L’impero romano è alla sua massima espansione. Siamo all’inizio del II secolo d.C., e l’imperatore Traiano, preoccupato di rafforzare la frontiera sul Danubio, muove guerra a Decebalo, re della Dacia.
È questo il contesto in cui si muovono Tiberio Claudio Massimo e suo fratello Marco, protagonisti di Un eroe per l’impero romano.
Dopo 300 guerrieri e Jerusalem il romano Andrea Frediani torna alla narrativa con un romanzo dedicato al periodo più luminoso dell’impero costruito dalla sua città natale.
Nato nel 1963, fin da bambino si mostra affascinato dai grandi eventi del passato, leggendo a soli otto anni opere come La storia di Roma di Indro Montanelli. Del tutto naturali divengono quindi gli studi al Liceo Classico prima e la laurea in Lettere – con una tesi di Storia Medievale – poi.
Durante gli studi universitari non trascura l’altra sua grande passione, quella per la musica. Oltre a suonare la batteria fin da quando aveva 15 anni, Andrea trova anche il tempo di scrivere per diverse riviste dedicate ai giovani o allo spettacolo. Parla di musica e cinema, ma crea anche fumetti e racconti, e nel 1987 entra a far parte dell’albo dei pubblicisti.
Dopo la laurea le collaborazioni si fanno più impegnative, spesso con testate specializzate come Storia e Dossier o Rivista storica prima e Medioevo e Focus Storia poi. Per il mensile di casa Giunti si segnalano tre Dossier dedicati rispettivamente a Il sacco di Roma, del 1997, Costantinopoli 1453: l’ultimo assedio, del 1999 e Attila, del 2001.
Del 1997 è anche il contatto con Newton Compton, che gli fornisce la possibilità di realizzare dei veri e propri libri. Il primo è Gli assedi di Roma, viaggio lungo i secoli, dall’invasione etrusca all’occupazione nazista, fra le violenze e le distruzioni della città più assediata d’Europa. L’anno successivo il saggio gli vale il premio Orient Express per la migliore opera di Romanistica.
In quello stesso 1998 pubblica Le guerre dell’Italia unita, seguito nel 2001 da Gli ultimi condottieri di Roma e nel 2002 da Le grandi battaglie di Roma antica. Quest’ultimo è, al momento, il suo saggio di maggior successo, con quasi 100.000 copie vendute.
Seguono Le grandi battaglie di Napoleone sempre nel 2002, I grandi condottieri di Roma antica, Guerre e battaglie del Medioriente nel XX secolo e Le grandi battaglie di Giulio Cesare nel 2003, Le grandi battaglie di Alessandro Magno nel 2004, Le grandi battaglie dell’antica Grecia nel 2005 e I grandi condottieri che hanno cambiato la storia e Le grandi battaglie del Medioevo nel2006.
Storie di battaglie e di condottieri, vicende che spesso hanno mutato il corso della storia e che sono diventate leggendarie, indagate con rigore e precisione. Fino al 2007, anno in cui Frediani pubblica il suo primo romanzo, 300 guerrieri, dedicato alla battaglia delle Termopili.
I fatti documentati continuano a essere narrati con accuratezza e fedeltà alle fonti, ma le vicende divengono vive nel racconto di personaggi che vengono animati dalla fantasia dello scrittore e che narrano di sentimenti e passioni che i cronisti non possono riportare. L’opera, arrivata fino al 7° posto della classifica dei romanzi italiani, vende oltre 50.000 copie e apre nuove prospettive all’autore.
Che si ripete subito dopo con Jerusalem, salito fino al 14° posto della classifica e dedicato alla ricerca di un misterioso manoscritto nella Gerusalemme assediata dai crociati. È il 1099, e il testo potrebbe rivelare nuove verità sulla morte di Gesù, fatti tanto sconvolgenti da poter provocare uno scisma all’interno della Chiesa.
Ora questo nuovo romanzo, dedicato a una delle più importanti guerre della Roma imperiale. Al di là del contesto culturale in cui si muovono i personaggi, ben conosciuto dall’autore, i fatti noti con certezza e testimoniati dai contemporanei sono pochi, e questo gli consente ampio spazio di manovra per tratteggiare i suoi personaggi e per narrare di epiche battaglie.
