La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda; la leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato, quando ritorna l’Epoca che lo vide nascere. In un’Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, ‘un’Epoca ancora a venire, un’Epoca da gran tempo trascorsa’, il vento si alzò…

 

Si alza il vento per la dodicesima volta su un mondo che nei paesi anglosassoni è stato chiamato Randland. Un mondo creato nel 1990 da Robert Jordan e ancora lontano dalla sua conclusione a due anni dalla scomparsa del Creatore.

Pian piano però qualcosa in più viene svelato. Per prima cosa il primo capitolo di The Gathering Storm, dodicesimo romanzo della saga La Ruota del Tempo.

Tears from Steel, così si intitola, comincia con le ormai famose parole ed è scaricabile gratuitamente dal sito della casa editrice. Tutto quello che viene richiesto è la registrazione al sito stesso, e poi sarà possibile scoprire qualcosa di più sul luogo da cui ha origine questa volta il vento.

Le Montagne di Nebbia nei primi tre romanzi, e poi il Prato di Caralain, il Bosco di Braem in due occasioni, i boschi secchi di Cairhien, la grande isola montagnosa di Tremalking, l’Oceano Aryth, le Colline di Rhannon e Montedrago hanno sentito di volta in volta nascere questo vento foriero di eventi. Adesso è la volta della guglia d’alabastro della Torre Bianca, prima immagine di un capitolo nel quale è possibile vedere all’opera Brandon Sanderson.

 

Come ha rivelato lo stesso Sanderson, Robert Jordan questa volta non è riuscito a scrivere le parole “The Weel of Time turns…”

Malgrado tutto il lavoro preparatorio per poter realizzare il romanzo, l’incipit è fra le parti che sono state lasciate indietro. Probabilmente, sapendo di non avere molto tempo a disposizione, Jordan non ha ritenuto necessario occuparsene visto che le parole sono rimaste praticamente le stesse in ogni volume e ha preferito concentrarsi su scene più importanti.

Questo ha consentito a Sanderson di iniziare a scrivere partendo proprio dal primo paragrafo del primo capitolo, anche se ovviamente non si tratterà dell’inizio di The Gathering Storm. Come consuetudine il romanzo sarà aperto da un lungo prologo.

Tears from Steel rimarrà scaricabile dal sito di Tor fino alla fine di ottobre. Per accedervi basta cliccare in fondo alla pagina, alla voce “risorse di rete”.

Intanto arrivano i primi commenti d’oltreoceano.

 

Il canadese Patrick, che cura un blog seguitissimo, ammette di essere stato piacevolmente sorpreso dalla lettura di questo capitolo. Quando, nel dicembre del 2007, Tor Books aveva ufficialmente annunciato la scelta di Sanderson per completare la saga, Patrick si era mostrato estremamente dubbioso.

Il suo timore era che la prosa di Brandon fosse troppo descrittiva. Temeva cioè che la storia sarebbe risultata inutilmente allungata, e che per trovare gli avvenimenti e le informazioni importanti il lettore avrebbe dovuto cercali in mezzo a una gran quantità di parole inutili.

Ora sottolinea che, anche se la voce narrativa è inevitabilmente cambiata, Sanderson è un buon narratore di storie, e che si è impegnato nel realizzare qualcosa di cui Jordan sarebbe stato orgoglioso. Anche se è ancora troppo presto per valutare davvero la bontà del lavoro, Patrick ha apprezzato queste pagine, anche se, a parte le preoccupazioni per Rand, nel capitolo accade ben poco. Non è ancora completamente convinto che Sanderson sia riuscito a rendere adeguatamente i personaggi più ambigui, visto che di solito le sue caratterizzazioni presentano forti contrasti di bianco e nero, ma per scoprire questo non resta che aspettare. Lui, comunque, è ottimista.

E visto che si diverte a organizzare sondaggi, ne ha preparato uno anche in quest’occasione, chiedendo ai suoi lettori un’opinione sul capitolo.

Alla sua domanda, se dopo la lettura di Tears from Steel credono che Sanderson possa donare alla saga una conclusione soddisfacente, hanno risposto 375 persone. 130, corrispondenti al 34%, hanno risposto di sì, 105 (28%) continuano a manifestare qualche dubbio, 44 (11%) hanno risposto di no e 96 (25%) hanno preferito astenersi dicendo che il problema non gli interessa.

Non un plebiscito per incoronare lo scrittore su cui sono ricaduti l’onore e l’onere di completare A Memory of Light, ma i segnali che si vedono sono più positivi che negativi.

