In un mondo popolato da creature diverse e dove la pace è in costante pericolo, un soldato/detective armato di spada si muove tra creature fantastiche scoprendo il punto oscuro nella luce e quello chiaro nell’oscurità.
Elfi, goblin, orchi e sauri, maghi e nani... creature della notte e del giorno, che convivono in una pace mantenuta a fatica dall’Ordine della Guardia, braccio armato di un Consiglio in cui i rappresentanti delle varie razze cercano di trovare una pace collettiva attraverso un difficile dialogo condensato in una Carta dei Popoli. Ma basta un fatto insolito e terribile - in questo caso la misteriosa morte di un elfo trovato cadavere nella terra dei notturni e disprezzati goblin - perché il faticoso e instabile equilibrio sia messo in crisi. La guerra - il tremendo nemico di tutti - è dietro l’angolo.
Non ci vuole molto a capire come l’avvincente romanzo breve Il sangue dell’elfo, quinta uscita della nuova collana fantasy di Delos Books, Storie di draghi, maghi e guerrieri, sia una eccellente metafora di una situazione tristemente nota. E i più attenti sapranno cogliere i richiami alla scena internazionale, così come le influenze provenienti da altri generi. Il protagonista, ad esempio, Lukkar Montego, un Comandante dell’Ordine della Guardia, sembra catapultato di peso dal mondo dei romanzi della scuola hard-boiled, con il suo cinismo, la sua voglia di risolvere “il caso” affidatogli con metodi spicci e sbrigativi, la sua perseveranza nel condurre le indagini e i suoi gusti decisamente “umani” per l’alcol e le donne. Ma con un’etica in fondo semplice e chiara: evitare i guai, per tutti.
Come ogni giallo che si rispetti anche questo insolito romanzo fantasy ha un “gran finale”, inatteso come deve esserlo, ma chiarissimo nel suo messaggio. Che ribalta i termini della questione ponendo una domanda essenziale: “alla fine cos’è davvero il fanatismo?”
Kay Pendragon, Il sangue dell'elfo (2008), traduzione di Umberto Maggesi, Delos Books, Storie di draghi, maghi e guerrieri, pagg. 96, 5,90 euro.
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