La serie dei Tyrants and Kings (Principi Tiranni), pubblicata in Italia da Fanucci, ci aveva offerto un John Marco dedito al fantasy adulto, epico e militaristico. Con Starfinder l'autore inizia per la Daw Books la nuova serie degli Skylords, e punta maggiormente al pubblico dei giovani adulti e dei ragazzi.
La magia non è scomparsa dalle ambientazioni di John Marco, ma la tecnologia sta prendendo piede, con elettricità e macchine a vapore. In questo mondo in rapida trasformazione seguiamo la storia di un ragazzino orfano, Moth of Calio, che sogna di prendere il volo in un dirigibile e diventare un Cavaliere del Cielo.
Ma esistono altri dominatori dell'aria, gli Skylords, esseri sovrannaturali che hanno comandato i cieli da tempo immemore e devono fare i conti con i nuovi venuti. E proprio nelle terre dove gli Skylords hanno la propria dimora Moth si dovrà rifugiare, per proteggere un talismano magico affidatogli prima di morire da Leroux, il suo tutore.
In questa terra troverà esseri mitici e fatati, contraltare del suo mondo tendente al moderno (una modernità se vogliamo un po' steampunk, con macchine e polvere da sparo).
Avremo, con la storia di Moth, avventura e scoperta, nella cornice da romanzo di formazione, il tutto in un'ambientazione che mescola elementi molto diversi per arrivare a stimolare la meraviglia nel lettore. Sarà un successo? Sicuramente accende la curiosità: ci auguriamo di vedere Starfinder tradotto in italiano.
3 commenti
Aggiungi un commentoInteressante, la copertina mi rimanda alla mente i Dragonieri della McCaffrey.
Mah... sono alla fine del secondo volume della trilogia dei Tiranni, sinceramente sono parzialmente deluso da Marco, da come mi era stato descritto e dall'inizio della saga mi sarei aspetteto molto, ma molto di più.
L'autore ha sicuramente dalla sua l'originalità dei personaggi, dei paesaggi e sopratutto una trama ben al di fuori dei classici clichè del genere, tuttavia la tram eè piena di errori e incongruenze che la rendono poco credibile, inoltre i personaggi sono troppo discontinui e "leggeri".
Dubito che avrò mai voglia di leggere qualcosa di quest'autore adatto ad un pubblico di adolescenti...
D'accordo con te. E il terzo è il peggiore di tutti.
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