Da qualche tempo avevamo dato notizia della prossima pubblicazione della nuova trilogia, Leggende del Mondo Emerso, della autrice che ha conquistato in poco tempo migliaia di lettori e finalmente dal 18 di questo mese è nelle librerie il primo volume dal titolo Il destino di Adhara e sicuramente Licia Troisi otterrà i consensi ai quali è ormai abituata.
Pochi giorni prima era in libreria, e ne abbiamo parlato, lo splendido volume illustrato realizzato con l'illustratore Paolo Barbieri, Le creature del Mondo Emerso, dove l’autrice descrive nei dettagli tutte le creature e i personaggi descritti nella saga.
Licia Troisi ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2004 quando aveva solo ventiquattro anni, aprendo la via a autori italiani sempre più giovani, forse battuta in questa gara della verde età dalla palermitana Egle Rizzo che ha esordito nel 2001 ancora più giovane con il suo primo romanzo, Ethlinn La Dea Nascosta. Dopo queste due scrittrici sono arrivati autori giovanissimi come Chiara Strazzulla (Gli eroi del crepuscolo, Einaudi); Federico Ghirardi (Bryan di Boscoquieto, Newton) e pubblicato di recente Thomas Mazzantini (Garmir l’Eclissiomante, Baldini Castoldi Dalai) e lo stesso Matteo Mazzuca (L'ultimo pirata). Sembra proprio che il fantasy italiano sia ben vivo e vegeto e gli editori hanno aperto una gara all’autore più giovane.
Nel romanzo Il destino di Adhara siamo ancora nel Mondo Emerso, ma l’azione si sposta di cinquanta anni dopo la sconfitta della Gilda degli Assassini e si profila una nuova guerra, in questo contesto seguiremo le avventure di una ragazza senza memoria: Adhara.
L'autore. Di Licia Troisi, essendo ormai universalmente conosciuta, diamo solo alcuni dati essenziali: è romana, nata nel 1980 e, dichiara l’autrice, ha sempre amato scrivere, cosa che ha iniziato a fare non appena aveva imparato a leggere, a otto anni aveva già al suo attivo un romanzo di ben venti pagine. Si è laureata in astrofisica nel 2004. Durante l’università si appassionata ai fumetti e inizia a leggere fantasy. A ventuno anni inizia a scrivere le Cronache del Mondo Emerso e una volta terminato il lavoro invia il tutto alla Mondadori. Risultato: nel 2004 il primo titolo è in libreria e da quel momento non ha più smesso di scrivere, diventando l’autrice fantasy italiana più venduta nel mondo.
La quarta di copertina. Una ragazza si risveglia in un prato. Non ricorda come sia arrivata in quel luogo, non ricorda il proprio nome, e non riconosce neppure il proprio volto riflesso sull’acqua. Ma sul corpo porta le tracce di un passato che la richiama con forza a sé e che le manifesta i segni di un immenso, inquietante potere. Sarà l’incontro con Amhal, giovane apprendista Cavaliere di Drago, ad aiutarla nel lungo viaggio alla scoperta della propria identità e a darle un nome: Adhara.
Ma mentre è nel passato che Adhara deve tornare per trovare se stessa, è dal passato che Amhal deve fuggire per salvare la propria anima, contesa tra la luce e l’antico richiamo di un istinto feroce e mai sopito. Una scelta che sarà decisiva quando dalle periferie del Mondo Emerso giungeranno le prime notizie di un’oscura catastrofe, un’ombra che si addensa sul cuore dell’Impero, minacciando la lunga pace a fatica conquistata da re Learco.
Il destino di Adhara si legherà in modo indissolubile alle forze occulte che cercano di trascinare nuovamente nel buio il Mondo Emerso, in una guerra dove non saranno le spade a seminare morte, ma una nera pestilenza…
Licia Troisi, Il destino di Adhara. Leggende del Mondo Emerso – vol. 1° (2008), Mondadori, collana I Grandi, pagg. 458, euro 18,00.
70 commenti
Aggiungi un commento@Cocciuto: anche a me piace molto capire tutto di un personaggio utilizzando esclusivamente ciò che direttamente compie e dice (battute e azioni), a volte però delle precisazioni sui pensieri sono necessarie e spesso, non molti autori sono in grado di dare una buona caratterizzazione ai dialoghi in base ai personaggi (tutti parlano come se fossero un'unica persona, ossia l'autore. Quante volte abbiamo letto contadini analfabeti o truci carpentieri del porto parlare forbiti come se fossero appena usciti da Oxford?). Spesso quindi, per evitare il peggio, l'autore deve ricorrere all'inserimento di pensieri per controbilanciare le sue pecche nella caratterizzazione dei dialoghi. Tutto ciò vale, in misura più sfumata ma altrettanto importante, per le azioni (ossia un personaggio deve fare cose coerenti con ciò che è).
