "per tramite" di Monsignor Fletwood una sorta di implicito apprezzamento per le opere della Rowling. Questo semplicemente non è vero.
Monsignor Fletwood, durante una conferenza stampa dedicata alla pubblicazione di un documento sulla New Age, per la domanda di un giornalista presente su Harry Potter si è limitato ad affermare che a titolo personale "se aveva ben compreso le intenzioni dell'autrice, costei aiuta i ragazzi a discernere tra il bene e il male." Si tratta dunque del giudizio personale di un prelato, senza alcuna connessione con un più o meno fugace contatto di Giovanni Paolo II con i romanzi della Rowling. Giovanni Paolo II non ha mai detto niente su Harry Potter, mentre due suoi fidati collaboratori, padre Amroth e l'allora cardinal Ratzinger, sì. Io non li ho certo citati come fonti del Magistero, come erroneamente mi attribuisce il dott. Gulisano, ma perché il loro parere è quello di due personalità di straordinario spessore nella vita della Chiesa.
Se uno volesse andare a vedere cosa dice davvero il Magistero delle Chiesa sulla magia e l'occulto che costituiscono l'ossatura fondante dei romanzi della Rowling, anche sulla cosidetta "magia bianca" dei personaggi positivi, basterebbe andare a leggere i paragrafi 2116-7 del Catechismo della Chiesa Cattolica:
"Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che "svelino" l'avvenire [Cf ⇒ Dt 18,10; ⇒ Ger 29,8 ]. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l'onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo.
10 commenti
Aggiungi un commentoil prof. Rialti ha centrato in pieno il problema. Nessuna censura, nessuna inquisizione, ma così come uno scrittore ci propone la sua visione del mondo chi legge ha il diritto di dire la sua...
Finchè si legge Harry potter come un romanzo di fiction nulla di male, ma non ha lo spessore di un romanzo di formazione. Perchè i fan del libro non possono goderselo per quel che è? Ovvero un libro per ragazzi di intrattenimento? Tipo spada di shannara insomma....
fare di quest\\\'opera un punto fermo educativo è un errore perchè presa così com\\\'è ha alle spalle un antropologia e una visione dell\\\'uomo riduttive. Ho visto che una casa editrice cattolica ne ha tratto anche un sussidio educativo per ragazzi, non vedo le ragioni di un conflitto però nemmeno le basi per farlo assurgere ad opera di impronta educativa.
non sono molto d'accordo con Rialti, però, sul paragone propost,o lo trovo esagerato effettivamente. Io credo che ci siano storie migliori di altre per educare e storie che possono essere usate a scopi educativi con le dovute modifiche. Faccio l'animatore di oratorio da tanti anni, amo molto gli autori citati dal prof. e sono convinto che non esista unlimite alle possibilità di trasmissione di un messaggio....certo, opero in ambiente cristiano e per me il contenuto del messaggio è quello che fa la differenza. Eviterei cmq di diffondere un clima di divisione su un romanzo di avventure: in questo vedo un difensifivismo eccesivo un pò tipico del mondo cattolico sul quale il prof., forse, non ha ancora riflettutto a dovere. E' giusto pronunciarsi, prendere posizione e non essere moralmente indifferenti a ciò che l'uomo produce, ma le cose che educano davvero sono solide come la roccia ed è in queste che bisogna confidare; il resto passa.
Non sono una studiosa di letteratura e pertanto non voglio addentrarmi in campi minati. Ho studiato giurisprudenza, mi sono laureata in diritto eccelsiastico e mi guadagno da vivere come bibliotecaria. Ma, avendo la veranda età di 50 anni, seguo da immemore tempo Lewis (leggevo a 15 anni i suoi libri in inglese quando in Italia si trovava poco tradotto e male, eccezion fatta per la Jaca Book da sempre sensibile). Tolkien l'ho conosciuto più in là, al tempo dell'Università e la Rowling ho iniziato a leggerla con diffidenza al solo scopo di controllare quell che i miei figli divoravano con passione riga dopo riga. da qualche anno curo con passioen la mia biblioteca privata che contiene una buona raccolta di molti studi e saggi su Lewis e la Rowling. Non ambisco a possedere una sezione su Tolkien (sul quale e del quale si è scritto e si scrive troppo perchè una biblioteca privata di una mamma di cinque figli possa essere aggiornata). Vorrei solo capire, da una fonte autorevole quale abbiamo nel dott. Rialti, in cosa ontologicamente ed escatologicamente la magia di Gandalf differisce da quella di Dumbledore e perchè un Dementor o un molliccio sono così diversi da Malacoda. Attendo fiduciosa qualche lume.
Sig.ra Nardini non so se ha notato che si tratta di un articolo pubblicato 5 anni fa. Se cerca risposte dal prof. Rialti dubito che questo sia il posto giusto dove attenderle.
Al limite, le consiglio di leggere altri articoli da noi pubblicati sul mondo di Hogwarts, ma sono firmati dalla redazione di Fantasy Magazine.
Lei chiede un'interpretazione autentica e, come le è già stato risposto, non potrà trovarla qui, visto che dubitiamo che Rialti legga abitualmente il forum di FM Tuttavia provo a darle una mia personale interpretazione: la differenza non c'è, se non nel fatto che Tolkien ha sbandierato ai 4 venti la sua fede e la Rowling è uscita allo scoperto solo dopo i Doni della Morte e il professarsi cattolico è evidentemente, per certi 'studiosi', conditio sine qua non per sdoganare la magia intessuta nei propri romanzi.
Ma anche senza attendere l'ultimo libro di HP, le tesi di Rialti fanno acqua da tutte le parti e nell'articolo è illuminante questo suo passaggio: "Certamente devo a O' Brien gran parte dell'impostazione del mio pensiero al riguardo, così come devo a Gabrielle Kuby e Mona Mikhail, importanti e decisive illuminazioni e suggerimenti su questo tema".
Il che, unito ai rilievi che ha fatto nell'articolo sull'Osservatore, rende legittimo il sospetto che Rialti non abbia mai aperto i romanzi, ma abbia semplicemente ricalcato posizioni altrui, unciamente in base alla fiducia che riponeva nei suoi intepreti di riferimento. Il modo peggiore di fare esegesi.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID