«Da tempo gli Eterni sono in guerra con i goblin: dal fronte arrivano notizie sconfortanti. Ma quando il Signore delle Tenebre rapisce la figlia del re, Eileen, tutto precipita. Lyannen, giovane mezzomortale che ha osato innamorarsi di lei, parte con la strampalata Compagnia dei Rinnegati per salvarla, e liberare il suo popolo dalla minaccia incombente. A loro si unirà Slyman: il ragazzo ignora tutto di sé, ma sa che combattere per il Reame, anche se non lo ha mai visto, è il suo destino.
Il percorso dei rinnegati sarà pieno di assalti e insidie, ma anche di incontri fortunati, tra centauri, golem di foreste, amazzoni, droqq.
Un grandioso affresco di personaggi. Un avvicendarsi di scontri spietati e spettacolari. Una storia di reietti che si scoprono eroi. In un mondo che sembra al suo crepuscolo, dove si crede non esistano più eroi, Lyannen, Slyman e gli altri mostreranno che il tempo degli eroi non è finito. Che è tempo di eroi nuovi. Umili, imperfetti, veri. È il tempo degli eroi del crepuscolo.»
Sembrano ormai lontani i tempi in cui il Fantasy era considerato soltanto un genere minore, figlio bastardo dell'epica antica e come tale non meritevole d'attenzione, né da parte della critica, né tanto meno da parte delle grandi case editrici. Oggi, dopo il ritorno in auge de Il signore degli anelli e il successo internazionale della saga di Harry Potter la situazione è alquanto cambiata e sembra non esserci più editore in grado di resistere all'idea di affacciarsi su questo genere; tanto che persino la storica Einaudi, fondata nel 1923 e da sempre diffidente nei confronti della narrativa fantastica, ha infine ceduto alla tentazione di pubblicare un romanzo fantasy. La scelta è caduta sull’opera d’esordio di una scrittrice italiana, la diciassettenne Chiara Strazzulla.
Sarà stato per reale fiducia nelle doti di questa giovane autrice, oppure a dettare tale scelta sarà stata soprattutto la moda imperante negli ultimi anni che vede le case editrici intente a far gara a chi trova il talento più giovane?
Va subito detto che Gli eroi del crepuscolo è un romanzo ambivalente, pieno di continui alti e bassi, sia dal punto di vista dello stile che della trama.
Partendo da quest’ultima, ci si trova di fronte a un’opera che deve molto ai grandi maestri del passato, primo fra tutti J. R. R. Tolkien, tanto che l’antefatto che apre il libro è una palese adulazione nei confronti di quella che è la sua opera più particolare e complessa, Il Silmarillion. Attraverso le prime pagine, la Strazzulla dipana a grandi linee quello che è lo sfondo storico del mondo da lei immaginato, occupandosi solo in un secondo tempo di coloro che saranno i protagonisti della vicenda.
Primo fra questi è Lyannen, il quale, nelle intenzioni dell’autrice, dovrebbe rappresentare la figura dell’eroe emarginato, uno scarto della società desideroso di mostrare il proprio valore. Ma leggendo il romanzo qualcosa non torna.
Lyannen, infatti, è il figlio del più grande condottiero del popolo degli Eterni, è circondato da molti amici tra cui il nipote del re, ma soprattutto è ricambiato in affetto dalla figlia stessa del sovrano. Unico tratto che lo distingue dai suoi simili (e che sembrerebbe esserne la causa principale dei dolori) è il colore dei capelli, scuri anziché biondi o argentati come quelli dei suoi simili. Come motivazione non sta molto in piedi, tanto che l’immedesimazione da parte del lettore nei confronti del protagonista è alquanto ardua.
Peggio succede, però, con i comprimari, ridotti, tranne poche eccezioni come Slyman o il Solitario, a semplici marionette prive di personalità, il cui unico scopo all’interno della vicenda sembra essere quello di togliere d’impiccio il protagonista nelle situazioni più difficili. Lo stesso antagonista, il Signore delle Tenebre, alla fine non risulta nulla più che una parodia del tolkieniano Sauron.
La scarsa attenzione alla costruzione dei personaggi si ritrova anche in quello che è il vero difetto del libro: i dialoghi. Non solo risultano spesso banali e infantili (in particolar modo quelli riguardanti il Signore delle Tenebre), ma soprattutto i personaggi in alcune occasioni tendono a parlare troppo, tanto che quello che dovrebbe essere il colpo di scena finale del libro viene intuito senza troppe difficoltà già a un terzo scarso del volume.
Sebbene trama e personaggi non facciano gridare al miracolo, bisogna ammettere che la Strazzulla dimostra di possedere uno stile più che discreto, seppur in certi frangenti un po’ troppo ripetitivo e contorto (colpa soprattutto di una punteggiatura non sempre puntuale).
Alcuni passaggi, in particolare, risultano ben riusciti, merito di un buon ritmo e di una proprietà di linguaggio leggermente superiore a parte dell'italica concorrenza. Senza voler svelare troppo della trama è il caso, ad esempio, della scena della morte apparente di uno dei personaggi, all’interno della quale la Strazzulla riesce a esprimere in maniera efficace il disperato rifiuto di Lyannen di fronte alla tragica perdita.
