Cinzia Pierangelini è la nuova “traduttrice” di Kay Pendragon, col recentissimo romanzo Draghia, edito per la DelosBooks nella nella nuovissima collana fantasy per ragazzi Storie di draghi, maghi e guerrieri. «Alle pendici del monte Kiru giace, misteriosa, l'ultima valle stregata: Draghia, la terra dei possenti draghi. Un cacciatore crudele e un ingenuo ragazzo ne profanano i confini, ferendone a tradimento il nobile cuore. Da allora, il patto fra uomini e draghi viene infranto, e la paura si scatena sui territori degli uomini. Solo un indovinello e l'incanto di due spiriti puri potranno salvarli...»

Ora l’intervista.

Chi è lo scrittore?

1) Puoi dirci “chi è”Cinzia Pierangelini? Dove sei nata, dove vivi, cosa fai oltre a scrivere?

Sono nata a Messina, dove vivo, suono e insegno il violino (in una scuola media a indirizzo strumentale).

2)  Come riesci a conciliare la tua attività di scrittrice, con il lavoro, la famiglia, figli, ecc. ecc.?

Quando pubblicai il mio primo romanzo, Eraclito e il muro, confessai al mio editor di essere una scrittrice della domenica e lui si mise a ridere. In realtà, tale sono. Per una donna, scrivere è anche più complicato che per un uomo: la parità ci ha portato a lavorare almeno il doppio, dentro e fuori casa. Sono mamma, docente, casalinga, scrittrice, violinista…conciliare è difficile, si strappano brandelli di tempo un po’ qui un po’ lì. Soprattutto alla casa, devo dire e infatti viviamo in stato di precarietà caotica.

3)  Come scrittore, come organizzi la tua giornata lavorativa? Ogni scrittore ha una sua ritualità nello scrivere, quale è la tua?

Nessun rito; il silenzio, questo sì. Per scrivere ho bisogno di essere sola e senza distrazioni. In quanto all’organizzazione: non ne ho, appena sento la voglia di scrivere corro al pc e taglio fuori il mondo finché posso e finché ho sigarette e caffè a disposizione.

4)  Hai ancora qualche curiosità, qualche zona da esplorare, qualche personaggio (vero e/o letterario) che ti piacerebbe incontrare?

Ho un miliardo d’idee al giorno! Praticamente mi ritrovo a fissare persone e particolari insignificanti e a inventarci una storia su almeno una volta al giorno. E ho un sogno nel cassetto: un giallo. Non ho ancora trovato il coraggio e la forza per affrontare questo impegno, però. Chi vorrei incontrare? Vorrei fare un giro con Alice… nel paese delle meraviglie. Mi piacerebbe conoscere Camilleri, credo sia un uomo affascinante.

5)  Che libro hai in questo momento sul comodino?

Che libri! Tanti. Mi limito ai due più ‘seri’ ‘La forza del carattere’ e ‘Il

Tutti i colori dei Bambini, antologia
Tutti i colori dei Bambini, antologia
codice dell’anima’ di J. Hillman. Altri dieci mi aspettano in fila, scalpitando e appena avrò finito gli impegni scolastici mi tufferò nella lettura.

6)   Senti di avere raggiunto qualche traguardo?

Be’, ho pubblicato racconti in molte antologie, ho vinto concorsi, ho all’attivo una raccolta di racconti mia, un romanzo uscito nel 2006 e uno in uscita a settembre, oltre a Draghia,ovviamente, e ho appena mandato in lettura il terzo. Di certo possono essere considerati traguardi, ma non mi sento arrivata. In realtà, spero di non arrivare mai da nessuna parte, il piacere è nella corsa. D’altronde, facendo la violinista so per esperienza che nell’arte non c’è un arrivo, c’è il restare in gara il più a lungo possibile.

 

Leggere

1)  Quali sono i tuoi hobby, il passatempo preferito, cosa ti piace leggere? E quali sono i tuoi autori preferiti?

Mi piace scrivere, adoro gli animali (ne avevo tanti fino a pochi mesi fa, adesso mi è rimasta solo la cagnetta Baby, adorabile), mi piacciono le piante e mi piace suonare… ma quello è il mio lavoro. Mi piace leggere, da sempre. Sono onnivora ma prediligo la narrativa e in particolare quella siciliana: Sciascia, Russello, Brancati; adoro la Morante, Pirandello, Poi, ho letto tutto di Camilleri, Pennac, Hesse, Allende, Fallaci, Baricco, J.Roth, Kundera e ancora Marai, Svevo, Lovecraft, Doyle, Poe, Stendhal. Insomma, ho letto tantissimo e a casaccio. E ho dimenticato tutto. Ma forse no.

