È possibile con il fantasy inviare messaggi importanti o è un genere utile solo come intrattenimento? E anche se fosse solo intrattenimento, sarebbe poi un male?
Certo che no, saper intrattenere è un merito enorme. Il genere secondo me è il mezzo, l’ho già scritto altre volte. Dipende da chi lo usa, la scelta del mezzo che ritiene di volta in volta migliore per quello che ha in mente. Così come nella fantascienza si può scrivere dell’ottima space opera avventurosa, nel fantasy si può cercare maggiore impegno. L’importante, certo, è il risultato, che è comunque sempre interessare il lettore. Una brutta space opera, stupida e insensata, o un fantasy impegnato noioso come la fame non servono a nessuno. Prima di tutto il lettore.
Tornando al discorso che facevo prima, per me personalmente non è un caso che mi senta portata a scrivere fantasy, attualmente. E non è per sfruttare mode, ma perché mi trovo a mio agio, per dire alcune cose che ho voglia di dire, più che nella fantascienza (che pure continuo a scrivere, in contemporanea, ma su altri temi).
Ad esempio con il mondo della Regola mi sono divertita a immaginare una società sessualmente aperta e con la parità dei generi, ma al tempo stesso opprimente per altri motivi, nemica della libertà di pensiero, fortemente gerarchica, stratificata e assolutista. Mi piaceva l’idea di base di far convivere questa contraddizione.
Un fantasy che ti piacerebbe aver scritto è…
La storia infinita di Ende. I viaggi di Gulliver. O un qualche grandioso poema epico-mitologico, non importa di che area geografica: indiano,cinese, celtico, mediterraneo.
Leggi fantasy italiano? Che ne pensi?
Non quanto vorrei, purtroppo. Ma mi riprometto di rimediare. A mia discolpa, posso solo ripetere che ultimamente ho trascurato proprio la narrativa in generale. Ma credo nel fantasy italiano, credo che ci siano stimoli e vivacità e si stia facendo le ossa, se solo non gli si tarperanno le ali sul nascere. Credo anche nel confronto, nel dialogo e nell’appoggio reciproco fra autori che si sta creando. E’ una bellissima cosa, fare fronte comune per crescere insieme. Sono belle le iniziative come la tua antologia. Io mi sento un po’ ai margini di tutto questo per limiti vari,di impegni e di età, ahimé; mi è difficile partecipare concretamente alle varie iniziative, agli incontri, ai dibattiti. Ma sono solidale.
Dimmi la prima cosa che ti passa per la mente, meglio un aggettivo, per…
(Premesso che alcuni di questi autori li conosco poco, per cui sarebbe presuntuoso giudicarli, diciamo… un aggettivo di impressione, una associazione di idee.)
a. J.R.R. Tolkien: monumentale
b. J.K. Rowling: incisiva
c. Marion Zimmer Bradley: noiosa
d. Neil Gaiman: superficiale
e. Frank Herbert: epico
f. Valerio Evangelisti: corrusco
g. Licia Troisi: tempestiva
h. e… Milena Debenedetti: trasparente.
Mi sento sincera in ogni cosa che scrivo. Questo per concludere è tutto ciò che posso dire di me.
6 commenti
Aggiungi un commentoBell'intervista, Milena.
Mi sono ritrovato in modo oserei dire tragicomico in molte delle tue affermazioni, soprattutto nelle prime due pagine (quelle, cioè, che riguardano la vita di scrittura, il rapporto con essa e con la vita che le gira attorno). Be', il tragicomico credo che tu possa capirlo molto bene, dato che vivi le stesse "peripezie" che vivo io, quotidianamente. Diciamo che, forse, chi non vive le stesse cose, non lo può capire fino in fondo.
Spero di rileggerti presto, ma ormai non riesco più promettere cose a nessuno, nemmeno a me stesso!
