Ritorno a Bassavilla
Ritorno a Bassavilla

Il Male è multiforme. Tanto nell'horror che nella cronaca di ogni giorno. Ne L'estate di Montebuio le case che si mangiano la gente sono una metafora dell'inquinamento ambientale in cui sta sprofondando la nostra – un tempo bella – Italia. Peraltro, volendo, tutto il finale è leggibile in chiave di “noir di ecomafia”, quell'ottimo filone declinato dalle Edizioni Ambiente in una collana dedicata. Se lo si legge bene, e neppure tra le righe, siamo di fronte al più classico dei crimini ambientali: gente innocente che muore per un demenziale smaltimento di veleni ultratossici. Così un horror può diventare, con tutti i suoi limiti, un'opera di denuncia. E questo è un filo del Male che val la pena di seguire.

La macchina da scrivere Continental: dimmi la verità, è stata “lei” a farti ideare il romanzo?!

La Continental mi ha fatto scrivere il saggio “La mia avventura per le vie della paura e dell'inconscio”, presentato all'UniTre di Alessandria nel novembre del 2007. Lo si può leggere come Appendice 1 alla fine del libro. Dal saggio è nato il libro… A grande richiesta di quel delizioso pubblico di persone di terza età che tanto hanno da insegnarci.

Echi di Dan Simmons?

Guarda, voglio essere chiaro, e anzi vorrei proprio che si aprisse una sana e robusta discussione sul tema, magari in rete. Dan Simmons, Stephen King, Robert McCammon, Eraldo Baldini, Ammaniti, Carofiglio, io… Ma prima ancora, Tryon, Bradbury, Sloan Wilson, Pamela Moore, e un fiume di altri autori. Tutti hanno cantato e scritto di un'estate realmente vissuta e trasfigurata sulla pagina con le armi della fiction. Gli echi reciproci sono tutti puramente casuali perché sono parte integrante di un immaginario colletivo “planetario”. Il sommo Stephen, cui siamo e saremo tutti devoti per sempre, non ha inventato proprio nulla, ma ha ridato voce all'interno dell'horror a una sana tradizione, americanissima sì ma esportabile. Chi, per attaccare L'estate di Montebuio, mi accusa di avere scimmiottato Stand By Me (all'origine Il Corpo), oltre a ignorare l'autore Arona (il che è del tutto ammissibile), poco sa di letteratura e dei suoi archetipi (il che è imperdonabile se si ha la presunzione di scrivere recensioni).

Al testo ha contribuito Giacomo Cacciatore, in particolare nella stesura di un romanzo nel romanzo: L’Onda.

Sì, come ho già avuto modo di dichiarare, Giacomo è un grande amico che non ha esitato un secondo a onorarmi della sua collaborazione in un progetto, sulla carta, abbastanza bislacco. Adesso temo che ci siamo messi in trappola (per la verità, io ho messo in trappola lui…): il mercato vorrebbe leggere un autentico e intero tomo di Morgan Perdinka. Ci stiamo pensando. Non è facile. Perdinka è morto e il titolo su cui lavorare dovremmo sceglierlo tra quelli elencati nell'Appendice 3 da Chiara Bordoni. Boh, stiamo a vedere. Giacomo è uno straordinario scrittore tout court, al di sopra dei generi, ma quando scrive di horror (il suo racconto Il tratto nero contenuto in Bad Prisma ne fa fede), non fa prigionieri.

Nella sua recensione (http://www.thrillermagazine.it/libri/8343), Marilù Oliva pone l’accento anche sulla valenza storica di alcuni ritratti, oltre che del paesino stesso. Sono d’accordo. Per me, si tratta delle pagine più belle del libro. Del resto, è un lavoro personale, con sprazzi di autobiografia e con molto coinvolgimento emotivo tra tanto inquietante immaginario.
Cronache di Bassavilla
Cronache di Bassavilla

È il mio metodo di lavoro, di certo non esclusivo. Partire da luoghi ed eventi reali, riconoscibili. “Usare” il genere anche per riscrivere la storia di un periodo, giocato negli ultimi anni quasi sempre in chiave caricaturale, soprattutto dal cinema. Sto parlando dei primi anni Sessanta, al proposito dei quali coloro che furono ragazzi con me lassù a Montemaggio – Montebuio mi hanno esternato la loro felicità e la condivisone emotiva nel “leggersi” dentro la prima parte del libro, L'estate di Mister Hidden. Qualcuno di loro si è persino ricordato di eventi e storie sepolte nell'inconscio; laddove ancora una volta la letteratura può dimostrare il suo valore terapeutico. Adesso però guardano la colonia con occhio un po' diverso…

L’estate di Montebuio è pubblicato nella collana Nuovi Incubi della Gargoyle Books, una casa editrice indipendente specializzata in narrativa horror, gotica e sovrannaturale, il cui catalogo si presenta interessante per i patiti del fantastico.

Gargoyle è una risorsa nazionale. Un catalogo di eccellenza. Mi sento onorato dall'avere pubblicato con loro, accanto ai mostri sacri del genere. Però, siccome collaboro con Gargoyle su altri versanti, consiglio gli appassionati di restare sintonizzati: per il 2010 il grande De Crescenzo ha in serbo una raffica di sorprese al di là dell'immaginazione. E non sto esagerando.