2)   Quando hai iniziato a leggere e cosa? E quando hai scoperto la narrativa fantasy e/o la fantascienza? Ti ricordi i primi titoli letti?

Ho iniziato a leggere da piccola, i primi ricordi risalgono ai nove dieci anni e sono di libri ormai storici: Le tigri di Mompracem, L’isola dei delfini blu, Dracula, L’ospite di Dracula, Komokokis, Piccole donne e Piccole donne crescono(ricordo che non mi piacquero), Alice nel paese delle meraviglie (che ho riletto e con molto più piacere da grande, così come Il piccolo principe), Pinocchio e chissà quanti altri che non ricordo più.

3)  Quali altri autori ti fanno da "guida"? Cosa leggi abitualmente? Leggi anche autori italiani?

Ultimamente leggo solo autori italiani e spesso poco conosciuti. Non so se ho una ‘guida’, immagino che tutto ciò che ho letto si sia sedimentato da qualche parte e sia entrato a far parte di me. Non ostante, come accennato, faccia delle puntate sulla saggistica, continuo a prediligere romanzi e racconti mainstream.

4)   Per concludere, vuoi darci un consiglio di lettura?

Sì, consiglio vivamente ‘Ultimo parallelo’ di Filippo Tuena, vincitore del Viareggio. Un libro che non ha avuto la fortuna che merita.

Scrivere

1)   Quando hai scoperto, e come, che avevi qualcosa da dire, che sentivi la necessità di scrivere? E quando hai iniziato e su quali argomenti? Quale è stato il percorso che hai affrontato prima di veder pubblicato un tuo romanzo? Hai ricevuto molti rifiuti?

Eraclito e il Muro
Eraclito e il Muro
Ho sempre saputo che scrivere era la mia vera passione, superiore persino alla musica che reputo l’arte per eccellenza, ma ho aspettato di fare quarant’anni prima di provarci seriamente. Prima ho scritto molto per me: diari, lettere, poesie, filastrocche. Roba autobiografica che giudicavo poco interessante (giustamente). Il primo racconto, scritto con un personaggio e una storia che non mi riguardassero, risale all’inverno del 2003. Seguì un romanzo per ragazzi che scrissi per mia figlia (volevo capire come si scrivesse un romanzo).

Da allora non ho più smesso. Scrivo essenzialmente mainstream, racconti e romanzi, i cui personaggi sono gente comune, media, che parla e sente come quella che ho intorno quotidianamente. Non ostante i prevedibili rifiuti e le proposte a pagamento, devo dire di non aver avuto particolari difficoltà a pubblicare. Il primo romanzo, Eraclito e il muro, lo spedii a una decina di case editrici prese a casaccio (non ero affatto pratica) e dopo una settimana mi rispose la GBM-Mesogea, con cui mi trovo bene e che pubblicherà anche il secondo romanzo a settembre.

2)   Come e quando nascono le idee per i tuoi romanzi e da quali esigenze sono mossi? Da dove “nascono” le tue storie? Da dove i tuoi personaggi?

In genere nascono da una frase, un’immagine, una scena che continua a ronzarmi in testa per qualche giorno; sino a quando non la scrivo, quasi per liberarmene. L’esigenza, la motivazione è certamente profonda, spesso sconosciuta finché non mi addentro nel libro. Così anche i personaggi si creano, pian piano, da sé. Non faccio schede o scalette o progetti, la mia è una scrittura del tutto istintiva.

3)  Antico e sempre attuale dilemma: pensi che scrivere sia dote innata o che si possa imparare, anche con le "nuove tecniche di scrittura"?

Credo sia dote innata ma che possa essere affinata e che sia soggetta quindi a una crescita, come qualsiasi altra arte. In ogni arte c’è una quota di ‘artigianato’ necessario. Ma che si possa insegnare una dote che già non esiste non lo credo. Di certo i corsi potranno aiutare a migliorare ma non fanno lo scrittore, così come studiare musica non fa il solista. Solista si nasce e poi… si diventa, con gli anni e il sudore.

4)  Sei una scrittrice lenta o veloce, meditativa o istintiva? Tecnica a macchia di leopardo o disciplinata con ruolino di marcia? Imbrigli i personaggi o lasci che siano loro a decidere quale percorso deve seguire la vicenda?

In media faccio un romanzo l’anno (scrivendo di domenica o quasi) quindi penso di essere veloce. Non adotto nessuna tecnica particolare, mi siedo e scrivo. Il libro si fa da sé e così i personaggi. Questo comporta pro e contro, ovviamente. Per esempio in fase di correzione devo stare attenta a eventuali incongruenze ed è perciò che non ho ancora messo mano a un giallo, implicherebbe un lavoro a monte diverso che non sono sicurissima di voler fare.