Licia non è malaccio nella caratterizzazione dei dialoghi, però forse non sentendosi del tutto convinta del risultato si sente in dovere di mettere delle riflessioni da parte del narratore, è parte integrante del suo stile e a volte sta bene come in altre invece no. Purtroppo, non tutti hanno la mano d'oro di un Dumas che riusciva a far sì dove appena leggevi una frase scritta di un dialogo capivi al volo chi era il moschettiere o un qualsiasi altro personaggio che stava parlando.
Tornando al discorso che ho fatto prima. Ovviamente per rendere una storia varia bisogna anche mettere delle figure discoranti da se stessi e dal proprio vissuto. Tuttavia bisogna riflettere molto, ma molto bene sulla scelta di come sarà il protagonista, trattandosi del personaggio perno da cui poi derivano buona parte delle vicende e dei messaggi dell'opera.
Un buon mix di dialoghi, azione e introspezione rende un libro un buon libro. Personalmente apprezzo lo scavare nei meandri della psiche di un personaggio (fatta bene, naturalmente ), così come dialoghi ben caratterizzati e veritieri (lo scaricatore di porto analfabeta che sembra appena uscito da Oxford citato dal Lan fa da esempio ; poi si può andare oltre il luogo comune, ma ci vuole anche una spiegazione. Es.: nobile caduto in disgrazia che ha perso tutto e lavora al porto per racimolare soldi, così da potersi pagare il viaggio per tornare alla sua terra e scatenare l'insurrezione per riprendersi il suo feudo. Queste comunque sono eccezioni; sarebbe bello vivere in un mondo, anche se fantastico, dove l'analfabetismo non esiste) e una buona d'ose di azione.
Ci sono autori, come nel ciclo del Campione Eterno, che hanno fatto dell'introspezione, o di uno degli ingredienti citati, il nucleo centrale della loro opera. Se realizzata nella maniera giusta, può essere apprezzata anche da chi non ne è un patito.
Poi dipende un lettore cosa cerca da un libro.
Purtroppo non si può aver tutto dalla vita e non si può accontentare tutti.
Un autore credo faccia le sue scelte, acuni di genere personale, altri guardano magari la vendibilità, altri si propongono appunto per una lettura semplice, altri magari non gli frega nulla e scrivono come gli pare.
Una scelta pure questa!
Come dicevo conosco una persona che sceglie di non pubblicare per le vie canoniche e poter presentare, un giorno chissà, la sua opera come lui desidera, senza rimaneggiamenti.
Se un giorno avverrà troveremo sicuramente dieci persone che lo apprezzano e altrettante che lo schifano.
Il mondo è bello perchè è vario e qualcuno disse pure perchè è pieno di matti!
E godiamocelo finché rimane così, finchè possiamo scegliere se leggere la Troisi che scrive semplice o quacun altro più forbito.
e sopratutto finchè possiamo incontrarci in queste sedi per discuterne allegramente!!!!
A proposito... io son cocciuto cocciutissimo.... sono diventato grande e mi sono iscritto
Sì Od, diciamo che la scelta del giusto mix tra descrizione di un personaggio "diretta" con dialoghi e azioni e introspezione scritta dall'autore dipende da un'illimitata serie di variabili che vanno innanzitutto dalla scelta stessa del narratore, della "persona" con cui si scrive, dallo stile dell'autore, dalla voglia che può avere di celare il vero carattere di un personaggio per fare colpi di scena (lo faccio o lo presento in un modo quando poi in realtà è altro). Più lo scrittore è abile, più riuscirà a mischiare tutti questi ingredienti sfruttando le sue abilità per farne qualcosa di memorabile, ma si tratta sempre di una miscela unica e soggettiva, non esiste e mai esisterà una "miscela" oggettivamente migliore per una certa categoria letteraria, una "formula alchemica", nonostante di questo spesso ciancino certi """esperti""".
Per sottolineare la soggettività della questione vi invito ha fare un parallelo tra "fuori i secondi" e "i libri che vi siete pentiti di leggere" in "leggere fantasy"
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