In questi ultimi anni la narrativa fantasy ha avuto una grande espansione con cento tipi di maghi e di magie, molte scopiazzature dei romanzi più famosi e una certa difficoltà a trovare idee originali.
Un'autrice che è emersa in maniera prepotente in questo campo è Naomi Novik con la sua serie del drago Temerarie con avventure che calano il lettore in un 1800 alternativo e un contesto storico senza maghi ne magia ma solo uomini e draghi.
Nel mondo alternativo descritto dalla autrice c’è una guerra tra Inghilterra e Francia e le due nazioni hanno un'aviazione composta da draghi pilotati o per meglio dire guidati da uomini.
L’idea dell'uso dei draghi come “aviazione” con un pilota è sviluppata in modo credibile con descrizione di battaglie aeree molto interessanti.
Il quarto volume della serie in libreria da questo mese di gennaio è intitolato Temerarie. L’impero d’avorio (Empire of Ivory, 2007). I titoli dei precedenti sono: Temerarie. Il drago di sua Maestà (Temeraire conosciuto anche con il titolo His Majesty's Dragon); Temerarie. Il trono di giada (The Throne of Jade) e infine: Temerarie. La guerra dei draghi (Black Powder War). C’è poi un quinto volume pubblicato nel corso del 2008 dal titolo Victory of Eagles.
Nel presente volume un’altra missione pericolosa attende il capitano Laurence e il suo drago Temeraire: raggiungere le sponde dell’Africa per trovare un rimedio alla malattia che sta decimando la “flotta aerea” inglese.
L’autrice:
Naomi Novik è nata a New York nel 1973. E’ americana con padre e madre di discendenze diverse, il primo ebreo-lituana e la madre polacca.
E’ laureata e ha un master in Scienze Informatiche. Ha partecipato allo sviluppo del gioco per pc, Neverwinter Night: Shadows of Undrentide, ma alla programmazione e allo sviluppo di videogiochi ha poi preferito la scrittura.
Ha esordito nel 2006 appunto con il romanzo His Majesty’s Dragon e in pochissimo tempo sono seguiti tutti gli altri.
Nel settembre 2006 Peter Jackson, il regista della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli, ha opzionato la serie di Temeraire, inclusi tutti i futuri romanzi.
Ecco la “quarta”:
Una tragedia si è abbattuta sulle forze aeree di Sua Maestà, la straordinaria flotta di draghi da guerra guidati da uomini valorosi contro le armate di Napoleone Bonaparte.
Un’epidemia di origine sconosciuta sta decimando i nobili ranghi inglesi, costringendo i pochi rimasti a disperate quarantene. Soltanto Temerarie e alcuni draghi appena reclutati e risparmiati dalla malattia si ergono a stremo baluardo contro le sortite sempre più ardimentose dei francesi.
Resta una sola speranza: Temerarie e il suo capitano Laurence devono raggiungere l’Africa, sulle cui spiagge sarà forse possibile trovare un rimedio per
debellare la misteriosa malattia mortale.
Naomi Novik, Temerarie. L’impero d’avorio (Empire of Ivory, 2007)
Fanucci Editore, collana Immaginario fantasy, pag. 416, euro 17,50
ISBN 978-88-347-1457-7
6 commenti
Aggiungi un commentoUh, non ci avevo fatto caso leggendolo, devo dargli un'altra occhiata ops:
Avendolo terminato da poco posso dire che per me è più o meno allo stesso livello dei precedenti. Quello che mi sembra mancare è forse la componente umana. Nel senso che l'unico personaggio un pò approfondito è Laurence, gli altri più che altro agiscono, sappiamo poco di loro, il minimo indispensabile affinchè la vicenda principale vada avanti, ma nulla di più. In compenso hanno più spazio i draghi, non solo Temeraire, il che a me va benissimo.