Buone anche le descrizioni, tutte molto particolareggiate, seppur troppo simili tra di loro, soprattutto nella struttura, tanto che a lungo andare risulta difficile per il lettore immaginarsi le differenze fisiche che caratterizzano i vari personaggi.
Purtroppo, anche a fronte di uno stile valido, la lettura procede lenta, penalizzata da una struttura troppo spesso colma di dettagli superflui, oltre che lineare e prevedibile, e come tale incapace di avvincere i lettori di lungo corso. Va anche detto che Gli eroi del crepuscolo si rivolge prevalentemente a un fascia di mercato molto giovane e che quindi potrebbe sorvolare sulla presenza di alcuni topoi tipici di questo genere letterario o sulle incongruenze della trama (ad esempio, se la missione della Compagnia dei Rinnegati è segreta, perché festeggiarne la partenza in tutta la capitale del regno?).
Per concludere, Gli eroi del crepuscolo si presenta come un’opera incompleta, non tanto dal punto di vista stilistico (pur non esente da difetti), quanto da quello della costruzione della trama e della caratterizzazione dei personaggi. Difetti, questi, che paiono dettati soprattutto da qualche ingenuità di troppo, frutto di una tecnica che deve ancora modellarsi per bene tra le mani dell'autrice. L'augurio che, da lettore, posso fare alla Strazzulla è che impari da questi piccoli errori di gioventù e che possa un giorno dimostrare di non essere solo una brava descrittrice, ma anche una capace narratrice.
8 commenti
Aggiungi un commentoSì, avevo letto pure io al riguardo. Sembra però che in generale le case editrici italiane (non solo nel campo del fantasy) abbiamo puntato moltissimo sulle proprie giovani promesse alla fiera di Francoforte. Quello che però non ho capito è se, nel caso specifico della Strazzulla, sia già stato firmato un accordo per la traduzione del suo romanzo o se invece per ora si stia ancora cercando di promuovere il libro alla ricerca di un partner straniero.
eh, mi sa che, come disse quel Grande, "lo scopriremo solo vivendo..."
Non sono molto d'accordo con la recensione. E' vero: gran parte della storia è prevedibile, e molti personaggi mancano di personalità, insomma di difetti ce ne sono abbastanza. Però credo sia alquanto inevitabile ormai creare una storia fantasy "originale" o "completamente originale" che non ricordi uno dei libri di Tolkien. Anche perchè oggi è decisamente difficile scrivere un romanzo fantasy nuovo e stupefacente perchè ci ritroviamo con un'infinità di libri fantasy impossibili da non copiare accidentalmente anche solo in parte.
Io penso che questo libro non sia tanto male, e poi è stato scritto mentre l'autrice andava ancora alle superiori se non erro, e quindi sono convinta che la sua scrittura migliorerà molto nel tempo. Ciao da Sara ^^
Parto da una considerazione: quando giudico un romanzo non penso mai all'età dell'autore/rice, in quanto i dati anagrafici non hanno nulla a che vedere con la qualità o meno di un'opera. Perdona l'esempio politicamente scorretto, ma se Il signore degli anelli fosse stato scritto da un bambino di 8 anni con deficienze mentali, questo avrebbe reso il romanzo ancora più bello? A mio avviso no, quindi il fatto che Strazzulla fosse ancora una ragazzina quando a scritto Gli eroi del crepuscolo non giustifica gli errori (leggasi incongruenze nella trama e descrizioni sempre uguali in primis) del suo romanzo.
Seconda questione: è possibile allontanarsi da Tolkien? Certo che si può, e chi dice il contrario, perdona la franchezza, significa che non ha cercato bene Senza andare a parare su generi imparentati con il fantasy (come lo Steam Punk o il New Weird) ci sono un sacco di romanzo di "fantasy classico" privi di legami con i maestri del passato. Il primo esempio che mi viene in mente sono i recenti romanzi di Jaqueline Carey. Ma pensiamo anche a Ursula Krober le Guin o alla Marion Zimmer Bradley del ciclo di Darkorver, dove l'autrice, pur scrivendo alcuni romanzi di scarsa qualità (come La spada di Aldones), è saputa passare con agilità dal Fantasy alla Fantascienza.
Insomma, la narrativa fantastica offre ancora miriadi di territori inesplorati e dire che i legami con Tolkien sono ineludibili significa giustificare solo autori e autrici privi di grande fantasia nel creare le loro opere (ciao Cristopher )
è vero, forse l'opera segue molto il filo dei romanzi fantasy scritti in precedenza...ma devo cmq dire che la strazzulla ha cmq buone capacità...nn penso che sara volesse dire che xkè al momento della composizione del romanzo l'autrice fosse alle superiori, il libro debba essere + interessante...ma solo che visto il suo talento mostrato "già" alle superiori avrà tempo e tempo x crescere e mostrarci la sua fantasia!
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