L'albo a fumetti che racconta le storie di Martin Mystère, personaggio ideato da Alfredo Castelli, raggiunge il ragguardevole traguardo dei 300 numeri. Un fumetto che ha sempre oscillato tra i generi, raccontando storie fantasy, fantascientifiche, thriller.
Dal 1982, anno di pubblicazione del primo numero, ha avuto alterne fortune. Attualmente la serie sembra godere di un buon "zoccolo duro" di lettori, che ogni due mesi, con fedeltà rinnovano l'appuntamento con il BVZM (Buon Vecchio Zio Martin).
Questo numero, oltre a essere il trecentesimo albo della serie regolare, è anche il quattrocentesimo albo edito da Sergio Bonelli ad avere per protagonista l'archeologo.
Doppio anniversario quindi.
Com'è tradizione in casa Bonelli, i numeri centenari sono a colori e non in bianco e nero. Tradizione nella tradizione, gli albi centenari di MM non sono solo a colori, ma "sui" colori, che diventano quindi protagonisti delle storie.
L'albo non presenta una sola storia, bensì otto mini-storie, tutte scritte da Carlo Recagno, e illustrate da otto diversi disegnatori. Sette di queste storie sono dedicate ciascuna a un diverso colore dell'iride. L'ottava è prologo, interludio ed epilogo delle altre.
Più in dettaglio:
Prologo - Intermezzo - Epilogo
disegni di Giancarlo Alessandrini
La storia che fa da filo conduttore per le altre sette comincia ad Agharti, mitica dimora del "Re del Mondo", dove arrivano, per una importante riunione, i Sette Signori dell'Iride, entità custodi del significato dei colori. Questa riunione potrebbe cambiare il destino dell'umanità, infatti le sette entità rischiano di prendere una drammatica decisione, che potrebbe privare l'umanità dei colori. Per dissuaderli da tale proposito il saggio Kut Humi, portavoce del Re del Mondo, già maestro spirituale di Martin Mystère, racconta loro sette storie, una per ogni colore, per convincerli a tornare sulla loro decisione.
La storia è buona e da modo ad Alessandrini di realizzare delle bellissime tavole di Agarthi, esaltate da splendidi colori.
Per nulla scontato il finale. ****
Verde - disegni di Gianni Freghieri
Il ritorno di un disegnatore storico della testata. La storia vede il ritorno di MM nella verde Irlanda, dove aveva incontrato parecchi anni fa, il piccolo popolo, in un albo disegnato anche all'epoca da Freghieri. La storia è poco più che godibile, e il disegnatore non sembra più a suo agio con il personaggio. **
Blu - disegni di Daniele Caluri
Storia natalizia di vago sapore dickensiano, avente per protagonista Java. Enfatica quanto basta, sembra un po' forzato l'inserimento di una digressione sul significato del colore blu, rappresentante la serenità, nel contesto. Tuttavia il finale è convincente. Buona la resa grafica. Caluri ha una eccellente capacità di raccontare per immagini. ***
Indaco - disegni di Corrado Roi
Una storia fantascientifica, citazione di un classico della avventura, She. Anche il significato dell'indaco nel contesto della storia è una citazione. Di più non si può dire trattandosi di una classico gimmick browniano, cioè di un finale basato su una rivelazione ad effetto. Semplicemente ottimi i disegni di Roi. ****
Arancione - disegni di Bruno Brindisi
La storia vede il ritorno della Pattuglia Temporale, già apparsa nell'albo Generazioni. Pieno di esplicite citazioni startrekiane, la storia parla dell'arancione, colore del brio e della versatilità, che stimola la resa intellettuale, e di Isaac Newton, che vive un momento di perplessità sul futuro della sua ricerca. Brindisi affronta con versalità l'impegno di una storia narrativamente ben costruita, che spazia dal settecento al lontano futuro. ***
Giallo - disegni di Rodolfo Torti
Il giallo come colore del "mystero". Un simpatico retroscena sulla giovinezza di Martyn Mystére, mentre tenta di realizzare il numero zero della sua trasmissione televisiva, subendo inopportuni sabotaggi. Un piccolo esempio di racconto giallo a congegno, nel quale l'inserimento del colore non è affatto pretestuoso. I disegni di Torti sono funzionali alla storia, pur senza eccellere. ***
Viola - disegni degli Esposito Bros
Il protagonista è Sergej Orloff, che affronterà gravi pericoli cercando antichi tesori in egitto. Ottimo l'incipit, che pone subito all'attenzione del lettore una situazione di forte tensione narrativa. Funzionali sia le digressioni sul passato di Orloff, che quelle storiche sul significato del colore viola nei secoli. Dinamici i disegni dei Fratelli Esposito. ***
Rosso - disegni di Lucio Filippucci
Jacques Mystère, antenato di Martin, si troverà al centro di una storia drammatica, dove il colore rosso rappresenta la rabbia, l'odio e la vendetta.
I disegni di Filippucci sono ottimi, sia nella resa degli ambienti storici che nella funzionalità narrativa. ****
Ovviamente anche le pagine redazionali sono colorate e incentrate sul significato dei colori. Realizzate con la consueta cura, completano il già ricco bagaglio di nozioni presenti nelle digressioni all'interno delle storie. ****
In conclusione il numero 300 di Martin Mystère non delude l'appassionato, ma è sicuramente da consigliare a tutti, come uno tra i migliori albi centenari bonelliani di sempre.
5 commenti
Aggiungi un commentoHo smesso da alcuni anni di leggere MM e con lui tutte le altre testate Bonelli con cui sono cresciuto. Il motivo principale è dovuto alla noia progressiva che provavo leggendo, con storie ripetitive, inutili e artisticamente risibili, a parte i disegni che a volte meritavano davvero. Questo numero 300 l'ho letto per caso, e l'ho trovato ancora più risibile e pretestuoso, con infodump e banalità a gogo. Un tempo la testata era un prodotto destinato a un pubblico di ampia fascia d'età, ora mi pare la copia conforme del cartoon di MM, almeno in quel caso i bambini non devono nemmeno sforzarsi di leggere...
Per la serie "I misteri della rete" va oggi in onda: "Ma come ci è finito sto topic qua?". Ad indagare sul mistero, ovviamente Martin Mystere
Beh, io di Martin Mystere ho letto solo alcune avventure. Le prime più che altro (lasciamo perdere l' ingarbugliato e oscenetto modo in cui Von Hassel, lo studioso alla ricerca della fonte dell' terna giovninezza, viene fatto tornare in gioco nell' avventura quando Martyn trova un robbottone atlantideo simile al Gundam ^^) e fin' ora quella che mi è piaciuta di più è quella con il vampiro.
Riguardo le testate in generale mi piaceva e mi piace Zagor, ma ho smesso di leggerlo da un paio d' anni mentre Tex già dal 99 a parte nel 2002 quando ci fu il "tremendo" (a livello di scenggiatura) ritorno di Mefisto che manco ho finito di leggere.
Von Hassel non ricordo se si chiamasse proprio così sinceramente.
"Questo numero 300 l'ho letto per caso"
Ma guarda un pò.
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