Gli eserciti si armano per una delle battaglie più epiche della storia dell’umanità. E sotto L’ombra di Troia nasceranno leggende immortali.
In attesa della traduzione di Fall of Kings è appena uscita l’edizione economica del secondo romanzo della trilogia dedicata da David Gemmell all’antica Ilio.
L’ultimo romanzo terminato dallo scrittore britannico prima della sua prematura scomparsa.
Nella sua più che ventennale carriera, l’autore londinese ha scritto ben 32 romanzi, quasi tutti appartenenti al genere fantasy.
La notorietà è arrivata con il Ciclo dei Drenai, inaugurato nel 1984 con La leggenda dei Drenai. E già in questa storia è possibile ravvisare le caratteristiche che hanno fatto di Gemmell uno scrittore amato in tutto il mondo.
Personaggi tormentati, spesso dal passato oscuro, ma caratterizzati da una forte etica e da una volontà di ferro si muovono in un mondo in cui ciascuno è chiamato a compiere scelte importanti. Un mondo dove il rischio della sconfitta è sempre presente, ma la rinuncia alla lotta, anche se per una causa ritenuta già persa, è peggio della sconfitta stessa.
A questo romanzo ne sono seguiti altri dieci, ambientati nello stesso mondo ma in epoche diverse, a volte con personaggi già conosciuti in qualcuna delle precedenti avventure.
Tre anni dopo l'esordio, nel 1987, arrivava con Jon Shannow, il protagonista di Un lupo dell’ombra, una nuova serie, e Gemmell iniziava a giocare con la possibilità di viaggiare fra mondi paralleli.
I mondi paralleli si ritrovavano anche nella sua prima incursione nella nostra storia. Con Il leone di Macedonia e Il principe nero, incentrati sulla vicenda di Parmenion, generale dei macedoni Filippo II e Alessandro Magno, David rinarrava le vicende dell’antica Grecia.
Una Grecia dalla quale però era possibile accedere a un mondo abitato da creature magiche e nella quale un demone poteva impossessarsi dell’anima e del corpo di un uomo.
Il ritorno nel mondo classico sarebbe arrivato solo nel 2005, con l’ultima delle opere che Gemmell avrebbe visto pubblicare.
Ma prima de Il signore di Troia ci sarebbero state nuove avventure nel mondo dei Drenai e la nascita di quello dei Rigante, oltre a diverse altre opere totalmente autonome l’una dall’altra.
L’unica escursione al di fuori del genere fantasy era arrivata nel 1993 con l’ormai introvabile White Knight, Black Swan, ambientato nei bassifondi londinesi e firmato con lo pseudonimo di Ross Harding.
La trilogia dedicata a Troia apriva quindi nuovi spazi al grande scrittore. Scomparse la magia e tutti gli elementi più caratteristici del mondo fantastico, David aveva deciso di ignorare anche gli dei omerici per narrare la guerra parlando degli uomini che ne erano stati i protagonisti.
Sotto la sua penna Enea e Andromaca, Ettore, Priamo e Agamennone uscivano dal mito per diventare esseri umani, evidenziando i dubbi e le fragilità che ci rendono vivi ma che l’epica tende a dimenticare.
Nell’estate del 2006, il primo romanzo di questa nuova saga era già pubblicato, il secondo era già stato consegnato all’editore per essere dato alle stampe, e il terzo era in fase di scrittura, quando Gemmell – a seguito di un malore – si sottoponeva a un delicato intervento chirurgico per l’impianto di un quadruplo bypass al cuore. Due settimane più tardi, il 28 luglio, mentre era al lavoro su Fall of the Kings e prima di poter vedere arrivare nelle librerie L’ombra di Troia, moriva.
L’ultimo romanzo, già ampiamente delineato, è stato terminato dalla vedova, Stella Gemmell, che aveva ampiamente collaborato con lui nella fase preliminare delle ricerche.
L’ombra di Troia, di David Gemmell (Troy: Shield of Thunder, 2006, Piemme Serie oro, pag. 480 – € 6,50)
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