Guarda, la Novik (e mi riferisco ovviamente al primo libro :wink a mio avviso aveva dalla sua un'ottima idea, ma sfruttata molto male. A mio avviso se vuoi creare un romanzo di fantasy distopico devi avere non una buona, ma un'ottima conoscenza della storia del periodo che vuoi modificare. Nel primo romanzo della Novik non ho trovato ciò e mi è dispiaciuto (soprattutto Napeleone viene rappresentato come un cretino privo di genio militare O_o). Ma questo era il meno. Quello che non mi era piaciuto di quel romanzo erano proprio i draghi. Vada per rappresentarli come dei micioni con le ali (anche se, a questo punto, preferisco mille volte di più i draghi della Troisi, che almeno mostrano carattere), ma come giustificare il modo assurdo in cui si muovono e combattono? Se non ricordo male, la Novik specificava nel primo volume che Temeraire era l'unico drago capace di stare in volo senza mutare posizione (come i colibrì ^_^). Però...
...però in alcune scene gli altri draghi vengono abbordati dagli equipaggi sugli altri draghi o si prendono a unghiate senza cambiare posizione. : Ma allora Temeraire non era l'unico!? E poi, com'era possibile che draghi lunghi appena 15 metri siano in grado di trasportare cinquecento soldati l'uno? E' fisicamente impossibile anche per una semplice questione di spazio (oltre che di peso) :
Purtroppo, almeno in riferimento al primo libro, la Novik mi ha dato l'impressione di una di quelle tanti autrici che se ne fregano di documentarsi prima di scrivere. Il che è un peccato, perché, ripeto, l'idea era davvero buona.
(per dovere di cronaca, è comunque giusto ricordare che giusto un anno prima di "His Majesty's Dragon"era uscito un romanzo intitolato "American Dragons" di Mike Resnik, la cui trama era grosso modo analoga, seppur spostata ai tempi della Guerra d'Indipendenza americana; non ho però letto questo libro, quindi non so dire se sia meglio o peggio di quello della Novik)
Questa cosa dei draghi che trasportano non si sa bene come un sacco di persone c'è anche nel quarto libro. Può essere che si sia ispirata a quanto detto dalla McCaffrey nel ciclo di Pern, ossia che i draghi trasportano tanto peso quanto si sentono di portare, a prescindere da quanto questo sia. E ci sono altri dettagli sui draghi che stonano un pò, quasi sempre durante i combattimenti, non te li anticipo nel caso volessi leggere il libro
Quello che mi è piaciuto di più di questi draghi è che ragionano, non sono solo bestie da trasporto e sviluppano una loro personalità a seconda degli eventi che subiscono (beh, soprattutto Temeraire a dire il vero, ma nell'ultimo libro anche gli altri cominciano a maturare). Cosa che nel mio adorato Pern non succede, purtroppo, escludendo forse Ruth il drago bianco.
Concordo con te che tutte queste sviste siano però un pò troppe, alcune in effetti non le avevo notate, sto ancora sorridendo all'idea dei cannoni sulle navi che sparano palle a propulsione che arrivano ad altezze impossibili
Sto leggendo anche io questo quarto capitolo e condordo... un'ottima idea, non sfruttata appieno. Peccato, perchè avrebbe potuto essere un capolavoro e invece si attesta a un livello mediocre
La discussione non è recente e sono solo di passaggio, ma visto che quei libri li ho letti pure io, mi sembra giusto chiarire alcune incomprensioni.
Per prima cosa: il libro l'ho letto in inglese e non so se la traduzione in italiano rende bene certi passaggi.
I personaggi usano l'inglese moderno, ma la loro mentalità ed il loro modo di relazionarsi è quello di quel periodo storico, quindi è ovvio che praticamente nessun inglese parli bene di Napoleone, ecc. ecc.
Ma nel libro Napoleone viene comunque descritto come un genio militare per quel che riguarda le battaglie di terra (come era nella realtà) e con uso "all'europea" dei draghi.
Ed anche se è inesperto riguardo le azioni navali, comprende bene che quello e' il punto di forza dei britannici e proprio perchè è intelligente sfrutta il suo enorme vantaggio in uomini e draghi per aggirare il problema usando la sua flotta come esca per sviare le navi inglesi mentre si prepara a sferrare il suo vero attacco.
Se non ci fosse stato Temeraire con il suo asso nella manica, l'invasione avrebbe avuto successo.
Anche in seguito Napoleone si dimostrerà più intelligente dei leader suoi avversari nel tener conto delle sue limitazioni nella comprensione e nell'utilizzo dei draghi ed a comprendere i vantaggi di certe innovazioni; non è cosa da tutti.
