Ha solo diciassette anni ma, col suo primo romanzo, Bryan di Boscoquieto – Nella Terra dei Mezzidemoni, Federico Ghirardi si è già imposto all’attenzione delle librerie di tutta Italia come una fra le nuove voci del panorama fantasy italiano. Il suo primo romanzo, edito di recente dalla Newton Compton Editrice, in ben 10.000 copie, narra le vicende del giovane Bryan, un quattordicenne il cui destino è pronto a rivelare grandi sorprese. A Bryan e ai suoi poteri è difatti affidato il compito di scoprire la vera personalità di un malvagio alchimista, Elias, vissuto seicento anni prima, e di affrontarlo in una battaglia che spalancherà le porte dell'inferno e libererà sul mondo la malvagità degli spiriti dannati.
Al fianco di Bryan, Morpheus, figlio di un demonio e di una donna umana, saprà iniziare il giovane mago ai misteri della Baia: l'organizzazione che, in perenne lotta con la Comunità Ribelle guidata dal potente Insorta, combatte per garantire alla Terra la necessaria protezione contro le creature delle tenebre, lugubri esseri mostruosi cacciati dagli uomini sotto la superficie del pianeta.
Abbiamo così deciso di scambiare quattro chiacchiere assieme all’autore del romanzo, per conoscerlo meglio.
Prima di tutto, Federico, benvenuto su FantasyMagazine. Siamo felici di poter scambiare quattro chiacchiere assieme. Iniziamo l’intervista cercando di fare un po’ più di luce su di te. Chi è Federico Ghirardi? Chi è l’autore di Bryan di Boscoquieto? E quando hai iniziato a scrivere?
Ciao. Anche io sono contento di chiacchierare un po’. Ho diciassette anni e ho iniziato a scrivere quando avevo 14 anni. Ovviamente adoro leggere: fantasy, gialli, horror e libri d’avventura (ma anche fumetti come Topolino); Stephen King è uno dei miei scrittori preferiti. Mi piace ascoltare musica (Nightwish, Rammstain, Vasco, Ligabue, De André, Branduardi, Mago de Oz…).
Ogni volta che me ne capita l’occasione, vado al cinema a vedere fantasy, commedie e film di fantascienza. Matrix, Alien e Star Wars sono alcuni dei miei film preferiti. Un anno prima di iniziare a scrivere, ho cominciato a praticare Kung Fu e continuo ad allenarmi anche adesso.
Bryan di Boscoquieto è il tuo primo romanzo, edito di recente dalla Newton Compton Editore. Sappiamo che è il primo di una saga a cui lavori da quando avevi solo quattordici anni. Federico, cosa puoi dirci di questa tua prima e fortunata impresa letteraria? Come hai affrontato la stesura di questo romanzo? Come è iniziato tutto?
Sono cresciuto vedendo la mamma scrivere articoli e libri, e gli altri componenti della mia famiglia leggere tanto, così mi è sembrato naturale mettermi davanti a un pc e provare a buttar giù brevi storie, trame. Poi, con tutte quelle letture fantastiche, l’ispirazione non mi mancava.
Durante l’estate del 2004 sono andato a trovare i miei nonni, in Valle di Susa. La prima sera sono andato a letto con un block-notes e una biro e ho iniziato a scrivere, ispirandomi proprio a quella vacanza in montagna. Durante la giornata successiva ho completato la storia, dopodiché ho cominciato a batterla sul vecchio pc portatile che mi ero portato dietro.
Per tutta la settimana non ho fatto altro che scrivere. Non avevo mai scritto più di un foglio protocollo di tema, dunque, riempire dieci cartelle di word è stato notevole. Era il mio primo racconto. E, benché fosse molto semplice, ne ero soddisfatto. Dopo un paio di settimane ho deciso di scriverne un secondo, cioè, il seguito di quello che avevo inventato dai miei nonni. Con l’inizio della scuola ho prodotto il terzo racconto. Dopo la fine delle lezioni, ogni volta che avevo un po’ di tempo mi mettevo davanti al computer e scrivevo.
Giunto alla fine del primo anno di superiori ho scritto il mio quinto racconto e alla fine del secondo anno di liceo ho completato l’ottavo. L’anno scorso ho trasformato i primi due racconti in un romanzo di trecento cartelle (che poi sono diventate circa 400 pagine di libro).
Restiamo sui tuoi romanzi. Dicci, come vengono alla luce? Come li progetti? Quanto metti di tuo in un libro? Personaggi, situazioni, modi di vedere e interpretare ciò che ti circonda… E, per finire, stai lavorando a qualche nuovo progetto?
