«Mia signora, voi sapete che cosa deve fare una regina? Perché questo sarete, se sposerete mio figlio.» Non attese risposta e continuò. «Una regina è, per quanto sia spiacevole dirlo, colei che assicura a un regno una discendenza. Il suo ruolo è, certo, stare accanto a un sovrano, essergli compagna e consigliera, ma è soprattutto quello di generare una prole sufficiente a garantire la successione. Per una donna della vostra indole, significa rinunciare all’azione, all’intervento diretto nelle situazioni, demandando ad altri, a un marito, ogni decisione. Sposando Nimeon, potete scordarvi altre imprese, non potrete più usare la magia come fate ora. Non sarà più compito vostro. Vi dovrete adattare alla vita di corte, che significa poco più che curare i figli che darete a Nimeon, e alle chiacchiere inutili con i sudditi.» Si schiarì la voce. «Sara, mia moglie, accettò tutto questo con gioia, e non ebbe mai a desiderare altro; ma voi? Voi siete certa che l’amore di vostro marito vi basterà per essere felice?»

Il silenzio di Ester gli fece comprendere che non ci aveva pensato, che non aveva mai considerato sotto quel punto di vista il suo rapporto con Nimeon. Visto che lei taceva, il re proseguì.

«Quello che ho chiesto a Nimeon, e che chiedo a voi, è di riflettere sul significato della vostra decisione. Se il vostro affetto è nato sull’onda degli avvenimenti che avete affrontato, credo che dobbiate vagliare con attenzione se è in grado di reggere al di fuori dell’eccezionalità. Mi comprendete?»

Ester annuì. «Vi comprendo, signore, ma con tutto il rispetto, sta a noi compiere questa valutazione, e non a voi, o ad altri.»

Leah avvertì la voce di lei farsi più incerta, o almeno più conciliante.

«Infatti, come ho detto a Nimeon, non pongo alcun ostacolo alle nozze. Ma come padre di Nimeon, e come vostro amico, ho ritenuto mio dovere mettervi in guardia. Se mi sono sbagliato, ne sono doppiamente felice: per voi due, e per il regno, che avrà assicurata la successione. Nimeon non è più un ragazzino, è questione urgente che si sposi e dia al trono una sicura discendenza.»

Ester non replicò nemmeno a quella seconda ondata di consigli.

«Se intendete sposarvi all’inizio dell’estate, sarà necessario annunciare al più presto le nozze. Elian e Madan saranno liete di aiutarvi nei preparativi. Mi dispiace solo che Sara non possa vedere questo momento. Ne sarebbe stata estasiata. Bene. Se questa sera vorrete annunciare a cena la bella notizia, avrete in me tutto il sostegno che desiderate. Sono davvero contento che Nimeon abbia trovato una donna disposta a rinunciare a tanto per lui.»

«Vi riferite alla carica di consigliere e all’insegnamento?» chiese Ester frastornata.

Leah sorrise enigmatico. «Mi riferisco alla vostra indipendenza. Ora, scusatemi, ma sono atteso dal mio segretario. Ci vedremo a cena, più tardi.»

Ester si ritrovò sola nel giardino, maledicendo l’idea di uscire a camminare.

Leah aveva il dono sconcertante di coglierla sempre impreparata e nel momento meno opportuno. Si dovette sedere, ignorando il freddo e l’umido dell’erba. Aveva temuto con ragione di incontrarlo da sola, quell’uomo sapeva dove colpire, come colpire e lei era troppo fragile per reggere un confronto con lui. Se c’era una cosa che aveva imparato l’inverno precedente, era che padre e figlio per molti versi si somigliavano, e Leah sapeva come trovare le parole migliori, diretto quanto Nimeon se doveva raggiungere i suoi obiettivi.

Ma quanto aveva ragione? Ester non aveva mai pensato a quanto avrebbe rinunciato in termini di autonomia e libertà. Le era sembrato che Nimeon le offrisse qualcosa di molto più importante, ma ora si trovava a dover fare i conti anche con questi particolari. Non avrebbe sposato solo l’uomo, ma anche il principe, il cavaliere e il futuro re, e assieme a lui tutta la corte, le usanze e le abitudini delle Terre, anche quelle che fino ad allora aveva potuto snobbare in virtù della sua indipendenza e delle sue facoltà. Ma una regina non poteva andare dove le pareva, non poteva sparire per farsi un voletto in campagna. Senza contare che se da lei era richiesto un buon numero di figli, si sarebbe potuta scordare un sacco di altre cose. E come sarebbe stato partorire nelle Terre? Sara, a quanto aveva capito, con la nascita di Lexon ci aveva lasciato le penne. La Magistra deglutì, sentendo la gola secca.

Cominciò ad accarezzare l’idea di seguire il consiglio di Leah. Magari sarebbe bastato aspettare come voleva lui per avere la sua benedizione alle nozze e, in fin dei conti, anche a Ester sembrava che un periodo di rodaggio, per conoscere meglio la vita di corte e prepararsi a quello che l’attendeva, fosse una buona soluzione.