Tenebre e lacrime

Le stelle si spensero e la luna fu sommersa da un oceano d’antracite liquida.

Nella Punta Nord-Ovest regnava una tetra staticità. Una brezza leggera sospingeva nuvole di polvere lambendo le dune che si susseguivano nel Deserto dei Gorbin.

D’un tratto il terreno ebbe un sussulto. Una manciata di sabbia sprofondò in un foro piccolo come un anello, e in pochi istanti il cerchio si allargò di decine di metri fino a trasformarsi in una voragine gigantesca. All’interno del cratere qualcosa si mosse. Il silenzio fu squarciato da gemiti sommessi, cigolii e suoni stridenti.

Poi un boato rimbombò nella notte.

Una montagna di roccia emerse dall’oscurità. Un cono rovesciato la cui punta era conficcata nelle viscere della terra. Un labirinto di cunicoli di marmo scuro, di segrete, camere della tortura, celle marcescenti e pertugi asfissianti. Un laboratorio di magia occulta, un nucleo di dannazione, un regno di perdizione. Nove anelli di terrore, un unico dominio di sofferenza.

L’incubo di Estasia era tornato. Il Palazzo dell’Inverso era risorto.

[...] 

Improvvisamente un colpo di tosse lo fece sussultare. Allora aprì un cassetto e prese un fazzoletto. Si pulì la bocca con foga, e osservò inorridito il panno. Era sporco di sangue.

Crollò sulla poltrona fissando il Libro della Luce.

“Mossa astuta!”

“Dove sei?” urlò Disperio.

“Dove sono sempre.”

Un individuo ammantato di un saio di tela grezza stava in piedi di fronte alla scrivania. Il volto era nascosto da un cappuccio.

“Tu…”

“Io.”

“Il Boia!”

“Non sono un Boia. Perché ti ostini a chiamarmi così?”

“Che tu sia maledetto.”

“Sono solo una Voce.”

“Sei un servo!”

“Sono sempre stato un buon consigliere.”

“Cosa diavolo vuoi?”

“Parlare.”

“Non ho nulla da dirti!”

“Ne sei convinto?”

“Come hai fatto a trovare la mia stanza?”

“Nove Piani. In effetti è un Palazzo grande.”

“Il Palazzo dell’Inverso è inespugnabile.”

“Punto di vista che non condivido.”

Le mani di Disperio emisero un bagliore turchese. La sua voce si fece tagliente.

“Sarai polvere prima che tu possa dire un’altra parola.”

“Non dubito che tu sia capace di farlo, anche se… anche se il tuo volto è pallido, Signore. Ti senti bene?”

“Azzardati a continuare e te ne pentirai.”

Illustrazione di Estasia - Nemesi
Illustrazione di Estasia - Nemesi

“Lo so, potresti uccidermi semplicemente alzando una mano, ma servirebbe una magia potente che attirerebbe troppo l’attenzione. Chissà cosa penserebbero Domitilla, le Streghe Trigelle e i tuoi seguaci? La cartomante è indaffarata a progettare un piano diabolico, le Streghe sono impegnate a scatenare

la Frenesia su Estasia e i tuoi fedeli stanno radunando un esercito di Dragonici. Vuoi forse distrarli dai loro compiti?”

Disperio chiuse il Libro della Luce e lo avvicinò a sé. L’incappucciato inspirò profondamente.

“Il Signore del Male trascorre le sue giornate a pensare quale sia la chiave del potere racchiuso nelle Steli di Lumina e Cromina e i suoi seguaci sono stanchi di attendere.”

“La Torre Bianca cadrà tra pochissimo.”

“Non è la prima volta che ne discutiamo. Forse occorre un po’ più di fermezza e… acume.”

“Parla chiaro, servo.”

L’incappucciato si allontanò leggermente.

“Occorre valutare ogni possibilità. Conosci bene tua sorella, i Sette Canuti, il vecchio Cathbad. Non hai certo timore dei Paladini della Corona, visto che Danny Martine non è più al loro fianco. Perché ti ostini a studiare il Libro della Luce quando sai che il Caleidoscopio è l’unico strumento necessario per aprire il Varco? Il Sigillo del Triadema contiene il potere dell’Assoluto, imprigiona l’Assenza e racchiude Lumina e Cromina nel Libro della Luce. Che cosa te ne importa? Tutto questo avviene a Estasia, un mondo che ti sta stretto ormai.”

“Quindi?”

“Hai obiettivi ben precisi e sai come raggiungerli. Occorre solo stare attenti ai dettagli.” Continuando a indietreggiare, la figura era arrivata alla porta. “Ricordati: la sicurezza ti indebolirà, il dubbio è l’arma per ottenere la vittoria.”

“Io non ho mai avuto dubbi: il Caleidoscopio sarà mio!”

“Allora è giunto il momento di porsi qualche quesito, mio Signore, e di interrogarsi sulla fiducia che si ripone negli alleati. Domitilla e le Streghe Trigelle, per esempio.”

“Qual è il tuo scopo? Instillare in me l’insicurezza? Loro non oseranno mai…”

“Sono gli imprevisti a portare al fallimento una missione. Tempo fa tu stesso hai accennato a un problema troppo sottovalutato.”

Disperio nascose il Libro sotto la tunica.

“A che cosa ti riferisci?”

L’essere era già scomparso nell’oscurità, la sua voce giunse flebile come un sussurro.

“A una madre senz’anima, alla Madrina di Lacrime.”

Raffiche rabbiose sferzavano la foresta di Passo Oscuro, piegavano le fronde degli alberi, strappavano foglie e rami e li trasportavano lontano, fino alle rive del Lago dei Sospiri. Il gemito del vento rendeva ancora più sinistro quel luogo abbandonato […], neppure la Dama del Ruscello osava più apparire nelle sue acque nere come carbone e dense come olio.

In quella notte buia un’entità stava per risorgere, un male profondo, una creatura dannata, l’essenza del dolore.

Tutto avvenne in pochi istanti. Una bolla affiorò, una mano adunca come un rostro emerse dalle acque, un’ombra avanzò sulla melma e un sospiro sfumò nel ruggito del vento.

“Beltane…”

Le piante appassivano a ogni suo passo, la terra si tramutava in pece sotto i suoi piedi. La donna scostò i capelli melmosi appiccicati al volto e spalancò gli occhi neri come laghi di tenebra.

Un lamento cupo echeggiò nella piana.