(Per inciso, anche io ho fatto il tentativo di andare a briglia sciolta e, devo dire, mi è servito: non lo farò mai più! Sei stata più elastica di me: io mi sentivo perduto e, alla fine, mi sono perduto. Sento d'aver gettato al vento due mesi di tempo buono per scrivere.)
Ciao, grazie per il commento, sempre bene accetto. Mi fa piacere che ti ritrovi nelle mie vicissitudini scrittorie.
Riguardo lo scrivere a briglia sciolta, ripeto, era la prima volta che mi capitava in vita mia e non so se mi capitera' piu'.
E' un miracolo che abbia costruito una storia tenendo tutte le fila piu' o meno a posto, scrivendo alla giornata e improvvisando senza uno schema scritto. Ebbene si', confesso tutto a questo punto. ops:
Pero' sentivo in me una inconsueta energia che doveva sfogarsi, un processo strano e quasi automatico. E che e' stata "catalizzata" dalla tastiera del vecchio pc con windows 3.0 : e senza questa maledetta/benedetta rete divora anime.
Purtroppo, il lato negativo e' che questo tipo di energie nascono, almeno per me, da momenti non particolarmente favorevoli della vita.
Speriamo che almeno ne sia venuto qualcosa di buono.
Dal citare Drizzt, uno dei problemi di stomaco del fantasy, (come un paio di anni fa) a Howard e, soprattutto, a "la vera storia di Long John Silver" (gran libro, anche se continuo ad amare ancora di più il vero Long John di Stevenson) il passo è lungo e piacevole.
Come usa dire, i giudizi lampo possono essere così ingiusti ((C) T. Pratchett) ed il sarcasmo, specie il mio, può essere fuori luogo.
Gran bella intervista, anche se non sono in grado di apprezzare le peripezie della scrittura (per dirla con il sempre semanticamente corretto Negrore) che mi sono abbastanza ignote.
In ogni caso, mi ha fatto pensare che mettere in cantiere l'acquisto possa essere una buona idea.
Certo il fatto di aver abbastanza gradito il suo predecessore, può influire, anche se il mio retto consiglio mi ricorda che negli ultimi mesi non sono stato in grado di terminare la lettura di un romanzo e ne ho anche messi (inaudito!) un paio intonsi sullo scaffale.
Mala tempora currunt da questo lato del Lete, ma chissà... forse domani, forse l'autunno riporteranno il solito pantagruelico appetito narravativo e sarà prudente avere roba pronta.
Per il resto, lieto di rileggerla, Madame!
Quell'intervista, a posteriori, fu un errore. Non e' che io sia cambiata tanto in due anni, (anzi, Howard a dire la verita' l'avevo citato anche allora), ma avevo cercato di dare un tono piu' allegro che fu scambiato per frivolezza, superficialita', o, peggio ancora, sprezzo della materia stessa che scrivevo e dei suoi lettori. Niente di piu' sbagliato.
Non volevo far pensare che il mio libro fosse una palla, finii per convincere senz'altro molti che dovesse essere una scemenza.
Non volevo fare l'intellettuale o l'ispirata, feci la figura dell'improvvisatrice.
Insomma, un disastro. Non entrai proprio in sintonia con gli appassionati, complice il fatto che le mie letture fantasy sono parecchio a spot, anomale e variegate.
A parte la simpatia per il "personaggio" Drizzt, solo per il personaggio, che confermo.
Insomma, ho sbagliato una volta non sbaglio piu', citando l'immortale poetessa Caterina Caselli.
Grazie, e grazie per l'apprezzamento dell'intervista. Speriamo di aver cancellato quella falsa impressione di me.
Riguardo la lettura, bene spero proprio che ti torni l'appetito narrativo.
E oserei, molto presuntuosamente, ritenere che questo mio secondo libro possa reggere la sfida.
P.S: finito "la vera storia di LJS". E' uno di quei libri magnifici che sono come una boccata d'aria pura. Salmastra, in questo caso
Bell'intervista! Brava Milena!
E auguriamoci davvero che questa "Cenerentola" possa incontrare la sua fata buona
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