Sul sito della casa editrice è possibile visionare il booktrailer e leggere i primo capitoli.
Il risvolto di copertina:
È il 101 d.C., l’anno in cui Roma, all’apice della sua potenza ed espansione, intraprende forse la sua più grande e meno conosciuta guerra: la campagna per la conquista della Dacia, l’odierna Romania. Il carismatico imperatore Traiano guida l’impresa, ossessionato dall’idea di emulare le gesta di Alessandro Magno. Ma se i romani possono mettere in campo la disciplina, la strategia e la collaudata forza delle legioni, i daci, condotti dal re Decebalo, hanno fama leggendaria di essere uomini dal sovrumano coraggio, guerrieri pronti a tutto. E a contrastare la minaccia dell’invasore appaiono anche alcune misteriose creature, assetate di sangue romano. All’ombra delle operazioni dirette da Traiano si intrecciano i destini di due fratelli romani: Tiberio Claudio Massimo, valoroso cavaliere, soldato ambizioso e determinato, e Marco, indolente e refrattario alle responsabilità. Tiberio passerà alla storia come colui che catturò il temibile Decebalo: la colonna traiana e la sua stele ritrovata nel secolo scorso lo raffigurano mentre tenta di impedire al sovrano nemico di suicidarsi. Marco invece è un frumentarius, una spia, un infiltrato nelle file daciche, eppure per la vittoria finale anche le sue mosse sotterranee risulteranno decisive. In un incalzare di scontri, missioni segrete, assedi e inseguimenti, mentre la polvere dei campi di battaglia fa da contrasto alle viscide dispute di potere all’interno dello stato maggiore romano, Andrea Frediani dipinge un affresco potente della formidabile macchina da guerra romana, nella quale l’efficienza e la disciplina regnavano in misura pari alla corruzione e al privilegio di ceto, e scolpisce la storia di due uomini alla ricerca di un’identità.
Andrea Frediani, Un eroe per l’impero romano, Newton Compton Editori, collana Nuova narrativa Newton.
Pag. 326, 12,90 €, ISBN 978-88-541-1444-9
4 commenti
Aggiungi un commentosapete, e mi dispiace dirlo perchè Frediani è un grande autore, in libreria ho trovato (sempre della Newton) almeno tre libri uguali a questo ...
Vorrei tanto comprendere me stesso,
nel fatto specifico che, da tesista in Storia Antica e Medievale,
con una tesi infinita sul Tardo Impero,
io veda questi libri che mi lasciano freddo,
ma freddo ma di un freeeeeeeeddo! :
Non ho letto questo romanzo né conosco l'autore, ma riflettevo sul fatto che la tua osservazione (solo come esempio, niente di personale) si sposa felicemente anche col lettore qualunque che butta l'occhio al fantasy, con l'aggravante che nel fantasy si può (ma sappiamo benissimo che a volte è sempre la stessa solfa) improvvisare maggiormente, mentre la Storia, in fondo, è sempre quella.
Io, ad esempio, ho letto svariati romanzi di autori diversi sulla guerra di Troia (quindi stesso argomento) dove la sostanziale differenza risiedeva nell'approccio. Ma anche laddove la storia veniva 'modificata', quindi tendente all'ucronia, ne sono rimasto comunque affascinato.
Non riesco ad essere negativo su questi tipi di romanzi, perché penso possano rappresentare un'occasione per potersi avvicinare all'argomento, senza la pretesa della fedeltà storica. L'importante, secondo me, è che abbiano la capacità di ricreare l'atmosfera giusta del periodo che affrontano.
credimi, essendo uno storico, e avendo letto tutti e tre i romanzi nominati da me (uno si chiamava il centurione, gli altri non ricordo), dico queste cose solo quando penso che si possa scrivere tante altre cose. come hai detto tu, la storia è sempre quella, ma abbiamo migliaia di anni di storia civilizzata alle nostre spalle ... quindi, cambiare talvolta non uccide nessuno ...
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