Il titolo di questo libro è Segreto, parola di Pseudonymus Bosch. E, se lo stesso titolo è Segreto, la storia che racconta lo è ancora di più, anche perché parla di un segreto che da tempo tormenta molte persone.

Una storia che parla di una scatola contenente 99 fialette di odori che, tutte insieme, compongono una “sinfonia dei profumi”, di un mago scomparso in circostanze inquietanti e di codici da decifrare.

Ma, avverte l’autore, è meglio non saperne nulla, perché i libri, e questo in particolare, sono pericolosi.

In genere un libro non è pericoloso, a meno che non lo si legga, dichiara Bosch rivolgendosi direttamente e con toni perentori ai suoi lettori.

I libri possono far nascere delle idee, o, ancora peggio, suscitare delle emozioni. E le emozioni possono condurre le persone a compiere azioni che in seguito rimpiangeranno.

Se poi a questi pericoli, comuni a tutti i libri, si somma il fatto che questo romanzo riguarda un grande segreto, ecco spiegato il motivo degli avvertimenti contenuti nelle prime pagine di questo volume.

E se proprio, nonostante tutti gli avvertimenti i lettori volessero continuare a leggere, Pseudonymos Bosch si scusa con loro per aver scritto il libro. Lui proprio non ce la fa, a tenere un segreto.

Questo romanzo si presenta come un insieme di misteri e di segreti, a partire dall’identità del suo autore. Di lui (o di lei?) si ignora praticamente tutto, a parte la dichiarazione, riportata sul risvolto di copertina, che odia la maionese.

Sul sito della casa editrice britannica Usborne al posto della fotografia compare una semplice silhouette, mentre il sito ufficiale del libro afferma che, poiché si dice che Bosch è un uomo, allora dev’essere una donna, e fornisce un nome altrimenti ignoto, quello di una fantomatica Edie Bilmann.

L’unica cosa certa è che questo pseudonimo – o nom de plume, come preferirebbe l’autore – somiglia moltissimo a quello di Hieronymus Bosh, un artista fiammingo vissuto a cavallo fra il XV e il XVI secolo e autore di numerosi dipinti popolati da figure diaboliche o inquietanti.

 

L’importanza dei nomi è evidenziata fin dalle prime pagine, in cui Pseudonymus spiega che questo non è il suo vero nome, come non sono i veri nomi quelli dei personaggi della sua storia. E anche se ciascun lettore è libero di scegliere a piacimento se tenere quelli scritti da lui o cambiarli, è comunque affascinante il fatto che la protagonista femminile delle avventure si chiami Cassandra.

Anche perché, proprio come la sacerdotessa di Troia sua omonima, la ragazzina predice continuamente catastrofi.

D’altra parte la passione di Bosch per le frasi o gli oggetti che celano qualcos’altro è sottolineata dal secondo protagonista, l’undicenne Max-Ernest, chiacchierone instancabile e dotato di una notevole cultura in campo matematico, storico e scientifico, grazie alla quale si rivela bravissimo nel venire a capo di enigmi e codici segreti.

Insieme, i due si troveranno a investigare sulla misteriosa scomparsa del mago Pietro Bergamo, sparito dalla sua cucina in una nuvola di fumo sulfureo. Ma cosa gli è accaduto davvero? E quale segreto si nasconde nel circo itinerante nel quale il mago e suo fratello gemello hanno lavorato in gioventù?

L’unico modo per saperlo è armarsi di coraggio e leggere, anche se questo è proprio ciò che Pseudonymus Bosch chiede di non fare.

 

Il titolo di questo libro è Segreto,

di Pseudonymus Bosch

(The Name of This Book Is Secret, 2007)

Mondadori, collana I Grandi,

pag. 306 – € 16,00