Sei uno scrittore lento o veloce, meditativo o istintivo? Tecnica a macchia di leopardo o disciplinato con ruolino di marcia? Imbrigli i personaggi o lasci che siano loro a decidere quale percorso deve seguire la vicenda?

Veloce e istintivo. Per questo cerco di essere disciplinato e di lavorare un po’ tutti i giorni (altrimenti rischio di perdermi per strada). Anche la trama è piuttosto libera: di solito so dove i personaggi dovrebbero andare a parare, ma se loro sono fermamente decisi a comportarsi diversamente li lascio fare. Chi sono io per costringerli? E poi spesso in questo modo la storia prende direzioni imprevedibili e più interessanti.

Come è nato La corsa della Bilancia? E a cosa stai lavorando ora?

Come dicevo prima, La corsa della Bilancia è nato dopo la fine dell’università, e precisamente in Svezia durante la mia vacanza post-laurea. Il freddo e quel posto così diverso dall’Italia hanno fatto scattare qualcosa, e non appena tornato a casa mi sono tuffato sulla storia che avevo in mente. Adesso finalmente ci sono persone interessate a leggere quello che scrivo, perciò mi sono messo a lavorare con impegno su diverse cose nuove, fra cui un’ucronia che ha anche elementi fantastici. Sono solo alle fasi iniziali del lavoro ma mi sto divertendo molto, ed è quello che conta per me.

Pensi che in Italia si possa vivere “solo” scrivendo fantascienza o fantasy?
L'autore, Davide Morosinotto
L'autore, Davide Morosinotto

Me lo auguro! Ma penso che derivi da una serie di fattori, tra cui la bravura e soprattutto la fortuna. Inoltre penso che occorra chiarirsi su cosa vuol dire vivere “solo” scrivendo. Se si intende campare con i diritti d’autore, la vedo un po’ dura (a meno di non scrivere Harry Potter). Però conoscendo alcuni scrittori professionisti mi sono reso conto che sono impegnati in una serie di attività comunque legate alla scrittura: collaborazioni con i giornali, progetti editoriali, a volte programmi TV come fa Lucarelli con Blu Notte. E in questo senso penso che vivere scrivendo sia un obiettivo (un po’) più a portata di mano… Io spero di riuscirci, un giorno, anche perché non pretendo chissà che stile di vita: mi basta poter pagare l’affitto e fare la spesa quando serve.

Quale consiglio ti sentiresti di dare agli scrittori esordienti? Partecipare ai concorsi? Affidarsi a un agente investendo una somma di denaro? Inviare a qualche editore? Cosa fare?

Per quanto mi riguarda, a me è andata bene con i concorsi. Ogni cosa che sono riuscito a pubblicare fino a oggi è arrivata grazie a un premio, quindi per me è stata la strada giusta. Hai il vantaggio di far leggere le tue cose a persone competenti, ed è uno dei pochi casi in cui le famose “conoscenze” non contano.

Una cosa che ho imparato tardi e avrei voluto sentirmi dire prima è che lo scrittore non deve essere isolato dal resto del mondo… Sono un tipo timido, ho sempre avuto difficoltà a dire agli altri che scrivevo, o a chiedere a qualcuno di leggere le mie cose. Ma in questo modo si perdono molte occasioni. Non appena sono riuscito a vincere la timidezza, le cose hanno cominciato ad andare meglio. Ora sto sforzandomi di migliorare le mie capacità di pubbliche relazioni.

Fantasy

Cosa ti affascina del fantasy e cosa non ti piace?

Mi affascina la sua capacità di costruire mondi e di spezzare una serie di regole e convenzioni della nostra realtà per proporne di nuove. Non mi piace, in sincerità, quando queste infinite possibilità si riducono al cliché e alla ripetizione della solita Terra di mezzo con elfi e nani…

Ultimamente il genere fantasy sta conoscendo una nuova stagione di enorme successo, sia in libreria, sia al cinema. Secondo te per quale motivo? Cosa riflette questa popolarità?

Il fantastico è un genere speculativo, ci dice cosa faremmo e come saremmo in situazioni completamente nuove e diverse dalla nostra. In un certo senso, secondo me, nel fantasy come nella fantascienza si parla del nostro presente anche quando apparentemente siamo in un contesto del tutto diverso. Non per niente tra i più accaniti lettori di fantasy ci sono i ragazzi e i giovanissimi, che sono impegnati nella scoperta del mondo e forse sono più sensibili a questi aspetti.

E’ un genere, per te, che si avvia verso un periodo ancora più fiorente o si tratta solo di un fuoco di paglia?

Dipende. Penso che il futuro del fantasy sia legato agli scrittori. Se scrivono buoni libri che piacciono agli altri… Poi, è ovvio che in un periodo in cui il genere “tira” vengano pubblicati anche molti più romanzi che non sono capolavori indimenticabili. Ma credo che i buoni libri trovino sempre il modo di emergere e di restare nel tempo.

Un fantasy che ti piacerebbe aver scritto è…

Neverwhere di Gaiman.

Leggi fantasy italiano? Che ne pensi?

Cerco di non pormi mai la domanda su chi ha scritto un libro, ma solo se un libro è valido. Pan di Dimitri, per esempio, è un romanzo splendido al di là del fatto che l’autore sia italiano. E mi sembra che ci siano molti autori italiani che hanno lavorato o lavorano sul fantastico ad altissimo livello: Baccalario, Evangelisti, Baldini… Per non parlare di mostri sacri assoluti come Calvino o Buzzati.

Dimmi la prima cosa che ti passa per la mente, meglio un aggettivo, per…

a.      J.R.R. Tolkien:  classico. Se si parla di fantasy, occorre passare da qui.

b.      J.K. Rowling: strutturata. Penso che la trama di Harry Potter sia un meccanismo a orologeria quasi perfetto, è sempre coinvolgente e usa un sacco di tecniche interessanti che mi piacerebbe saper padroneggiare bene.

c.      Marion Zimmer Bradley: epica.

d.      Michael Ende: fantastico. Ha la capacità di creare mondi coerenti, realistici e in grado di far sognare. “La storia infinita”, “Momo” e “La notte dei desideri” hanno segnato la mia infanzia.

e.      Neil Gaiman: urban. L’ho letto in un periodo in cui ero stanco di fantasy “alla Tolkien”, e nei suoi libri ho trovato esattamente quello che cercavo. Però lo preferisco come romanziere che come fumettista.

f.       Pierdomenico Baccalario: eclettico. Ha la capacità di raccontare storie con una naturalezza disarmante.

g.      Alan D. Altieri: ammetto la mia ignoranza, me l’hanno consigliato ma non ho ancora letto niente di suo…

h.      Valerio Evangelisti: intellettuale. Uno degli autori che seguo e apprezzo di più, da Eymerich a Tortuga ai romanzi storici.

i.        Licia Troisi: blogger. Nel senso che seguo il suo blog ma ho letto troppo poco dei suoi libri per dire qualsiasi cosa. Penso però che, se ultimamente gli editori italiani si interessano molto al fantasy, senz’altro il merito è anche suo.

j.        e… Davide Morosinotto: non lo so, spero… simpatico?