Sabato 21 giugno a Seattle si è svolta l’annuale convention della rivista Locus. Come da consuetudine, durante l’incontro è stato assegnato il Locus Award, uno dei riconoscimenti più prestigiosi per la letteratura fantastica.
Il premio, nato nel 1971, viene assegnato dai lettori della rivista a opere pubblicate durante l’anno precedente, e agli operatori del settore che si sono particolarmente distinti nel campo del fantastico.
Nelle tre categorie principali, quelle dedicate ai romanzi, spiccano nomi importanti, ed è bello vedere che anche gli editori italiani ne hanno riconosciuto le qualità e non si sono lasciati sfuggire l’occasione di pubblicarle.
Il premio per il miglior romanzo di fantascienza è stato assegnato a Michael Chabon per Il sindacato dei poliziotti yiddish.
Chabon, classe 1963, ha iniziato a scrivere sul finire degli anni ’80. Fra le sue opere pubblicate anche in Italia possiamo ricordare Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay (Rizzoli), vincitore del premio Pulitzer nel 2001, e Summerland (Fabbri), arrivato nella cinquina finale del Locus nel 2003.
Il sindacato dei poliziotti yiddish, già vincitore del premio Nebula, è un romanzo di storia alternativa nel quale l’autore immagina che, al termine della Seconda Guerra Mondiale, la nuova patria degli ebrei sia diventata l’Alaska. Qui, fra gangster ortodossi e rabbini in attesa di un messia che riporti il popolo eletto a Gerusalemme, l’agente Meyer Landsman deve scoprire chi ha ucciso un campione di scacchi.
Il premio per il miglior romanzo fantasy è andato a un’opera ancora in attesa di traduzione, ma non abbiamo dubbi che Salani, che ne pubblica i romanzi per adulti, o Mondadori, che si dedica a quelli per un pubblico più giovane, non si faranno sfuggire l’ultima fatica di Terry Pratchett.
Si tratta di, un romanzo ambientato a Mondo Disco che narra dei problemi che possono sorgere quando in un sistema economico basato sulle monete si decide d’introdurre la banconota.
Pratchett aveva già vinto il premio Locus in tre occasioni, con altrettanti romanzi per giovani adulti: L’intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi (Mondadori), Un cappello pieno di stelle (Mondadori) e Wintersmith.
Come miglior romanzo per giovani adulti è stato premiato Il libro magico (Fanucci) di China Miéville.
Noto soprattutto per i suoi romanzi immaginifici dedicati alla città di New Crobuzon, pulsante di vita nelle sue razze arcane e nei suoi mutanti narrata in Perdido Street Station, La città delle navi e Il treno degli dei (tutti e tre pubblicati da Fanucci), Mieville ha creato un nuovo genere. Critica sociale e gusto dell’avventura, scienza e alchimia, orrore e meraviglia si riuniscono in un’opera dalla grandiosa capacità visionaria.
Anche in questa prima escursione nella letteratura per un pubblico giovane, lo scrittore britannico conferma le caratteristiche che lo hanno reso famoso. Questa la quarta di copertina:
“Esiste un luogo segreto in cui vanno a finire tutti gli oggetti distrutti di Londra… e a volte ci finiscono anche le persone che si perdono o le cui vite si sono spezzate per sempre. Tra questi, vivono nella città nascosta Rottombrello, il capo degli ombrelli rotti, Obadì Fing, un sarto dalla testa a forma di enorme puntaspilli, e un cartone di latte vuoto di nome Caglio. Ma il Libro Magico racchiude anche l’annuncio dell’arrivo di un eroe, anzi due, che l’intera metropoli oscura attende da moltissimi anni. E quando Zanna e Deeba, due ragazzine di dodici anni, trovano l’accesso segreto alla città, sembra che la profezia sia sul punto di compiersi e questo mondo, celato da anni agli adulti e ignorato da tutti, sembra ritrovare la sua voglia di tornare a vivere e la forza di ribellarsi a chi lo tiene sotto continua minaccia. Saranno proprio le due inseparabili amiche a dare inizio alla profezia ma per farlo dovranno affrontare tutti i pericoli che si nascondono nella città e, con il loro esempio, convincere anche i più ostinati che c’è sempre un filo di speranza e di gioia per cui vale la pena mettercela tutta e sfidare l’inverosimile…”
Il premio per il miglior romanzo d’esordio è stato assegnato a Joe Hill con Heart-Shaped Box. Joe, che succede in questa categoria a Naomi Novik e ai suoi primi tre romanzi dedicati al drago Temerarie, ho dovuto sconfiggere la concorrenza di due autori noti anche da noi: Cassandra Clare, autrice di Città di ossa (Mondadori) e Patrick Rothfuss, autore di Il nome del vento (Fanucci).
