E' sufficiente guardare i film del regista giapponese Hayao Miyazaki per capire che l'amore per la natura e il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, sono alcuni dei temi di fondo della carriera dell'artista. Miyazaki era bambino all'epoca delle tragedie nucleari di Hiroshima e Nagasaki, ma ha spesso ricordato di aver osservato a distanza gli effetti dell'esplosione della bomba di Hiroshima. Quell'immagine ha colorato il resto della sua vita e definito la direzione che avrebbe preso il suo lavoro: da Nausicaa a Totoro, da Princess Mononke al recentissimo Ponyo, l'amore per la natura è il punto cardinale che Miyazaki ha seguito per gli ultimi cinquant'anni.
Uno degli esempi di questo impegno è la fondazione no-profit Totoro Forest Foundation, fondata oltre vent'anni fa allo scopo di proteggere e conservare - i pochi - ambienti naturali ancora presenti nei dintorni della città di Tokyo. Recentemente, una serie di nuove iniziative legate alla fondazione hanno conivolto alcuni colleghi del mondo del cinema e dello spettacolo. Finora l'iniziativa di maggior riscontro è stata la Totoro Forest Project, l'asta - organizzata da alcuni dirigenti della Pixar - di disegni e dipinti originali ispirati alla foresta di Totoro, film di Miyazaki del 1988: il ricavato dell'asta, formata da 198 lavori di artisti da oltre 20 paesi diversi, è andato a favore della fondazione. Uno dei dipinti è stato realizzato dal regista di Up, Pete Docter.
"Questo ha dato agli artisti la possibilità di ringraziare Miyazaki per essere stato una fonte di ispirazione in tutti questi anni", ha detto uno dei dirigenti Pixar, Hao Tsutsumi, che come altri si è appassionato di cinema anche grazie al lavoro del regista. "Non ci aspettavamo che tanti autori e artisti si offrissero di collaborare, ma non appena i primi hanno iniziato a mettere sul nostro sito i primi lavori, molti altri hanno voluto essere coinvolti". L'asta ha raccolto circa 200.000 dollari, soldi con cui è stata acquistata una foresta che verrà sottoposta a vincolo ambientale.
Tsutsumi, che al momento sta lavorando a Toy Story 3, considera l'impegno profuso nell'iniziativa un modo per ringraziare Miyazaki. "Volevamo davvero fare qualcosa di straordinario perché avevamo la sensazione di essere in debito con lui: senza Miyazaki non lavoreremmo qui."
2 commenti
Aggiungi un commentoEh,già ...Ma quel Buddha di Miyazaki e i suoi colleghi atlantici dovrebbero sapere quanto poco ecologico sia tutto il loro pane (purtroppo); dalla realizzazione, alla promozione, alla distribuzione, al merchandising, per un'animazione si spende spande e sporca parecchio.
"d'imago e d'orma, alma arte, ludica e lorda"
Attendiamo con ansia l'avvento del leggendario "toner-non tossico-biodegradabile"
Intanto si apprezza questo contrappasso
posscrittOT: i miei solfurei ministeri indicono da ora una petizione di umani per l'arrivo fin'anche nelle sale della Suburbia tirrenica-dimenticata da Odino, de "Il mio vicino Totoro", in almeno uno dei cinematografi quì funzionanti,il 18 settembre.
I sacrifici si preferiscono viventi senzienti e opportunamente plagiati, grazie. Aderite numerosi.
Cordiali Sallusti
La prosopopea non ti mancò nel commento, caro amico, ma il tuo ragionamento fu alquanto lacunoso.
Innanzitutto, se per un'animazione si spende spande e sporca parecchio, in primis tu stesso non dovresti fartene spettatore. L'industria dell'animazione vive di pubblico e non viceversa. Ergo, sei colpevole quanto e più di coloro verso i quali punti il dito accusatore.
Inoltre, non vedo perchè il fatto che la realizzazione di un prodotto di animazione apporti un danno all'ambiente (come praticamente qualunque produzione industriale in generale, peraltro, inclusa la produzione del pc dal quale ti colleghi su internet, delle stesse linee telefoniche, del cibo che mangi e dei vestiti che indossi) debba precludere l'impegno di chi lo produce nella salvaguardia di quello stesso ambiente. Anzi, mi pare una sorta di contrappasso perfettamente logico e sensato, chi inquina se ne rende conto, in questo caso, e a differenza di altri fa qualcosa per controbilanciare il danno. Non solo nell'atto pratico, ma anche con la propaganda. L'impegno ambientale è vibrante nelle animazioni dello studio Ghibli ed è un tema ricorrente nella cinematografia di Miyazaki. Vedi per esempio Pom Poko, La Principessa Mononoke, Arrietty. Se con un prodotto di animazione che inquina 100 riesci ad educare 100000 persone che di conseguenza inquineranno 1000 in meno a testa e poi ti impegni in prima persona a recuperare almeno 50 il bilancio non è forse positivo? Medita meglio, la prossima volta, prima di commentare a vanvera.
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