Sulla scia dei numerosi gruppi che hanno prodotto album ispirati al Signore degli Anelli (tra tutti Nightfall in Middle Earth dei tedeschi Blindguardian), nascono i musicisti del Wizard Rock, consigliati ai fan potteriani di tutte le età.
Musicalmente vicini a sonorità indie e alternative, gli artisti del Wiz Rock si discostano dal power metal, unico genere che finora era stato capace di trasporre in musica le suggestioni fantasy ispirate a opere narrative e cinematografiche.
Questo fenomeno era stato anticipato, ai tempi di Harry Potter e il Calice di Fuoco da canzoni come Can you Dance Like an Hippogriff, cantate dal performer dei Pulp, Jarvis Cocker, e da Phil Selway e Jonny Greenwood dei Radiohead nei panni delle Sorelle Stravagarie, gruppo rock popolarissimo tra i giovani di Hogwarts, durante il Ballo del Ceppo.
I testi dei Wiz Rockers si rifanno al magico universo di Harry Potter creato da J.K. Rowling: i maggiori esponenti del genere sono gruppi chiamati Harry and the Potters, Draco and the Malfoys, The Hungarian Horntails (gli Ungari Spinati in italiano, due fratellini di sette e quattro anni!), le cui canzoni (ammettiamolo, non sempre eccelse musicalmente) riprendono personaggi e situazioni dai differenti romanzi della saga potteriana. Un po’ di titoli? Save Ginny Weasley, Luna Lovegood is Ok, Griffindor Rocks.
Per conoscere meglio questo filone, ancora poco noto in Italia ma che sta poco a poco prendendo piede negli States, è nato il documentario We Are Wizards, attualmente in America nelle sale cinematografiche.
Il documentario presenta i fondatori del genere, i fratelli Paul e Joe De George, alias gli Harry and the Potters, vestiti dell’immancabile uniforme di Hogwarts, ovviamente della Casa di Grifondoro.
Dietro We Are Wizards, c’è il regista Josh Koury, che ha affermato che l’ultima cosa che aveva intenzione di fare era mettere in ridicolo i gruppi incontrati per produrre il documentario, a differenza di quanto nei fatti era accaduto in Trekkies, escursione nel mondo degli appassionati del fenomeno Star Trek.
“Era importante per noi” ha affermato il regista di Brooklyn “trovare delle persone che pensavamo potessero essere interessanti e avessero qualcosa da offrire”, aggiungendo inoltre che “In fin dei conti, il documentario non è realmente su Harry Potter. E’sull’essere creativi e sui diritti della creatività. In tutto il film penso che J.K. Rowling venga citata solamente una volta”.
Il documentario riguarda più in generale tutti i fan la cui passione per Harry Potter è andata oltre la lettura dei libri, seguendo le tracce anche di altri fan potteriani, creatori di siti internet dedicati al maghetto dagli accessi record: un nome su tutti, Melissa Anelli, webmistress del sito Leaky Cauldron e autrice di Harry. A History, racconto biografico del rapporto che lega la giovane neo scrittrice al fenomeno potteriano; nel documentario viene presentata anche la teenager Heater Lawver, organizzatrice di un boicottaggio ai danni della Warner Bros (che distribuisce i film di Harry Potter) dopo che la compagnia aveva iniziato a emanare ordini di ‘cessare e desistere’ ai siti online curati dai fan.
4 commenti
Aggiungi un commentoScream for me, Hogwarts!!!
Ma smettiamola, questo branco di nerd di Harry Potter non è nemmeno paragonabile ai Finley, figuriamoci ai Blind Guardian. Assolutamente ridicoli.
Credo che gente come i Led Zeppelin, i Rush, i Rainbow e altri, si sbellicheranno dalle risate a leggere certe affermazioni...
A me quello che continua a far sbellicare sono più che altro i colpi di 'cease and desist' che la Warner mena a destra e a manca ai ragazzini: primi i siti di HP, adesso le garage band. Un altro dinosauro che del marketing moderno e dell'evoluzione di certi schemi non ha capito una fava...
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