 

Un’altra occasione per iniziare a leggere il nuovo romanzo prima del 27 ottobre, data ufficiale della sua pubblicazione, è rappresentata dal prologo. Per la quarta volta infatti le pagine iniziali – si tratta di circa 20.000 parole, che corrispondono approssimativamente a un centinaio di pagine – sono già disponibili on line pronte per essere scaricate e in formato eBook. Intitolato What the Storm Means, il volumetto lungo quanto un romanzo breve costa 2,99 $. Anche in questo caso per acquistare il capitolo basta cliccare al link in fondo alla pagina e scegliere il sito preferito fra quelli indicati dall’editore.

La descrizione allegata al prologo parla di Rand al’Thor, il Drago Rinato, che lotta per unire una frammentaria rete di regni e alleanze in previsione dell’Ultima battaglia. E mentre lui è impegnato nel tentativo di arrestare i Seanchan – sperando di poter ottenere almeno una tregua temporanea – i suoi alleati osservano con terrore l’ombra che sembra crescere all’interno del suo stesso cuore.

 

Nel suo blog Sanderson ha evidenziato come nei prologhi Jordan spesso si sia soffermato su differenti personaggi marginali rispetto alla linea narrativa principale della storia. Il ruolo di ciascuno di loro è quello di mostrare rapide immagini di ciò che sta accadendo nel mondo, mentre dal primo capitolo l’attenzione ritorna sulla trama e sui personaggi più importanti.

Il primo capitolo quindi più che rivelare nuove cose serve per focalizzare nuovamente l’attenzione sul suo protagonista. Perciò, anche se lui non giudica noioso Tears from Steel – di fatto spera di riuscire a non scrivere capitoli noiosi – non lo reputa particolarmente dinamico. Piuttosto che iniziare la lettura da lì, lui suggerisce di cominciare con What the Storm Means, anche se si rende conto che è possibile leggere il primo gratuitamente mentre per il secondo bisogna pagare.

Un altro fatto che gli preme sottolineare è che il prologo è una delle parti che contengono la maggiore “percentuale” di Robert Jordan al suo interno. Non intende entrare nei dettagli di ciò che ha scritto almeno finché non saranno stati pubblicati tutti e tre i romanzi, e lo farà solo se Harriet Popham Rigney, la vedova di Jordan, lo autorizzerà a farlo, ma in What the Storm Means, dice, il suo intervento è stato davvero minimo.

 

E per un libro che sta per giungere nei negozi, altri due proseguono il loro cammino. Il titolo del tredicesimo romanzo sarà Towers of Midnight, mentre il quattordicesimo e ultimo s’intitolerà A Memory of Light.

I titoli segnalati in precedenza, Shifting Wings e Tarmon’Gaidon, come già ipotizzato, si sono rivelati nulla più che denominazioni provvisorie necessarie a distinguere i tre tomi nel momento in cui è stata decisa la divisione.

Secondo Sanderson c’è una certa giustizia nella decisione dei titoli, visto che The Gathering Storm era stato suggerito da Harriet, Towers of Midnight è stato proposto da lui e A Memory of Light è quello che avrebbe voluto Jordan per l’ultimo volume.

 

Annunci a parte, la scrittura di Towers of Midnight procede, e al momento Sanderson indica come già realizzato il 59% del volume.

Sul suo blog è possibile trovare anche un paio di elementi che indicano quanto per lui sia importante restare fedele alla visione di Jordan e quanto reputi importanti tutti i dettagli.

Prima di iniziare a scrivere anche una sola parola, Brandon aveva riletto gli undici – dodici contando anche il prequel – volumi precedenti, prendendo appunti su dettagli di trama ma anche sullo stile. Ora conta di rileggere ancora una volta l’undicesimo, Knife of Dreams, prima di poter scrivere determinate scene. E, a proposito delle scene su cui lavora, al momento si sta occupando di una sezione diversa da quella di cui avrebbe voluto occuparsi perché sta aspettando i risultati di alcune ricerche che ha richiesto ai collaboratori di Jordan. Insomma, nulla è lasciato al caso o trascurato, e ogni decisione viene soppesata attentamente per adeguarla a quanto già scritto.

La speranza di Sanderson è quella di riuscire a completare il volume entro qualche mese, in modo da poterlo pubblicare approssimativamente un anno dopo The Gathering Storm. Se tutto procederà per il meglio l’ultimo romanzo dovrebbe arrivare nelle librerie verso la fine del 2011, 21 anni dopo la prima edizione di L’Occhio del Mondo.

In tutto questo tempo sono accadute molte cose, e il vento che all’epoca si era levato dalle Montagne di Nebbia non ha portato solo l’inizio di una nuova saga ma ha portato nella sua scia profondi mutamenti, segnando tutta la fantasy contemporanea.

 

Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.