In un bosco dell'Italia da qualche anno unificata, una figura arranca nella neve, verso un grande albero cavo. Indossa uno scialle, sopra ha un cappello a cilindro; fra le mani, un fagotto di stoffe. Il suo nome è Zeferina, è una ladruncola minuta, i capelli color d'arancia, gli occhi verdissimi. È stata allevata da una donna che ha sempre chiamato ''zia'', fuggita dalla tutrice ha svolto i lavori più umili e ha cercato di sopravvivere nella nuova nazione, tra le numerose difficoltà economiche.

Dopo aver scoperto di aver vissuto per anni con una fattucchiera, ha trovato dei vecchi libri e ha dedicato tutta se stessa alle scienze esoteriche, ha compreso come si invocano certe entità, l'aspetto segreto delle cose e ciò che di misterioso si cela da secoli nei boschi. Suo figlio, un bambino di pochi mesi, è destinato a essere conteso: inconsapevole protagonista di antiche canzoni, leggendari popoli lo attendevano da novecento anni. Ma, quale sia il motivo della secolare ricerca, Zeferina non è disposta a cedere il proprio piccolo a nessuno e fugge portandolo con sé, sola contro tutti, spostandosi fra gli alberi e per le vecchie contrade di pietra come un animale braccato.

Mentre oscure tribù partono alla ricerca del bambino, un mercenario desideroso di magici riconoscimenti, al servizio dell’alleanza fra gli orchi e le beate genti, gli esseri che oltre il confine vengono chiamati "elfi", si mette sulle tracce della giovane strega.

Epico, mitologico, ai confini con l'horror, il piccolo ma brillante romanzo Zeferina di Riccardo Coltri aveva dato il proprio contributo, lo scorso anno, all'esplosione del "fantasy italiano", incuriosendo per l'ambientazione, e per essere basato sulle leggende e le creature fantastiche dell'area mediterranea e alpina.

Travagliata la protagonista, turbolenta la vicenda editoriale del libro: dopo la prima versione, uscita per Larcher nel 2007, Zeferina, a distanza di circa un anno e mezzo e dopo diversi rinvii, sarà ripubblicato dalla Asengard Edizioni, nella collana Elfheim, nel gennaio 2009. La copertina è in preparazione. Già dopo l'estate, tuttavia, e nel corso dell'autunno,

saranno disponibili online (e non solo) diversi ''assaggi'' del libro.

Nella nuova versione ― che in realtà, si può dire, è un vero e proprio nuovo romanzo ― sono stati aggiunti personaggi e situazioni, lo stile di narrazione si svolge non più al presente, ma al passato, il testo, ampliato di molte pagine, è stato reso ancora più ''dark'' e ci sono diversi cambiamenti nella parte finale della storia. In appendice, un bestiario degli esseri leggendari italiani e informazioni sui miti citati.

Numerose le creature fantastiche italiane ― in tanti casi del tutto inedite per il fantasy ― presenti nel romanzo: partendo dalla mitologia romana, con una reinterpretazione del mito dei fauni e la descrizione di altri esseri, vengono poi prese in considerazione le figure dell'immaginario popolare di molte regioni. Dalle anguane e dalle beate genti, e da Laurino, re dei nani delle Dolomiti, fino ai folletti mazzamurelli, conosciuti in numerosi luoghi della penisola, ai monacielli delle favole del Sud, e molti altri. Nel romanzo, popoli con conoscenze magiche e che, nel corso dei secoli e dopo il Concilio di Trento che li ha dichiarati fuorilegge, si aggirano fra gli alberi del giovane Regno ― preoccupati dall'avanzare dei suoi confini ― con armi da fuoco, ma anche con elmi e scudi medievali. Guerrieri appartenenti a numerose razze, e perlopiù dalle sembianze umane, spesso in grado di confondersi con la gente comune, che ormai da tempo li considera solo leggende, o misteriosi eremiti dei monti. 

 

Pur svolgendosi in un preciso periodo storico, nel romanzo la Storia vera e propria continua il suo normale corso, non compaiono personaggi realmente esistiti e non sono prese in considerazione le sorti di un'intera nazione o del mondo. Tutto si svolge, per la maggior parte del libro, nel buio di vecchi boschi, con la descrizione di una guerra nascosta, in un

Il ponte di Veja (Mantegna - Palazzo Ducale, Manotva)
Il ponte di Veja (Mantegna - Palazzo Ducale, Manotva)
piccolo territorio che nella seconda metà dell'Ottocento era punto di confine fra Italia e Austria. Nel romanzo sono citate anche leggende cimbre e altre importate da culture nordeuropee, come la versione alpina della Caccia Selvaggia e l'Albero della vita, l'Yggdrasil della mitologia norrena, qui descritto come un grosso platano cavo (realmente esistente e oggi vecchio di quattro secoli).

Fra rivisitazioni di antichi racconti di brigantaggio e incantesimi, e la descrizione di miti come ''i Libri del Comando'', vi è la citazione di diversi altri luoghi realmente esistenti e che, per le favole, hanno origine incantata o sono dimora di esseri fantastici. Tra questi, l'arco naturale di roccia detto Ponte di Veja e la cavità carsica Covolo di Camposilvano, entrambi in Lessinia: secondo la tradizione, ispirarono a Dante, che li visitò nel Trecento, le Malebolge e la Porta dell'Inferno.

Sito ufficiale di Riccardo Coltri: www.zeferina.it

Asengard Edizioni: http://asengard.it