Arriva nelle librerie il primo romanzo di Matteo Mazzuca, La clessidra del potere, primo del ciclo di due romanzi intitolato L'ultimo pirata.
Milanese, diciannove anni, Mazzuca ha iniziato a scrivere a tredici anni. Scrive per tre anni, poi mette il romanzo in un cassetto. Dopo un anno lo riprende, lo rivede e lo spedisce a Mondadori, dove capita tra le mani di Sandrone Dazieri, notissimo scrittore di gialli ma anche notissimo editor che ha lanciato il successo editoriale di Licia Troisi che decide di pubblicare il suo romanzo.
Con Matteo Mazzuca, che è anche da tempo un lettore di FantasyMagazine, pubblicheremo prossimamente un'intervista per conoscerlo meglio.
L’Ultimo Pirata è una pura saga d’avventura, dove il coraggio dei pirati salgariani si amalgama alle cupe e nebbiose atmosfere alla Stevenson. Gli arrembaggi, i duelli, i tesori nascosti ne fanno un romanzo d’impronta apparentemente classica, ma in realtà innovativo e fuori dagli schemi, grazie alla presenza di elementi orrorifici e sovrannaturali che rivitalizzano il filone delle avventure piratesche, fondendolo con la narrativa di carattere fantastico.
Il volume è decisamente accattivante, rilegato, con copertina in rilievo e costine delle pagine dipinte di nero.
La quarta di copertina. Spinn è un ladruncolo di tredici, o forse quattordici anni. Non ricorda quanto tempo è trascorso dal giorno in cui è nato, ma non potrà mai dimenticare quello in cui suo fratello è stato rapito da una banda di pirati sanguinari. Da allora Spinn porta una promessa nel cuore: diventare un pirata e ritrovarlo.
Imbarcatosi nella nave del capitano Yellowbeard, combatterà battaglie all’ultimo sangue imparando che anche in un mozzo può nascondersi un pirata coraggioso, pronto a dare la vita in un arrembaggio.
Ma un’ombra demoniaca segue la scia del suo veliero: l’esercito dei non-morti è tornato, e la sua brama di carne umana sarà placata solo quando l’Oscuro Signore
stringerà tra le mani la Clessidra del Potere e catturerà Spinn.
Quale mistero lega un giovane mozzo allo strumento capace di donare il dominio assoluto sul mondo? La chiave per risolverlo è il più prezioso dei tesori, e la rotta per raggiungerla non è tracciata in nessuna mappa…
Matteo Mazzuca, La clessidra del potere (2008), Mondadori, 264 pagine, 17 euro.
26 commenti
Aggiungi un commentoOT: Io rimango dell'opinione che l'elemento "magia" da solo non basta a creare un'opera Fantasy, altrimenti si arriverebbe al paradosso che persino i testi religiosi sono dei Fantasy Infatti a tal proposito tempo addietro avevo creato una discussione specifica sul concetto lato e specifico di narrativa fantasy (mi pare s'intitolasse "le diverse faccie del fantasy".
mi dispiace moltissimo per il fatto ke la storia viene schiaffeggiata come si vede dalla copertina:è in pieno seicento,non nel 1720,che si parla di pirati a tortuga.cmq ci si passa sopra senza alcuna esitazionen mi sarei mai aspettato di vedere un mozzo che sa combattere così bene affrontando perfino il comandante dei nonmorti a duello da solo!atti di eroismo vari costellano in generele tutta l'opera,ma non scordiamo nemmeno il forte realismo:dettagli più o meno minuziosi riguardano varie scene d'azione e,come se stessimo vedendo un film,presentano scenari pieni di teste tagliate ruzzolanti per il ponte della nave o spade di uomini morti usate per gettarsi nuovamente a capofitto in battaglia.vai avanti così teo ke sei forte,non vedo l' ora di leggere anche il seguito.
Oltre ad essere una stupidata colossale: quando un capitano di una nave si arrendeva (ma anche no) veniva catturato, tenuto prigioniero in attesa che i parenti pagassero un riscatto... anche i pirati di oggi fanno così, d'altronde!
Come avrebbero dovuto guadagnarsi da vivere?
Da Wikipedia sul 1720
"sebbene nel momento della sua massima espansione, attorno al 1720, i pirati dell'Atlantico non superassero il numero di 4000, essi furono in grado di porre una pesante minaccia sullo sviluppo capitalistico dei commerci tra Inghilterra e colonie."
Non mi pare un errore così grosso dopotutto...
qualche volta le quarte di copertina sono fuorvianti... ma in questo caso devo concordare con Okamis (non che la cosa mi dispiaccia, anzi) mi sembra già sentita come storia.
La cosa non mi attira per niente. Se il ragazzo è bravo uscirà fuori con altre cose e forse un giorno, quando sarà più grande, leggerò qualcosa di suoi.
Da quando ho per errore letto Eragon ho deciso di smetterla con gli autori under 21
Non è neanche colpa dell'autore, in fin dei conti. Uno può scrivere quello che vuole, inventare particolari e presentare il lavoro all'editore, ma chi decide se il libro va sullo scaffale della libreria o nel cestino non è certo lui a deciderlo. E' questo che più di tutto mi fa roteare gli occhi Anzi, soltanto questo.
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