Mark Barrowcliffe è il nome dell'autore di The Elfish Gene e allo stesso tempo ne è il protagonista: un dodicenne che, come altri venti milioni di ragazzi cresciuti a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80, decise di passare l'intera adolescenza facendo finta di essere un mago, un guerriero o un nano.
Come un novello Mark Renton (il protagonista di Trainspotting che sul grande schermo ha il volto di Ewan McGregor) l'autore, in questo libro uscito a fine 2008, ci guida alla scoperta della sua droga privata: Dungeons & Dragons il gioco di ruolo ideato da Gary Gygax e Dave Arneson, e pubblicato per la prima volta nel 1974.
"Nell'estate del 1976" si legge sul sito ufficiale dell'autore "un ragazzo di dodici anni ebbe l'occasione di essere normale e l'ha sprecata. Mentre gli altri teenagers si ribellavano, Mark... scoprì D&D e la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Non si accontentava più di essere Mark Barrowcliffe, un goffo e ordinario ragazzo della classe operaia di Coventry, Inghilterra; lui poteva essere Alf l'elfo, Foghat lo gnomo, o Effilc Worrab, un guerriero dalla testa d'asino."
"Armata solo di penna, carta e dadi questa generazione perduta si arrese alla mania dei giochi di ruolo fantastici e a tutto quello che andava di pari passo con loro dalla musica heavy metal ai fughi magici fino alla convinzione che la propria bicicletta fosse un cavallo di nome Shadowfax."
The Elfish Gene non è un romanzo su Dungeons & Dragons, non è un'avventura fantastica come la Storia infinita. Del libro si può dire che offre uno sguardo su quei pochi e orribili anni dell'adolescenza: il senso di inadeguatezza, la ricerca dell'identità, il bisogno di appartenere a un gruppo e tutto quello che ogni ragazzo, chi più e chi meno, ha provato.
Il ritratto tratteggiato nel libro è impietoso: Mark ne esce fuori come un ragazzino invitato a giocare solo perché ha i libri gioco più belli, come un ragazzino talmente compreso nel suo ruolo tanto da indossare un mantello e sviluppare un senso estetico legato a quello che avrebbe indossato il suo personaggio, come il creatore di una lingua tutta sua, l'incauto degustatore di funghi velenosi e come uno spericolato mago alle prese con palle infuocate realizzate con palloni e butano.
8 commenti
Aggiungi un commentoL'adolescenza a volte può essere davvero meschina, specialmente se non ti adegui al gruppo... questo libro potrebbe essere una riflessione interessante, oltre che bello da leggere....
Um...certo che lo sapevo... ops: ...
Concordo.
E' anche vero che ci sono - paradossalmente - dinamiche simili negli stessi gruppi di outsider.
Anche tra i nerd ci sono i "quarterback" e i nerd dei nerd.
Frequento spesso un negozio di miniature con sala annessa. E la questione che ci sia "quello che viene chiamato perchè ha i libri gioco più fighi" è drammaticamente vera.
Insomma, sfatiamo questa cosa che D&D sia il rifugio del nerd.
Alla fine l'adolescenza è un percorso di apprendimento, in cui si forma anche la sicurezza e il coraggio nelle relazioni. C'è chi ci arriva prima e chi dopo. Chi addirittura mai.
Ma D&D non è la riserva ultima dove i pavidi disadattati secchioni possono vivere la loro vita al riparo.
I ripari non esistono: ognuno deve crearsi le sue difese.
Questo sottile messaggio mi pare più interessante delle "cronache del disadattato fantasy", ormai diventato un clichè
Però il titolo del libro è geniale! D
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Eheheh sì, è vero!
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