Riguardo poi la questione dei cannoni poco realistici, anche le vecchie corazzate nate per avere i cannoni più potenti disponibili (e ottimizzati per il tiro controcosta ed antinave), furono poi dotate di cannoni di calibro inferiore ed ottimizzati in funzione antiaerea (sparare più in alto, ecc. ecc.) non appena gli aerei diventarono una vera minaccia.
Nell'universo narrativo di Temerarie e' probabile che venga usato questo approccio e/o che i cannoni non siano esattamente come quelli del "nostro" periodo napoleonico.
Anche in passato c'erano vari tipi di munizioni anche per i cannoni navali in base al bersaglio ed alla situazione, con il passare del tempo (a causa dell'aumento delle minaccie e delle situazioni di impiego) si è arrivati al punto che pure i cannoni da tank che hanno munizioni si vari tipi, tipo quelle anti-elicottero (dei veri e propri missili), le perforanti sottocalibrate (anti-corazza), quelle ad alto esplosivo, le "cannister" antipersonale, le HEAT (anticorazza del tipo "a getto di metallo fuso", ecc. ecc. tutte con proiettili e cariche di lancio ottimizzate in modi differenti.
Non è così strano che con la minaccia di essere attaccati da draghi si siano sviluppati cannoni e/o munizioni "antidrago" (infatti nel libro le munizioni "antidrago" che arrivano alle quote più elevate sono quelle "accecanti" quindi non le classiche "bocce di ferro" antinave).
Sono dei "micioni" solo nel confronto del loro capitano a causa dell'imprinting che hanno alla schiusa (e neanche tutti, quelli "selvatici" e quelli che rifiutano il capitano non sono così accomodanti).
Inoltre un elemento chiave e' che oltre ad essere quasi sempre seguiti dal loro capitano, quelli "addomesticati" sono sempre tenuti ben alimentati perchè questo contribuisce a tenerli calmi e tranquilli.
Poi nei libri successivi emergono altri elementi e non li definirei tutti dei "micioni".
Riguardo i combattimenti aerei, almeno nel testo originale in inglese si capisce che gli altri draghi si prendono ad unghiate mentre non sono in volo stazionario.
In altre parole un drago attacca direttamente l'altro anche piombandogli addosso oppure passandogli di fianco da dietro o da sotto a bassa differenza di velocità (con una differenza di "solo" 20..30Km/h già solo l'impatto è devastante, è come uno che ti piomba addosso correndo), gli avieri si allenano a cambiare velocemente posizione tra dorso e ventre, far buon uso dei moschettoni, ecc. ecc. anche per evitare di venir schiacciati o beccarsi un unghiata durante tali attacchi.
In alcuni casi i draghi finiscono pure avvinghiati, ecc. ecc. e se non si sganciano in tempo si schiantano.
Nel primo libro trasportavano in gruppo centinaia di soldati.
Inoltre viene detto chiaramente che non è noto come fanno a volare.
Le ali contribuiscono alla loro capacità di volo e manovra, si sa che hanno delle sacche interne (probabilmente contenenti idrogeno), ma il meccanismo di volo non viene descritto; in altre parole potrebbe anche essere che i draghi hanno degli organi interni che sono dei reattori biologici a fusione fredda abbinati a impulsori gravitazionali distribuiti nelle ossa alari o altro.
Non viene detto come fanno esattamente a volare, viene detto solo che hanno delle limitazioni di velocità e carico ma neppure quelle sono state ancora fissate del tutto sulla carta.
L'unico difetto del primo libro è semmai che gli indizi per capire chi sia veramente Temeraire (e che abbia un asso nella manica di quelli pesanti), ci sono a partire dal primo incontro con lo studioso di draghi (una volta che si tiene conto di chi era il destinatario originale dell'uovo e per quale drago viene scambiato prima che gli spuntino "barba e baffi".
A proposito, anche nel finale del quinto libro avviene un colpo di scena sconvolgente che sembra "buttato li" ma che invece è preannunciato già dal secondo libro, insieme ai motivi per cui non viene "sprecato" se non in condizioni di estrema emergenza.
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