Dietro lo pseudonimo di Joe Hill si nasconde un nome in grado di attirare su di sé una notevole attenzione, anche se ancora non solo per meriti propri. Si tratta infatti di Joseph Hillstrom King, secondo figlio dello scrittore Stephen King.
Joe, nato nel 1972, ha al suo attivo diversi racconti, per i quali ha ricevuto numerosi premi. Heart-Shaped Box ovviamente è il suo primo romanzo, e ha già ricevuto il Premio Bram Stoker.
Di seguito l’elenco completo dei premi assegnati.
Romanzo di fantascienza: Il sindacato dei poliziotti yiddish, di Michael Chabon.
Romanzo fantasy: Making Money, di Terry Pratchett.
Romanzo per giovani adulti: Il libro magico, di China Miéville.
Opera prima: Heart-Shaped Box, di Joe Hill.
Romanzo breve: After the Siege, di Cory Doctorow.
Racconto lungo: The Witch’s Headstone, di Neil Gaiman.
Racconto breve: A Small Room in Koboldtown, di Mike Swanwick.
Raccolta: The Winds of Marble Arch and Other Stories, di Connie Willis.
Antologia: The New Space Opera, di Gardner Dozois e Jonathan Strahan.
Opera non di narrativa: Breakfast in the Ruins, di Barry N. Malzberg.
Libro illustrato: The Arrival, di Shaun Tan.
Editor: Ellen Datlow.
Rivista: F&SF.
Casa editrice: Tor.
Artista: Charles Vess.
14 commenti
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http://www.fantasymagazine.it/notizie/8309/
A volte non segnaliamo i libri, vuoi perché non ci accorgiamo che sono stati pubblicati, vuoi perché non abbiamo il tempo di scrivere un articolo. Io personalmente so che per scrivere una notizia impiego almeno un paio d'ore, e questo se si tratta di un pezzo breve e su un argomento che conosco bene. I due approfondimenti su Jordan mi hanno perso tantissimo tempo, è solo per questo che non ne ho ancora pubblicato un terzo.
Anche perché ho una famiglia, un lavoro e una casa di cui occuparmi, oltre al fatto che oltre a scrivere mi piace anche leggere.
Se interessa, conosco una libreria di Milano che al momento ne ha due copie. Il problema però è legato alle vendite: il romanzo ha venduto poco, quindi Fanucci, che già aveva stampato poche copie in partenza, non lo ristampa.
Perché alcuni editori sono più potenti di altri. Mondadori può permettersi di rischiare con un autore perché ha talmente tanti titoli che vendono che se uno non vende l'editore non va in rovina. Perciò se torna in resa l'80% delle copie stampate non pubblica più quell'autore, ma la cosa finisce lì.
Se capita una cosa del genere a Fanucci la situazione è un po' più grave, perché ha meno soldi per ammortizzare la pertida.
Se capita a Delos è ancora peggio.
E questo è uno dei motivi per cui i piccoli editori non stampano tante copie: hanno paura delle rese.
In più, un grosso ediotre sa di potre contare su un'ottima esposizione. Delos pubblica romanzi migliori di (suppongo, perché non l'ho letto) quello di Federico Ghirardi, però Newton, che è comunque un editore più importante, riesce a convincere le librerie a comprare più copie e a fare un'esposizione più massiccia. Perché? Perché ha un catalogo più importante. E quindi la libreria sa che il marchio è noto e che c'è gente che lo cerca, e si comporta di conseguenza.
Se generalmente una libreria vende bene un editore tende a comprare più copie di una novità di quell'editore rispetto a quante ne compra di un editore che vende poco. E quando il libraio ha in sede due romanzi che non ha letto ma che gli sono stati presentati in modo simile, tende a cercare di vendere quello di cui ha più copie.
Inoltre, esempio se dovesse avere lo stesso numero di copie di un libro della Newton e di uno della Delos, e lo spazio per esporne solo uno di faccia (e quindi con maggiore visibilità) e l'altro di costa, quale credete che sarebbe esposto di faccia?
Vogliamo che gli editori pubblichino romanzi di qualità? Compriamoli, indipendentemente dal prezzo. E non compriamo le porcherie perché ormai abbiamo iniziato a farlo.
