E' ancora possibile iscriversi al Workshow, la grande occasione per i aspiranti scrittori e artisti di imparare a lavorare su un proprio Progetto Globale assisiti da grandi autori sotto la guida di Atlantyca Ent. Il tutto ospitati, gratuitamente grazie al progetto Italia Creativa, durante Lucca Comics & Games.
La scadenza per compilare il modulo (disponibile sul sito di Lucca Games al link lucca2009.luccacomicsandgames.com/index.php?id=108), inviarlo via fax allo 058391203 o presentarlo via email a educational@luccacomicsandgames.com è stata prorogata fino al 1° ottobre!
Per saperne però qualcosa di più in merito all’ambizioso percorso di formazione, pubblichiamo l'intervista a Pierdomenico Baccalario, responsabile del progetto della didattica di WorkShow - Tessitori di Sogni e uno dei più acclarati giovani talenti della narrativa fantasy e d'avventura italiana. Il giovane piemontese al suo attivo moltissimi racconti e romanzi tra cui spicca la serie firmata con il nome di Ulysses Moore, e ancora Century per PIEMME e Candy Circle per Mondadori.
Tessitori di sogni, un nome evocativo per un progetto ambizioso. Ce ne puoi illustrare la finalità?
Il progetto ambizioso è quello di insegnare a sviluppare progetti. In anni di esperienza sul campo ci siamo accorti dell’incredibile patrimonio di creatività italiana che, spesso, si disperde e si scolora in una progettualità poco efficace, non strutturata, non internazionale. A volte belle idee vengono messe al servizio di strutture deboli o già sentite mille volte (basta con le ragazzine orfane nell’orfanatrofio, lo ha già fatto Dickens un secolo fa!) e vengono quindi sprecate; altre volte scritture di alto livello sono sacrificate su storie che “non fanno sognare”, o che magari sono troppo specificatamente italiane e localizzate e non hanno un respiro internazionale. Va tutto bene, naturalmente, e lungi da noi l’idea di annullare le peculiarità degli autori italiani, ma spesso può essere utile avere una sorta di “illuminazione” su come funziona anche il mercato del libro, e scoprire che, senza sacrificare le proprie ambizioni artistiche, si possono realizzare e, soprattutto, vendere prodotti interessanti.
Ma “vendere i sogni”, non è un controsenso?
Non si vendono i sogni. Si vendono i libri che li diffondono. E quindi si insegna a sognare. Il nostro principale obiettivo è formare dei tessitori di sogni, che conoscano le arti della trama e dell’ordito, e le mettano al servizio di un’idea forte, di un personaggio interessante, di un mondo capace di diventare il mondo dei lettori. E non solo: la forza del nostro progetto è quella di poter realizzare una “bibbia” (così si chiama convenzionalmente il documento che presenta tutti gli aspetti di una storia, di un personaggio o di un mondo) non solo al mondo dell’editoria per ragazzi, ma anche a quello dell’animazione, del web, del merchandising: un personaggio che funziona può essere tutto, da un fumetto a un cappellino. A patto che sia ben progettato.
Sei diventato un affermato autore di romanzi per ragazzi, tradotto in 18 lingue e con migliaia di copie vendute in tutto il mondo, e hai iniziato con un premio letterario vinto, il “Battello a Vapore”, nel 1996. Quello era un concorso, questo è un vero e proprio “corso creativo”. Avresti partecipato a una simile iniziativa?
Ti rispondo molto brevemente: lo avrei fatto al volo. E, tanto per sottolineare una coincidenza, quel premio letterario, con cui ho iniziato a pubblicare romanzi, era stato voluto da Pietro Marietti, all’ora a capo della casa editrice Piemme. Pietro è la persona che ha voluto questo workshow, che oggi come allora cerca creativi e sogni da trasformare in realtà. Realtà per i lettori o gli spettatori, ma anche realtà per gli autori, che possono davvero pensare di fare della fantasia, magari un po’ strutturata e commercialmente indirizzata, la loro principale attività. E scusate se è poco.
Che cosa ti aspetti da queste settimane di lavoro?
