“... Ovunque ci sono miti ma soprattutto in letteratura [...] riducete ogni racconto alle sue componenti anatomiche e troverete gli eterni campioni ed eroi di mille farse... eccoli là, nascosti sullo sfondo delle storie più verosimili, ma riconoscibili nonostante tutto [...] Dovunque, in letteratura ci sono miti ma soprattutto in fantascienza e in questa categoria farei rientrare tutte le forme decisamente moderne di Fantasy [...] E’ difficile trovare un tema nella FS e nella Fantasy che non abbia un suo parallelo col mondo classico: cercatelo”
A trent’anni di distanza le parole di Thomas M. Disch sono più che mai attuali. Piena aderenza alla teoria si trova nei bestseller della J.R. Rowling, dove si possono reperire fantastilioni - perdonateci il riferimento alle 'mitiche' ricchezze di Paperon de’ Paperoni - di questi esempi.
I libri di Harry Potter sono pieni di riferimenti ai classici latini e greci e non solo.
Molti dei nomi dei personaggi si riferiscono alla mitologia greco-romana. Per esempio Minerva McGranitt, la severa ma saggia professoressa di Trasfigurazione, è assai simile a Minerva, dea della saggezza dei romani.
E la professoressa di Divinazione? Qui il merito va tutto alla traduttrice che ha tradotto il cognome originale in Cooman, con chiaro riferimento alla Sibilla cumana, di virgiliana memoria, molto somigliante, per i modi e le fattezze, alla Sibilla citata da Robert Graves nei suoi due libri sull’Imperatore Claudio. Anche nell’originale, però, è possibile trovare un’analogia con un personaggio letterario. Vi ricordate il Dottor Trewlaney de L’Isola del Tesoro di Robert Stevenson? Anche lui si produceva in vaticini inconsistenti.
Continuiamo con i nomi.
Draco Malfoy, ma questo ormai lo sanno tutti, deve il suo nome al termine latino Draco, draconis, cioè drago o serpente che rende bene l’idea della sua subdola personalità.
Non solo, il motto di Hogwarts ò Draco dormiens nunquam titillandum, ovvero ‘Non stuzzicare il drago che dorme’.
E Argus Gazza? Il custode di Hogwarts ci ricorda il mitologico cane Argo, dai cento occhi, assolutamente appropriato per uno come lui che non fa altro che andarsene in giro per i corridoi nella speranza di beccare qualche studente indisciplinato.
Ognuno di noi, leggendo di Fuffi, si è immediatamente ricordato di Cerbero, il cane a tre teste guardiano dell’Ade.
Oltre ai riferimenti mitologici la Rowling usa, in tutti i suoi libri, il latino per dare un nome, oltre che ai personaggi, alle cose e agli incantesimi.
Harry, fino alla disgraziata avventura con il Platano Picchiatore, cavalca un Nimbus 2000, nimbus ha il significato di freccia o saetta, sicuramente il nome giusto per il manico di scopa su cui Harry vince i suoi incontri di Quidditch.
L’Incantesimo Lumos, che è assai spesso usato quando si vuole ottenere un po’ di luce, deriva anch’esso da latino e significa proprio “luce”, il suo contrario, cioè fare buio, è chiamato nox, cioè notte. L’incantesimo col quale si disarmano gli avversari è detto Expelliarmus che si potrebbe tradurre con “strappare via”.
E con questo abbiamo dimostrato che il latino non è una lingua morta.
Abbiamo già accennato al fatto che i riferimenti della Rowling non si limitano alla mitologia, infatti l’Autrice si rifà anche a personaggi realmente esistiti.
La Dama Grigia, il fantasma dei Corvonero, altri non è che Lady Jane Grey che fu regina di Inghilterra per soli nove giorni nel 1553, aveva solo quindici anni quando venne decapitata e il suo fantasma è chiamato The Grey Lady, la Dama Grigia, appunto.
Fanny, la fenice del professor Silente, in originale si chiama Fawkes e deve il suo nome a Guy Fawkes, personaggio a metà tra lo storico e il leggendario che pare abbia messo una bomba sotto il Parlamento inglese; come punizione fu prima impiccato e poi arso sul rogo. Ancora oggi, viene ricordato dai bambini d’oltremanica con una manifestazione chiamata The Guy Fawkes’ Day, durante la quale vengono bruciati dei pupazzi.
Il pensiero non può che correre alla leggenda dell’Araba Fenice secondo la quale questi uccelli rinascono dal falò delle loro ceneri.
Provate anche voi a cimentarvi con il nostro gioco: cercate di identificare, personaggi, nomi, oggetti e incantesimi che hanno radici lontane e profonde.
5 commenti
Aggiungi un commento“oggi come oggi la fantasy sul grande schermo fa cassetta e una trama come quella del Ramo Rosso, che amalgama la verde Irlanda a gesta guerriere epiche, dei e semidei, emozioni intense e passioni ardenti, cupe tragedie ed esaltanti eroismi, farebbe sicuramente la sua figura trasposta a livello visivo”
Concordo pienamente su questa citaz.
La descrizione di questo romanzo è molto intrigante, utile, a livello personale per via del luogo dell’ambientazione, L’Irlanda, magica Irlanda.
“Altri miti dell'Irlanda precristiana: Deirdre, guerriera dalla bellezza fatale, destinata per tutta la sua vita a fuggire e a soffrire, portando con sé disperazione e distruzione; Bricriu Lingua Amara, figura tragicomica, una specie di giullare-guerriero tristo e di infima grandezza, ma letale e maligno; le amazzoni Skya e Ayfa: l'una anziana e fortissima, esperta nelle arti belliche e spietata maestra; l'altra giovane, volitiva e selvaggiamente seducente”
Queste sono premesse che attirano l’attenzione e non credo solo agli appassionati del luogo e della sua mitologia ecc. Sono anche simboli potenti che stimolano la voglia di conoscenza.
Bravo Giovanni Savoini per aver recensito un libro di una curiosa autrice!
Quell'autrice se la tira un casino. E' la classica riccona che non sapeva come occupare il suo tempo. Studia di qua studia di la... s'è messa a scrivere boiate sui celti e compagnia...
In ogni caso, ha studiato bene, visto che al giorno d'oggi è considerata in patria uno dei maggiori esperti viventi di storia celtica.
Diavolo... questa secca non era segnata sulle nostre carte!! Nocchiero, tutta la barra a sinistra!!
E' stato il primo libro che ho letto della Llywellyn (spero sia scritto giusto) e l'ho adorato!!! Sono innamorata persa di Cuculain
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