Hai qualche modello come traduttore? Ci sono maestri in quest’arte tanto delicata che senti ti abbiano influenzato?
Certo che ce ne sono, di traduttori italiani bravissimi! Veri e propri maestri, sebbene i miei preferiti abbiano spesso una certa età: credo che questo sia dovuto soprattutto a una maggior esperienza, ma anche al fatto che anni fa, quando loro si sono formati, nelle case editrici si faceva più “lavoro di bottega”, si dedicava più tempo, più cura a una traduzione. E poi forse le nuove generazioni rischiano di dimenticare che lingua ricca sia l’italiano, magari anche per colpa della TV… Comunque il primo modello di traduttore che mi viene in mente è Francesco Durante, che ha tradotto quasi tutto John Fante in maniera magistrale.
Un libro che ti piacerebbe aver tradotto è…
Forse proprio Lolita, anche se non credo proprio che sarei riuscita a eguagliare la meravigliosa versione italiana di Adelphi, nella ormai classica traduzione di Giulia Arborio Mella.
Per concludere, vuoi darci un consiglio di lettura?
Me ne chiedete uno solo, meglio così, altrimenti dovrei citarne troppi… Esiste un libro bellissimo, tradotto divinamente, che piace a tutti, ma proprio a tutti, l’ho sperimentato di persona: l’ho prestato a persone che non leggevano mai libri, o non ne leggevano più, e anche a lettori forti, e tutti ne sono rimasti affascinati, lo hanno “divorato”: è Il profumo, di Patrick Süskind. (Che contiene tra l’altro almeno un elemento fantasy: l’olfatto sovrannaturale del protagonista). In seguito ho scoperto che lo consiglia anche Daniel Pennac nel suo libro sulla lettura, Come un romanzo. Se non lo avete ancora letto, fatelo: vi assicuro che vi sorprenderà! E fate sapere se vi è piaciuto!
6 commenti
Aggiungi un commentoE' questo lo scopo dell'intervista... Stai sintonizzato... Altre interviste simili arriveranno presto..
ciao
Grazie, ho visto la news anche nell'altro 3d, certo che sono un po' scatenati (compresa la collega), ma il mondo è bello perchè...
Bella intervista sì e che apre un fronte interessante!
Copio e incollo letteralmente dall'intervista:"A volte mi è capitato di tradurre libri di autori, in qualche caso anche di una certa fama, che scrivevano davvero male, e lì sì che ho “tradito” a tutto spiano! Non mi sono posta il problema della fedeltà, se non altro perché tradendoli sentivo di fare loro un favore! E a quel punto il traduttore svolge anche un lavoro di editing, come al solito nell’ombra…"
D'accordo su molte cose, ma oserei dire che questa è la frase che mi ha dato più fastidio di tutta l'intervista... nessuno dice che autori famosi scrivano bene per diritto di cronaca(anzi), ma caspita, dire che 'travisando un po'' un testo che a lei non piaceva ha fatto un 'favore' all'autore mi pare un filo troppo : , come dire, presuntuoso : anche prendendo la cosa in senso buono. Piccolo esempio: ho letto un lavoro(che ritengo bellissimo) di Robin Hobb in lingua originale e in italiano. la traduzione it era ben fatta e tanti complimenti... ma l'ho letto anche in tedesco e qui se avessi conosciuto solo quella lingua avrei odiato quest'autrice; forse, azzardo, al traduttore non piaceva il testo e ha fatto qualche passo di troppo nel 'migliorarlo'? sono d'accordo che si tenga lo spirito del libro e si spostino le cose se necessario, ma la domanda scomoda che voglio fare a chi passa sdi qui è, in sostanza: come decide un traduttore chi scrive bene e chi male? non si scivola un po' troppo sul gusto personale, così?
Sono affascinata.... sono una grande appassionata di fantasy, e provo un forte fascino per l'arte della traduzione...
Ma questa intervista manca di sottolineare quale sia il percorso necessario a diventare una traduttrice. Bastasse davvero presentarsi ad una casa editrice e dire "eccomi qui, so l'inglese ed il giapponese, ecco le mie credenziali, mettetemi alla prova affidandomi una traduzione".... allora avrei già trovato lavoro.
difficile fare il traduttore perché è difficile essere nella testa dell'autore... diciamo che il traduttore può dare un'interpretazione di un testo. più o meno come un attore che interpreta una parte... se l'attore è bravo e il testo vale allora forse sarà un successo
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