Sorprendente.
E’ la prima parola che viene in mente sfogliando Il Cammino dei Sette Millenni, fumetto fantasy tutto italiano già arrivato alla sua quarta uscita mensile.
Sorprendente per la sua italianità, che riesce a lasciare tra le righe, dimostrandosi un prodotto valido che guarda a suggestioni internazionali più che a certa tradizione del fumetto popolare nostrano, spesso intrappolato in griglie editoriali che gli conferiscono un gusto artificiale. Sorpredente per lo sforzo produttivo svolto dal suo ideatore, Francesco Vivona, che ne è sceneggiatore, disegnatore (in collaborazione con Diana Mercolini, Nicola Zanni e Matteo Simonacci) e anche l’editore, avendo fondato a Catania la Omniars Edizioni. Non dimentichiamo un sito internet esauriente (www.settemillenni.com/) e una confezione spillata a colori per 2,90 euro di prezzo, che non invidia nulla a edizioni più blasonate. E’ sorprendente anche la radice meridionale di questo fumetto e le potenzialità che riesce a esprimere in un panorama fumettistico come quello siciliano, oscillante senza mezzi termini tra guizzi d’autore e la peggiore omologazione commerciale. Il Cammino dei Sette Millenni non racconterà magari nulla di nuovo, ma quel che conta di più è la forma. Fresca, garbata, rispettosa della lingua come della parte figurativa. E di questi tempi non è affatto poco.
Il Cammino dei Sette Millenni è la storia di un viaggio iniziatico, spunto caro alla tradizione fantasy letteraria, e la cronaca della maturazione di un gruppo di personaggi sullo sfondo di un mondo fantastico dove si mischiano elementi mitologici e fiabeschi. Il giovane protagonista, Liam, appartenente al clan dei Lumienh, è presentato come il simbolo del fatalismo (non a caso il primo capitolo è intitolato Destinato a Niente). Cupo, pessimista ai limiti della villania, e cresciuto all’ombra di un padre controverso. Lear, eroe caduto in disgrazia dopo imprese mirabili, forse colpevole di aver fatto strage della propria famiglia come accadde al mitico Eracle. Liam sarà strappato alla propria immobilità quando Akerone, malvagio monarca del popolo dei centauri, deciderà di impadronirsi delle Sette Essenze, talismani che gli conferirebbero un potere temibile per l’intero regno di Dagradia. Ricevuta dal saggio Nefesto la spada Animah-Argenti, antica arma il cui potere dovrà essere ripristinato, il giovane intraprende così un riluttante cammino che lo cambierà per sempre. Sulla sua strada incontrerà personaggi come Abadir, il mezzosangue figlio di una fata e del sovrano del popolo degli Umbrox, un giovane guerriero che ha dovuto battersi a lungo per vincere sul pregiudizio derivato dalla sua origine ibrida. La ribella e affascinante principessa dei centauri, il fauno cantore e molti altri, tra creature gentili e mostri spaventosi. Il racconto presenta tutti gli elementi più tradizionali del fantasy, ma il linguaggio e il ritmo scelti sembrano dovere molto alla migliore tradizione degli anime giapponesi. Il disegno, finora abbastanza omogeneo dei diversi illustratori, sembra collocarsi in una linea di confine tra l’ispirazione manga e il tratto europeo (soprattutto per quanto riguarda la colorazione). Ma quel che colpisce è la notevole carica espressiva dei personaggi, i cui lineamenti, occhi e bocca, raramente così vitali, conferiscono passione a un dialogo agile e diretto.
A differenza dell’oggettiva qualità de Il Cammino dei Sette Millenni, non sorprende invece l’ondata di snobismo che ha investito il fumetto di Francesco Vivona su alcuni forum e blog. Un fumetto veramente giovane, che mostra il potenziale per crescere e sdoganare - forse - un approccio più coraggioso a questa forma artistica, difficilmente sarà accettato da un mercato così tradizionalista come quello italiano. Infatti il fumetto, benché distribuito in edicola, è un prodotto anomalo che potremmo considerare un perfetto ibrido tra l’autoproduzione e la proposta di una piccola linea editoriale indipendente. Un mezzosangue orgoglioso come l’impavido Abadir, verrebbe da dire. E con gli occhi puliti e dolci della principessa con gli zoccoli. Auguriamo a questo fumetto di ritagliarsi la sua strada nonostanze le prevedibili resistenze, e di contribuire a variare le proposte nostrane in un mercato sempre meno differenziato.
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