Keilan osservò i quattro solchi incisi sulla lastra di marmo al centro del villaggio. I resti del falò stavano pigramente estinguendosi, diffondendo nell'aria le ultime scintille di un ceppo ormai imbrunito. Il mezzelfo volse lo sguardo e vide Berond uscire dalla tenda d'ingresso di quella che doveva essere la capanna dello sciamano. Una colonna di teschi accanto alla costruzione lo testimoniava.
"Anche questa è deserta" confermò il ramingo.
Keilan si scostò dalla fronte un ciuffo dei lunghi capelli corvini. Scrutò l'ammasso di baracche che si reggevano in piedi a stento, innalzate alla rinfusa attorno alla stele con l'emblema sacrale che dava il nome agli abitanti dell'insediamento.
Il silenzio era eloquente. Gli orchi della tribù dei Quattro Artigli avevano abbandonato la loro dimora e i due raminghi erano le uniche anime vive in tutto il villaggio.
"Purtroppo siamo arrivati in ritardo" rifletté Keilan ad alta voce.
"Purtroppo… o per fortuna" aggiunse Berond esaminando con disgusto un calderone contenente un intruglio verdastro, forse la portata principale del menu del giorno.
"Se ne sono andati da diverse ore: probabilmente questa mattina, se non addirittura la notte scorsa. Sul versante settentrionale dei colli ci sono diversi anfratti, potrebbero essersi rintanati là" suggerì Keilan. "Non possono essere scomparsi nel nulla."
"E se si fossero diretti verso il Baluardo?"
"Li avremmo incrociati. Sono orchi, non spettri" lo schernì Keilan. "In ogni caso è strano che abbiano lasciato le loro case così all'improvviso."
"Forse sono fuggiti. Ma da chi? O da cosa?"
Keilan non aveva ancora una risposta, ma era intenzionato a trovarla presto. La brace si spense del tutto, rendendo più cupa l'atmosfera. Un manto caliginoso avvolgeva il villaggio, sebbene fosse primo pomeriggio, e l'aria era pesante e fetida ben oltre quanto fosse lecito aspettarsi in un insediamento orchesco.
"Trovare le tracce di una tribù di orchi non è certo un problema, non lo sarebbe nemmeno se si muovessero in punta di piedi sul marmo levigato" disse Keilan. "Però dobbiamo scoprire cos'è successo qui. Non saranno certo loro a venircelo a raccontare."
Il mezzelfo perlustrò i dintorni della stele, dopodiché si avviò verso il limitare del villaggio. Berond lo seguì a breve distanza. Si lasciarono alle spalle le stamberghe incamminandosi su un viottolo che conduceva a un leggero declivio. Le orme erano ovunque, ma il mezzelfo procedeva deciso, quasi percorrendo un sentiero invisibile. Berond era conscio che le sue caratteristiche elfiche gli consentivano di individuare tracce impercettibili per gli umani.
Partiti dal Baluardo tre giorni prima, Keilan e Berond erano entrati nella distesa delle Terre Oscure, una landa impervia dominata da sterili pianure pietrose che si alternavano a macchie di folta vegetazione. Tribù di orchi selvaggi controllavano le aree ai margini del granducato, confinate nel loro territorio dalle Vette del Crepuscolo e dal Baluardo. A memoria d'uomo, nessuno si era mai spinto oltre le tribù orchesche, e ciò che si trovava nel cuore delle Terre Oscure rimaneva un mistero. Le mappe tracciate dai primi pionieri erano vaghe e poco utili: la conformazione del paesaggio sembrava variare con una rapidità innaturale, e a rendere ancora più complicate le cose erano le stesse tribù di orchi nomadi, che si spostavano spesso erigendo e smantellando insediamenti nel giro di poche stagioni. Gli unici che osassero affrontare le insidie di quei luoghi erano i membri del reparto dei Raminghi del Baluardo, e ciò avveniva esclusivamente in circostanze estreme. In quel momento tre compagnie erano in perlustrazione ai margini delle Terre Oscure con il compito di rinvenire qualche traccia delle ragioni per cui quattro drappelli di orchi avevano assaltato l'avamposto nelle ultime settimane. Non che i condottieri delle legioni orchesche avessero mai brillato per acume tattico, ma le recenti incursioni erano sembrate prive di senso, condotte da manipoli disperati, disorganizzati e male armati, nemmeno in grado di scalfire i bastioni.
Keilan e Berond erano stati inviati dal Margravio lord Gunthenor a sorvegliare il villaggio della tribù dei Quattro Artigli, la più vicina al Baluardo. Berond aveva accettato volentieri di far coppia con il mezzelfo. Ormai i suoi fili di barba argentati erano troppi, ed era ben chiaro che non sarebbe salito ulteriormente nella gerarchia dei raminghi, per cui operare assieme al mezzelfo, innegabilmente abile con l'arco, gli dava una certa tranquillità. In generale non provava molta simpatia per gli elfi, tuttavia la sua parte di sangue umano era sufficiente a rendere Keilan affidabile, per quanto solo a metà.
Il mezzelfo era entrato da appena un paio d'anni nelle file dei raminghi. L'arruolamento era consentito ai non umani - anche il nano Thorek ne faceva parte -, ma solo sporadicamente elfi, nani e i rari mezzelfi venivano accettati tra le sue schiere. Ad ogni modo, durante le selezioni Keilan aveva sbalordito gli esaminatori con la sua abilità nell'uso dell'arco, e qualsiasi dubbio in merito alla sua ammissione era ben presto scomparso.
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