"Ma quando tornerà l'attimo della fine anche la mia anima incompleta spirerà in eterno. Ecco perché lascio questi scritti. Queste sono le cronache del mio incubo".
"Un fumetto intriso di rivelazioni, forse anche eretico… uno scritto complesso e articolato che ci conduce alla ricerca di risposte ancestrali; una sceneggiatura molto particolareggiata che si avvale di un grafismo unico ed evocativo, ma soprattutto un racconto che rivela i drammi stessi dell'umana natura: la lotta con la nostra parte oscura, il sacrificio e il dolore".
Questa è solamente una tra le tante entusiastiche celebrazioni scritte da Paolo Gattone, direttore editoriale dalla casa editrice JPOP, che, dopo l'interruzione da parte di star Comics, ha scelto di proseguire la pubblicazione dei sedici volumi di Priest, opera dell'artista coreano Hyung Min-Woo. Abbiamo letto il fumetto per capire se tale elogio sia del tutto veritiero oppure dettato puramente dall'enfasi doverosa tipica di chi cura una testata.
La trama si sviluppa attorno all'esistenza di Ivan Isaak, che risorge dalle tenebre a cui era stato destinato, spinto da un unico desiderio: la vendetta. Artefice di questo prodigio, che passa radicalmente da un'apparente benedizione alla più terribile delle condanne, è il demone Vessiel, che in cambio di metà della sua anima rende il protagonista tanto immortale quanto invincibile… e dannato.
Ma non è sempre stato così per lui. In passato Ivan era stato difatti un fedele servo di Dio: un prete. Il rinnegamento dell'Altissimo è avvenuto solamente dopo la tragica morte di Jenna, la donna di cui era perdutamente innamorato, ma che per causa del suo giuramento non avrebbe mai dovuto amare.
Sentendosi tradito da Dio e carico della rabbia instillatagli da Vessiel, Ivan dovrà affrontare un cammino fatto solamente di odio e tenebre, andando alla caccia di coloro che hanno dato origine al suo inestinguibile tormento. È così che, in veste di mezzo-demone vendicatore, si ritroverà coinvolto nell'ancestrale scontro tra i discepoli di Temosare, l'angelo decaduto, e coloro che marciano contro l'oscurità.
L'autore, un personaggio dalla mentalità dannatamente diabolica (in positivo, s'intende), trae ispirazione da personaggi quali per esempio Pinhead, protagonista della serie Hellraiser, la figura di Dracula in qualità di conte medievale, fedele servitore di Dio e crociato nel romanzo scritto da Bram Stoker e presente anche nella trasposizione cinematografica di Francis Ford Coppola, l'attore Christopher Walken nell'interpretazione di Gabriel nel film L'ultima profezia e per finire Caleb, personaggio principale del gioco Blood 1.
Tralasciando quelle parti di Priest che possono apparire di primo acchito come una vaga storia di ambientazione western in stile survival-horror, siamo rimasti particolarmente colpiti dalla struttura narrativa dell'opera, molto simile a una spirale, in cui ogni tassello, ogni approfondimento o flashback permette al lettore di esplorare il personale inferno del protagonista e degli altri personaggi, un abisso emotivo che, a nostro giudizio, è stato descritto con particolare talento letterario e minuziosità stilistica.
Le illustrazioni ci portano a pensare a quelle realizzate dall'artista Rebecca Guay per il gioco di carte Magic The Gathering, improntate su una tecnica illustrativa graffiante e su tratti alquanto spigolosi, forti e poco definiti, che non nascondono tuttavia l'infinita scrupolosità con cui le immagini sono state realizzate.
Un'altra caratteristica di Priest è l'uso del nero come colore di sottofondo delle vignette (a differenza del classico bianco usato nella maggioranza dei fumetti), accorgimento che contribuisce a rendere senz'altro quest'opera ancora più cupa e drammatica.
L'autore pone così tanta cura nella riscoperta del passato di Ivan Isaak e degli altri personaggi da impiegare ben cinque volumi di fila per rappresentarne gli articolati flashback e farci sembrare il tutto come una storia a parte rispetto ai primi due volumi e agli ultimi.
È da circa tre anni, infatti, che il padre di Priest ha momentaneamente accantonato il suo lavoro, con cui ha persino vinto il Gran Premio come nuovo migliore autore coreano, per dare sfogo a nuove idee che nulla hanno a che fare col truce vendicatore e con la sua anima tormentata.
A colmare questa lacuna ci sta pensando Hollywood, che dal novembre 2006 sta lavorando alla realizzazione della trasposizione cinematografica con attori in carne e ossa. Dopo una prima ipotesi di coinvolgimento del regista Sam Raimi (L'Armata delle Tenebre e Spiderman) e dell'attore Gerard Butler (già interprete di Beowulf e del re spartano Leonida, in 300) in veste di Ivan, anche il film sembrerebbe essere stato inghiottito dalle stesse incertezze dell'autore. Benché l'adattamento di Cory Goodman voglia mantenere inalterati i toni horror, cupi e maturi del manwha da cui è tratto, allo stato attuale Priest: the movie è candidato a divenire l'ennesimo prodotto grossolano in puro stile Wanted: scegli il tuo destino.
Nonostante tutto, Priest resta un capolavoro che merita senz'altro di essere annoverato tra i manwha più originali dell'ultimo decennio. JPOP non poteva imbattersi in un'opera più promettente.
A questo punto possiamo condividere appieno le parole di Paolo Gattone quando afferma:
"Infinita dicotomia. Eterna sospensione tra speranza nella presenza del Divino e blasfemia. Un urlo di dolore. Un infinto misto di tristezza e sangue. Sospeso tra l'eleganza e la crudezza di inimitabili disegni, illustrazioni di stati d'animo elevati allo stato dell'arte.
Questo è Priest, un manwha che ci emoziona, ci commuove, ci indigna e ci sorprende con l'elevato valore di narrazione e illustrazione. Un titolo che continuerà a colpirci allo stomaco, sempre più duro, senza pietà. Ma ci regalerà anche quelle sensazioni che solo pochi capolavori possono trasmettere".
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