D’altra parte la storia, scrivendosi da sola, segue davvero le sue esigenze, non è mai forzata o appesantita da lunghe descrizioni etc. Io scrivo come se vedessi un film, scrivo a scene in realtà.

5)  Pensi che in Italia si possa vivere “solo” scrivendo fantascienza o fantasy?

Non m’intendo particolarmente della questione, io son di quelli che ha voluto un lavoro, una sicurezza prima di dedicarsi alla scrittura. Questo mi permette di essere libera del tutto da qualsiasi compromesso, ed è così che immagino l’arte. I tempi, per chi scrive, ma non solo, sono duri e penso ci voglia davvero tanta fortuna  e una congerie di  casualità per finire sul binario giusto. Ma poi, mi chiedo, se dallo scrivere dipende ‘la pagnotta’ non si finirà con il sottostare a leggi di mercato ed editoria? Non si diventerà schiavi delle vendite? Non sono sicura sia una bella sensazione.

6)   Quale consiglio ti sentiresti di dare agli scrittori esordienti? Partecipare ai concorsi? Affidarsi a un agente investendo una somma di denaro? Inviare a qualche editore? Cosa fare?

Io ho fatto diversi concorsi all’inizio, mi sono serviti per avere la spinta iniziale, un riconoscimento ‘esterno’. Poi ho inviato direttamente agli editori. Con molta ingenuità, aggiungo. Ho scoperto solo dopo che i grandi non aprono nemmeno le buste, costose buste, dei nostri sogni. Intorno alla scrittura ruota un mondo di avvoltoi. Il consiglio? Scrivete e spedite, non pagate mai. Prima o poi se il lavoro è buono…

 

Fantasy

1)   Cosa ti affascina del fantasy e cosa non ti piace?

Mi affascina la libertà di creare nuovi mondi, il poter spaziare nei sogni senza vincoli. Non mi piacciono le miriadi di nomi strani e categorie e… che obbligano a tornare indietro ché perdi il filo dopo tre righe.

 

L’importante è la storia, non le complicazioni ‘pittoresche’ che obbligano a prendere appunti.

2)  Ultimamente il genere fantasy sta conoscendo una nuova stagione di enorme successo, sia in libreria, sia al cinema. Secondo te per quale motivo? Cosa riflette questa popolarità?

Secondo me il ‘fantasy scritto’ deve tantissimo al cinema, (basti pensare a Eragon o a Potter)gli effetti speciali hanno il potere di rendere reali i sogni davanti allo spettatore, arricchendoli e alleggerendo la storia là dove non merita. Io stessa vedo davvero volentieri i film, mentre non sono, in verità, una lettrice di fantasy.

 

Dal film al libro il passaggio è breve. Il film trascina anche il ‘non lettore’, soprattutto giovane, alla ricerca di nuove storie, lo porta in libreria alla fine, e meno male. E chiunque, entrato finalmente in libreria, non saprà resistere al ‘richiamo’ d’un titolo, di una copertina.

3)  E’ un genere, per te, che si avvia verso un periodo ancora più fiorente o si tratta solo di un fuoco di paglia?

Credo che, date le brutture proposte dal mondo attuale, il fantasy troverà sempre più spazio perché rappresenta l’impossibile reso possibile. Un posto dove riposarsi dall’ottuso, mediocre reale.

 

4)   Riguardo al fantasy, sappiamo che esso viene spesso visto come un genere piuttosto leggero e, sottostimato dall'elite culturale. Perché secondo te? Dipende dai lettori, dagli editori, dal retaggio culturale? Quali sono le potenzialità del fantasy?

No, non credo in queste distinzioni. Ci sono bei libri e brutti libri, scritti bene o male. Nessun lettore ‘d’elite’ dirà mai che Il signore degli anelli è un libro scadente o leggero.

 

Bisogna fare dei distinguo, però. Se fantasy diventa sinonimo di scopiazzatura di storie già sentite o elencazione sterile di nomi, terre, popoli e guerre…

5)  E' possibile con il fantasy inviare messaggi importanti o è un genere utile solo come intrattenimento? E anche se fosse solo intrattenimento, sarebbe poi un male?

No, non sarebbe un male, l’intrattenimento non è un male. Magari il gioco facesse parte più attiva nella vita di tutti noi. Però, penso che, in fondo, qualsiasi libro rechi un messaggio, persino le storie di Paperino lasciano un messaggio e sono soprattutto i giovani che lo recepiscono, senza filtri e sovrastrutture d’educazione e riflessione. Sarebbe bello, quindi, che i messaggi, volontari o meno, fossero sempre corretti e improntati alla ricerca di valori.

6)  Un fantasy che ti piacerebbe aver scritto è…

Big fish

 

Grazie a Cinzia Pierangelini per essere rimasta in nostra compagnia.