Io ho letto Eragon, comprandolo nell'edizione da 6,00 euro. Lo giudico un romanzo mediocre, quindi non butto via il mio tempo e i miei soldi comprando Eldest perché ormai ho iniziato la storia e voglio sapere come va a finire. è una storia mediocre, non m'interessa la conclusione, e non voglio dare altri soldi a un autore che ha deluso le mie aspettative. Invece leggo di gente che odia un autore ma continua a comprarne i libri per poterlo criticare. Ma che senso ha? A parte il gusto masochistico di buttare via soldi e tempo, fa anche il gioco dell'editore, che la prossima volta proporrà altre cose di quel livello. Tanto, se ha venduto la prima...
Consigliamo agli amici i libri che riteniamo meritevoli, mandiamo mail agli editori importanti con le nostre opinioni (espresse sempre in maniera civile e usando un italiano corretto, altrimenti non ci leggono nemmeno), compriamo i libri presi in prestito in biblioteca che ci sono davvero piaciuti.
E non corriamo a comprare il best sellers del momento solo perché è un best sellers, pur ignorando tutto dell'autore. Di solito basta aspettare un po' e questi libri si trovano in biblioteca, quindi possono essere letti senza spendere un solo centesimo. Per comprare il romanzo c'è sempre il tempo per farlo dopo. Nel dubbio, privilegiamo con l'acquisto i piccoli editori, perchè se loro investono le loro piccole somme in quel titolo devono pur crederci, soprattutto se l'autore non è italiano e quindi i diritti costano di più, e devono pure pagare un traduttore. Perciò è più dificlie che l'opera in questione sia una ciofeca.
Gli editori vogliono lettori, possiamo indirizzarli su pubblicazioni migliori solo se anche noi facciamo un certo sforzo.
Oh Grazie!
Mi fiondo a dargli una bella occhiata!
Chiedo vienia allora, è sfuggita a me ops:
Concordo su gran parte di quello che scrivi tranne su questo
No. Perchè il rischio è quello di entrare nell'equazione malata qualità = prezzo alto.
Aspetto l'edizione economica, se esce, oppure lo compro in inglese come ormai sto facendo da un bel pezzo.
Fortunatamente la fantasy estera è vitale e propone autori per tutti i generi, gusti e tasche.
Sì, un'equazione di questo tipo sarebbe tremenda, e in genere aspetto anch'io le edizioni economiche, però non tutti gli editori le fanno.
E se reputo che il libro lo meriti davvero e ho forti motivi per temere che non verrà mai tradotto lo compro anch'io in inglese, ma capisco che non tutti riescono a farlo. Fino a qualche anno fa neanch'io sarei riuscita a leggere un libro che non fosse stato scritto in italiano, e non tutti hanno la voglia e il tempo per studiare un'altra lingua.
Come sempre, quando si fa un discorso generale si finisce con lo scrivere qualche frase un po' estremistica, però se il prezzo è ragionevole la spesa si può fare.
Uscendo dal fantasy, i libri di Amélie Nothomb pubblicati da Voland costano fra gli 11 e i 13 euro, e sono poco più lunghi di 100 pagine. Considerando le dimensioni sono cari, ma Amélie è l'autrice più importante pubblicata da Voland, ed è principalmente grazie alle sue vendite che la casa editrice sta in piedi. Comprare i suoi romanzi significa consentire a Voland di andare avanti, e magari di scoprire qualche altro autore affascinante. E il fatto che a breve comprerò l'edizione economica dell'ultimo rimanzo di Colleen McCulloug, oltre 700 pagine per 10,80 euro di prezzo, non significa che in rizzoli siano più onesti che in Voland. Semplicemente, Rizzoli ha maggiori possibilità economiche, quindi è riuscita a pubblicare questo romanzo lo scorso anno in edizione rilegata, al prezzo di 21,00 euro, e ora può permettersi di stampare l'edizione economica.
Altri mezzi, tutto qui.
Il piccolo editore non è in grado di fare la pubblicazione in due collane diverse, quindi se riteniamo valido il libro che propone dovremmo cercare di comprarlo anche se è un po' caro.
Capisco il discorso, per carità anch'io se c'è un autore che mi piace o un libro che so che mi piacerà non mi faccio tanti problemi sul prezzo, con dei limiti ovvviamente, questo sono però casi dove vado (abbastanza) sul sicuro.
Il fatto è che se un libro costa troppo, costa troppo, e sinceramente non leggo per fare un piacere nè agli autori nè tantomeno alle case editrici grandi o piccole che siano.
Stiamo andando un po' OT ma fa niente il discorso è interessante
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