Che i candidati si rendano conto di una possibilità praticamente unica: poter parlare e discorrere con persone che hanno realizzato importanti progetti internazionali. Non capita tutti i giorni di poter carpire i segreti di persone che hanno creato il mondo come quello di Geronimo Stilton, con i suoi 30 milioni di copie vendute e i cartoni animati in broadcasting sulla Rai. Ma non solo Stilton: ci sarà l’autore di Skyland, che si annuncia come uno dei più importanti romanzi di sci-fantasy della stagione, oltre a maestri del calibro di Michael Moorcock o Robert Gould per il versante illustratori.
In ogni caso ci saranno redattori ed editor, insegnanti di disegno e creativi che lavorano, ma anche responsabili vendita e curatori di contratti di diritto d’autore, cui chiedere, direttamente, consigli.
22 commenti
Aggiungi un commentoNessuna lista, nessuna mail, nessun avviso. Se ti avessero scelto l'avresti sicuramente già saputo, in qualche modo.
Ma non mi dire...
Andare a Lucca. Come se fosse dietro l'angolo, come se andassi sotto casa a comprare il pane. Andare a Lucca ad assistere... A cosa? Per rigirare il coltello nella piaga? Per rimuginare? Per fare sangue marcio mentre altri lavorano a progetti, con tanto di opportunità a portata di mano?
Bisogna capire da soli quando non si è portati per qualcosa, anche per evitare che siano gli altri a dirtelo, che è molto peggio. Capire quando è il momento di lasciar perdere, evitando ulteriori frustrazioni.
Io non mi aspettavo niente dal WorkShow, sapevo che non sarei stato all'altezza degli altri partecipanti, ma ci ho provato lo stesso. Non mi aspettavo altro, solo sapere che non avevo lavorato per nulla! sapere se il mio lavoro era arrivato, perché anche se sapevo che non sarei stato scelto mi ero impegnato comunque. Ma si sa, il solo impegno non paga mai...
Vorrei ricordarti la storia di una tale J.K.Rowling che forse avrai sentito nominare
Nel discorso ad Harvard l'anno scorso ha parlato dell'importanza dell'insuccesso ... pensaci su
Per capire in che modo migliorare. Per te stesso e per avere, magari, una speranza in futuro.
Coraggio!
Bisogna capire da soli quando non si è portati per qualcosa, anche per evitare che siano gli altri a dirtelo, che è molto peggio. Capire quando è il momento di lasciar perdere, evitando ulteriori frustrazioni.
Va beh... però a me, per farti un esempio, le cose hanno finalmente cominciato a girare solo due anni (e sono lunghi, due anni) dopo che avevo "capito che era il momento di lasciar perdere". E il merito è tutto di una persona che, alla fine, mi ha spinto a crederci un'ultima volta.
Poi sta a te decidere se andare a Lucca per farti il sangue amaro, o andarci con un atteggiamento positivo per capire cosa non andava nel tuo progetto... perché, 10 a 1, c'era qualcosa che non andava. Se capisci i punti deboli su cui puoi lavorare, non è stato tempo perso, no?
Mi fa piacere. Ma io non sono te, non sono la Rowling, non sono nessuno, e non voglio compararmi con altri. C'è il mio caso, e basta. Guardare gli altri dal basso verso l'alto, anche prendendoli come esempio, per me equivale a sognare a occhi aperti. O a rosicare, invidiando persone che ce l'hanno fatta. Questo è male.
Volevo non essere ignorato. Mi brucia perché ci ho lavorato.
Non sono totalmente sprovveduto. Comprendo benissimo che, troppo spesso, l'essere ignorati fa parte del "gioco", ma certe cose non possono passare inosservate. In realtà non so neanche se il racconto sia stato letto, e questo mi dà ancora più fastidio. Ora, più di prima, non spero più in nulla. Riempirsi di speranza serve solo a farsi più male e a caricarsi di malessere.
Non sono forte, ecco perché non sarò mai nessuno. Il mio pessimo carattere non mi ha mai aiutato; finora non sono riuscito a concludere niente. Vedo un futuro vissuto nell'ombra, come il presente e il passato.
Voglio chiudere qui le mi lagne facendo i complimenti ai selezionati per Lucca, visto che non lo avevo ancora fatto. In bocca al lupo a tutti.
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