Ogni volta che mi sento ispirato, prendo il mio portatile e mi metto a scrivere, e se non ho il pc sotto mano mi accontento di un foglio per buttare giù una bozza.
Quanto metto di mio? Uhm… Be’ diciamo che all’inizio mi sono ispirato a me per il protagonista, come probabilmente noteranno leggendo quelli che mi conoscono. Visto che si tratta del mio primo libro, spero di essere scusato, ma avevo bisogno di un soggetto che conoscevo bene per creare il protagonista. Poi, nel corso della vicenda, Bryan si è evoluto, è cresciuto e ha abbandonato le mie orme.
Ora sto lavorando al secondo romanzo della saga “Bryan di Boscoquieto”. Lo sto scrivendo già da qualche mese. Ultimamente lo sto trascurando un po’, ma ogni volta che ho un’ora libera scrivo una nuova pagina. Quest’estate mi dedicherò intensamente alla scrittura.
Federico, cosa ne pensi del fantasy italiano? Come saprai, e tu ne sei la prova, il fantasy “made in Italy” sta lentamente invadendo le librerie. Cosa ne pensi di questa fioritura? Leggi autori fantasy italiani?
Sono contento di questa fioritura, di questa voglia degli italiani di leggere fantasy… altrimenti magari non avrebbero pubblicato il mio libro. Per adesso ho letto solo la prima trilogia di Licia Troisi, le Cronache del Mondo Emerso, ma appena ne avrò occasione, cercherò altri fantasy italiani.
In conclusione, Federico, ringraziandoti per aver accettato di parlare con noi e i nostri lettori, ti poniamo un’ultima domanda: quella che sempre chiude queste nostre interviste. Ti andrebbe di rivolgere un consiglio a chi spera un giorno di vedere una propria opera in libreria? Per te, un esordiente in cerca di editore come dovrebbe comportarsi?
L’anno scorso ho stampato diverse copie del mio romanzo e le ho inviate (insieme a una scheda-libro con riassunto della trama e alcuni estratti del testo) a svariati editori del genere fantasy e di narrativa per ragazzi.
Quindi consiglierei agli esordienti di fare altrettanto e di non perdere la fiducia: se un libro è scritto bene, è probabile che prima o poi trovi un editore disposto a pubblicarlo…
15 commenti
Aggiungi un commentobella fan fiction proto-erotica senza motivazioni, era meno deludente venire a sapere che Sauron era il padre di Luke Skywalker.
Francamente non vedo il nesso fra il fatto di riuscire a pubblicare un libro e il fatto che il suddetto libro debba piacere a tutti. Il fatto che un libro venga pubblicato non vuol necessariamente dire che il libro sia bello.
E prima di venire aggredita, si, il libro l'ho letto e no, non mi è piaciuto (immagino che siamo in un paese libero dove si possa dire liberamente se una cosa è piaciuta o meno). Non mi è piaciuto non per l'età dello scrittore, ma perchè la trama non è riuscita ad avvincermi (troppo prevedibile) e perchè i personaggi mancavano di profondità, nei dialoghi sembrava che stessere recitando una parte. Questo ovviamente è il mio personalissimo parere, condivisibile o meno.
Io lo condivido! Comunque mi congratulerei con Federico Ghirardi solo perchè è riuscito a pubblicare un libro, cosa che molti altri bravi scrittori non riescono a fare.
Beh, questo è vero. Devi avere molta fortuna oltre a molta originalità.
Io ho letto il libro e... mi è sembrato, carino insomma. Non vorrei sminuire il duro lavoro di questo giovane scrittore, ma oltre alla pornografia gratuita - il che non contesto - ma alcuni passaggi sono stati abbastanza difficili da inghiottire ad esser sincero. Oltre a ciò, trovo tutto abbastanza interessante...
Buttare giù una trama non è cosa da poco, anzi... A Federico non è che sia riuscito molto bene, ma dovrebbe comunque essere soddisfatto del suo lavoro... A me il libro non ha fatto impazzire, soprattutto perchè non ha una trama ben delineata. Ma in compenso mi ha fatto piacere che un diciassettenne sia riuscito ad arrivare a tanto...
SPOILER (c'è qualcuno che non ha letto ancora il libro? Non si sa mai...)
Il pezzo che mi è piaciuto è stato quando il cattivo è tornato per la seconda volta. Quello è stato davvero un colpo di scena!
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