La storia di come questo volume sia arrivato alla pubblicazione ve l'abbiamo già raccontata (www.fantasymagazine.it/notizie/10572/lunaris/).
L'imprevedibile escursione nel fantastico di una casa editrice specializzata in gialli meritava la nostra curiosa attenzione.
Tra la notizia e la recensione però non è passato tempo per via di una difficoltosa lettura. Tutt'altro. Cominciare questo libro significa farsene avvolgere senza soluzione di continuità. Il romanzo è scritto più che bene, con una prosa che riesce a fare perdonare un infodump che in altre circostanze sarebbe imbarazzante.
Il giovane Lika, colpito da una maledizione che non riesce a comprendere, si documenta e cerca di capire i motivi e la storia della licantropia. E fa uso di questa ricerca anche per fini interiori. Per tentare di capire il suo posto nel mondo. C'è quindi analisi introspettiva, ma anche il gusto per un impatto visivo forte pur senza essere splatter. Non troverete sanguinolente ed esagerate descrizioni di chissà quali nefandezze in questo volume. Ma non c'è neanche l'antico uso dell'ombra, del non detto. Senza esagerazioni in nessuna direzione quindi, una delle caratteristiche dell'autore D.F. Lycas, è il senso della misura.
Poche e semplici idee, con pochi e ben definiti personaggi. Niente che sembri mai fuori posto nella storia.
Meglio concentrarsi su una struttura semplice, poche idee ben sviluppate, al posto di tante ideuzze buttate per caso. Ma in realtà c'è di più di quello che sembra in questo libro. Abbiamo una storia all'apparenza intimista di un solitario, ma che potrebbe allargarci in futuro gli orizzonti a una cosmogonia di epiche proporzioni.
Se con l'uso del dialogo i personaggi di Aradia, una sorta di moderna strega, e dell'adolescente Luce, diventano molto più che stereotipi e assumono spessore, sono invece poco più che funzionali gli antagonisti della vicenda, i due killer che inseguono il licantropo come in una missione di guerra.
Pur tuttavia l'autore tratteggia un mondo di creature che sono "altro" da noi, evocando lo spettro di un conflitto del quale noi umani non siamo però solo ignari spettatori. No. Purtroppo noi siamo la preda.
10 commenti
Aggiungi un commentoL'importante è chiarirsi su questo punto. La discordanza di opinioni è accettabile. A me è piaciuto e ho scritto perchè nella recensione.
L'esordio del suo post sembrava essere più di una domanda retorica, mi rallegro che non sia così. Che un lettore possa pensare che si cerchi di prenderlo in giro è una cosa che rattrista più che altro, considerato il tempo che ognuno di noi dedica a Fantasy Magazine.
Giusto per chiarirci, a Pan avrei sicuramente dato 5 stelle.
cosa che per esempio, giusto epr far capire all'opsite le variabili, io non avrei fatto di certo: 5 stelle le dò a ben pochi capolavori e si tratta di libri che non hanno meno di 20 anni.
Inoltre, benché mi dicano che Pan sia scritto molto bene, si scontrerebbe col mio gusto personale quanto a contenuto e da quello che ho letto della trama e del primo capitolo col mio gusto fa decisamente a pugni.
Marina, tu sai qualcosa di Pan? Alcuni lo consigliano, ma io sono diffidente. Dicono sia simile a Wunderkind, solo ben scritto.
Su FM c'è un anteprima, se vuoi un primo assaggio.
Cmq sì, credo che il filone sia quello, una specie di Fantastico orrorifico e a quanto ho capito piuttosto truculento. Quanto di più lontano da ciò che del Fantastico io amo.
Cmq siamo OT, ti conviene resumare il thread di Pan e chiedere lì a chi l'ha letto, io ovviamente ne so abbastanza per scartarlo per argomento, ma non abbastanza da formulare un giudizio sul libro in sé. Anche su anobii ho visto opinioni discordanti (come sempre del resto, ogni testa è un piccolo mondo, come si dice).
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