L’utilizzo della Vera Fonte
Secondo Robert Jordan per compiere una determinata azione in molti casi è sufficiente controllare in solo tipo di potere. Così, per accendere una candela o controllare una fiamma, bisogna adoperare Fuoco. Altre azioni richiedono invece una combinazione di più fili. Per influenzare il clima, per esempio, è necessario maneggiare Aria, Acqua e Spirito. Anche per la guarigione in genere sono impiegati questi stessi tre poteri, ma un personaggio molto importante della saga per guarire usa in maniera originale Fuoco e Terra, dimostrando che a volte è possibile impiegare strumenti noti in modi totalmente nuovi e insospettabili.
Fin dai tempi dell’Epoca Leggendaria nessun individuo è mai stato forte in tutti e cinque i campi. Anche le persone più potenti si sono rivelate capaci di controllare due fili, o al massimo tre.
È difficile comparare con precisione la forza di due individui, ma secondo i documenti più antichi in genere gli uomini erano più potenti delle donne, mentre queste ultime si rivelavano più precise nell’utilizzo dell’Unico Potere.
Inoltre, gli uomini generalmente mostravano una grande abilità con Terra e Fuoco e le donne eccellevano, ed eccellono, nell’uso di Acqua e Aria. Non si registrano particolari differenze per quanto riguarda Spirito.
Questa distinzione non è rigida e nel corso del tempo si sono verificate parecchie eccezioni, ma la tendenza è comunque così rilevante da far ritenere generalmente Terra e Fuoco due forme maschili di potere e Acqua e Aria due forme femminili.
Probabilmente per questo motivo fra le donne in grado d’incanalare circola il detto: “non c’è roccia così dura che acqua e vento non possano logorare, nessun fuoco così ardente che l’acqua non possa soffocare o il vento non possa estinguere”.
C’è da notare, però, che questo detto è entrato in uso molto tempo dopo la scomparsa di uomini in grado di controllare l’Unico Potere.
Non si sa se anche fra gli uomini siano mai circolate battute di questo tipo, ma, se anche sono esistite, il tempo non le ha tramandate.
In genere la capacità d’incanalare si manifesta nell’adolescenza, ma non sempre la persona è consapevole di ciò che sta facendo. Chi è in grado di attingere dall’Unico Potere lo farà, che lo voglia o meno. La cosa gli è completamente naturale, ma è anche potenzialmente mortale.
Anche se l’Unico Potere non è vivo, è una forza naturale potentissima, ed è limitata solamente dalla forza di colui o colei che sta incanalando e dal suo controllo delle proprie capacità.
Una persona in grado d’incanalare prova sempre il fortissimo impulso di farlo. L’Unico Potere è affascinante ed esercita un richiamo terribilmente potente su coloro che sono in grado di percepirlo. Si tratta però di una cosa estremamente pericolosa. Abbiamo già accennato che attingere più potere di quanto si è in grado di controllare può portare a un’involontaria distruzione di questa capacità, ma fra le conseguenze possibili di quest’errore ci sono anche la pazzia e la morte.
Di fatto, incanalare ripetutamente senza la guida di un insegnante comporta la morte di chi lo fa in quattro casi su cinque. Spesso la morte si presenta sotto forma di malattia che risucchia tutte le energie del malato.
Generalmente le persone che toccano l’Unico Potere involontariamente non si rendono nemmeno conto di farlo. Non percepiscono nulla di diverso in sé, ma nel giro di qualche giorno pagano questo gesto con una reazione che può manifestarsi sotto forma di mal di testa, brividi, febbre, euforia, intorpidimento, vertigini o mancanza di coordinazione. Almeno uno di questi sintomi si manifesta dopo ogni contatto con la Vera Fonte, ma possono manifestarsene contemporaneamente anche due o più, e ogni volta l’intervallo di tempo che trascorre fra le magia e la sua reazione è più breve.
Nel momento in cui i due eventi sono contemporanei la persona deve aver acquisito un certo controllo sul potere, altrimenti la sua morte è inevitabile.
Per chi rimane senza addestramento c’è il forte rischio di morire entro un anno dal primo contatto con la Vera Fonte. Nell’ultimo periodo la persona soffre di convulsioni fortissime, e non è più curabile neanche con l’uso dell’Unico Potere.
Alcune donne, definite “selvatiche” da quelle addestrate alla Torre Bianca, riescono a trovare da sole un sistema per imbrigliare in qualche modo il potere e sopravvivere. In genere si costruiscono senza neanche rendersene conto una barriera mentale che impedisce loro di raggiungere il loro vero potenziale. A volte questa barriera può essere infranta, anche se a prezzo di enormi difficoltà, e in questo caso spesso le selvatiche si rivelano essere incanalatici estremamente potenti.
Le donne che – condotte o recatesi spontaneamente alla Torre – superano l’addestramento raggiungono la qualifica di “Aes Sedai”.
2 commenti
Aggiungi un commentovorrei fare i complimenti a martina per questo lavoro!!! ottimo lavoro, bellissimo approfondimento e spiegazione della saga e bellissimo omaggio a quel grande uomo che è stato R. Jordan.
Io sono un fan della saga e rinnovo ancora i miei complimenti!!!
"Tai'shar Manetheren"
Proprio un bel lavoro, penso che tu abbia centrato in pieno gran parte delle idee di RJ. Adoro questa saga e dal secondo libro mi era sembrato che dietro la "semplice" storia scritta c'era un lunghissimo lavoro di ricerca compiuto dall'autore... Ho fatto leggere i libri ad una mia amica, all'inizio molto restìa a darmi retta (un po' per la lunghezza dei libri) ma già alla fine del secondo era appassionata come me e insieme ci siamo messe a cercare nel libro tutti i riferimenti a varie leggende e racconti mitici di altre culture. Un lavoro molto affascinante, quell'uomo era un genio!!
"The lions sing and the hills take flight/
the moon by day and the sun by night//
Blind woman, deaf man, jackdaw fool/
let the Lord of Chaos rule"
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