Ha dato alle stampe nel maggio 2007 il suo primo romanzo fantasy dal titolo La Leggenda dei cinque Ardenti, firmandosi come Shanna O’Manley: ma l’autrice in questione è italianissima, è di Firenze, e si chiama Debora Vannini. Un’altra esponente del fantasy nostrano che viene alla luce per un caso puramente fortuito, e che ci fa domandare quanti altri ce ne siano là fuori che si nascondo fra gli scaffali delle librerie nostrane.
Noi di FantasyMagazine ne avevamo già parlato in questo articolo del maggio 2007, lasciando già allora intravvedere la possibilità di un volto tutto italiano dietro la maschera di Shanna O’Manley. Ora la conferma. Sappiamo tuttavia pochissimo di Debora Vannini, soltanto che abita a Firenze e che ha dato alle stampe questo suo primo volume all’età di 32 anni. Nell’attesa di una nostra prossima intervista per conoscere meglio un’altra esponente del genere fantasy nostrano, vi lasciamo con la quarta di copertina del suo primo romanzo.
"Sono trascorsi duecentoventidue anni dalla nascita di Elsinor, elfa di Boscargento. Ora il dono di Pirus sarà suo: che cosa aveva previsto il vecchio saggio tanti anni prima? Quando dal Nord discende un gelo innaturale e dal deserto avanza un popolo antico a reclamare la terra che gli fu tolta, agli abitanti del Regno, presi tra i Gelidi e i Tarraska, non resta che tentare un’arcana e pericolosa evocazione: in cinque saranno chiamati a trasformare se stessi per virtù d’una Pietra che conferirà loro un potere ancor più grande e terribile.”
“Tra scenari a volte violenti e inquietanti, in una rapida alternanza di luce e d’ombra, si snodano le vicende dei protagonisti, Elsinor di Boscargento e Claude il Bardo, punteggiate d’amore, d’amicizia, d’eros e d’umorismo. Costretti a sacrificare le loro precedenti esistenze, i Cinque Ardenti guarderanno dentro l’abisso più profondo per risalirne trasformati; ma in che cosa? Sarà la luce o sarà la tenebra a prevalere, e la rinuncia alla loro umanità troverà una degna ricompensa?"
La Leggenda dei cinque Ardenti di Shanna O’Manley, Gruppo editoriale Armenia, pagg. 537, 15,50 euro.
89 commenti
Aggiungi un commentocome al solito capisci quello che vuoi cpaire dagli interventi altrui. Dal momento che credo di essere una dei suddetti 'difensori', preciso alcune di cose:
1. io non difendo a spada tratta, contesto semmai l'opposto modo di pensare 'a prescindere' che tutti gli italiani faccian schifo e siano indegni di essere paragonati ai sacri e divini mostri angloamericani
2. precisato quanto sopra, è una posizione che mi sono fatta a ragion veduta, visto che ho letto Falconi, Troisi, Moony Witcher, D'Angelo, Gnone, Giannone, Debenedetti ma anche altri molto meno noti, e che piu' che fantasy scrivono Fantastico, come ad esempio Angela Catalini. Chiaramente tutti con diverso indice di gradimento.
3. non avendo il portafogli a fisarmonica, è ovvio che uno non puo' buttarsi a comprare tutto quel che esce: stabilisce delle priorità, e in questo FM aiuta molto con le anteprime. Ad es so che non leggero' Pan di Dimitri, perché è un tipo di fantasy che a me non piace. Poi magari - al'interno di quel filone - è un romanzo bellissimo, ma non è il tipo di Fantastico che piace a me.
Piu' chiaro adesso?
Riguardo a questo, devo confessare di soffrire di un certo conflitto di interessi: la Cris che legge è esterofila, adora autori prettamente stranieri e li considera dei must. La Cris a cui piace scrivere è italiana e vive in Italia. Ed è convinta che ispirarsi troppo a culture diverse dalla nostra non produrrà un buon fantasy, quindi legge con molto interesse tutti gli autori Italy (nuovi e non) che le capitano per vedere cosa combinano: al momento ha trovato qualche libro degno di nota, non di più.
Ma, imperterrita, continuo a leggere: credo che questo salto di qualità ci sarà
Per questo ho intenzione di procurarmi il libro di Shanna.
(Cris sono io )
ma va benissimo, non dico mcia che, essendo Italiani, sia proibito avere modelli di riferimento stranieri
ecco, questo è un atteggiamento intelligente, secondo il mio modesto parere...
Ad ogni modo faccio una contro-domanda a Erbetta è agli angloamericanofili a prescindere: com'è che son tutti così bravi, che Delos sta traducendo un sacco di gente che ha vinto un sacco di premi, eppure la collana Odissea fantasy vende pochissimo? Io la mia risposta ce l'ho ma prima voglio sentir la vs
Stavo per chiedere quando sarà disponibile il secondo volume ma temo di aver già avuto la risposta.
Mi fa piacere sapere che la stesura del seguito risale a un'epoca più recente, anzi, addirittura è in corso. Come ho già detto, si sente molto la differenza tra la prima e la seconda parte del primo libro che, come mi ha spiegato Debora è da riferirsi a due periodi differenti. Se il cambiamento di stile non è proprio uno stravolgimento totale, può essere interessante seguire l'evolversi della storia e l'evolversi dello scrittore.
Spero di trovare nel prossimo libro (innanzitutto spero di trovarlo, il prossimo libro!!) un cattivo con la C maiuscola. Savier mi ha un po' delusa e le due guerriere (quella gigante e quella dipinta delle quali mi sfugge il nome in questo momento) anche se ferocissime, mancavano del genio criminale astuto e perverso che ha reso grandi celebri certi personaggi del passato e del presente, per fare un esempio fra tanti il Coniglio Mannaro
Ciao a tutti e ad erbetta in particolare per la bella stroncatura che mi ha fatto su anobii! Sì, certamente ha messo ben in luce tutte le carenze di cui io per prima mi sono resa conto rileggendolo dopo parecchio tempo. Purtroppo si sente la discrepanza di scrittura tra quelle parti scritti a distanza anche di anni. Alcuni errori o mancanze di fluidità sono dovute pure ai tagli, ben 100 pag, che ho dovuto fare in tutta fretta. Altri li hanno fatti alla casa editrice, sul file che ho inviato non c'erano! Inoltre riconosco la mia ingenuità verso certi stereotipi fantasy, di cui mi sto rapidamente liberando, e sicuramente queste discussioni mi servono assai più dei complimenti, (o delle prese di giro di chi magari non ha neppure letto una pag del libro...)
Comunque mi sorprende la varietà delle reazioni. Una delle prime persone ad averlo letto, prima che fosse edito, è stata la prof. con cui mi sono laureata, che è niente meno che a capo del Dipartimento di italianistica dell'università di Firenze: a lei è piaciuto molto, si è divertita a leggerlo e fu lei a convincermi a inviarlo a degli editori. Insomma, ricevere dei comlpimenti da lei... per me fu come aver vinto il nobel!
Forse la diversità di impressioni dipende dalle aspettative, da come ci si pone a leggere una cosa e dalla diverse percezioni che ognuno di noi ha davanti ad un libro!
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