- Che te ne pare, Claude? - domandò Al.
- Credo che sarebbe grandioso, Al - dichiarò Claude, narcisista come sempre, cercando di non apparire troppo entusiasta.
Nell’avviarmi verso il camerino, impaziente di togliermi quel costume e di tornare a infilarmi i jeans, mi guardai intorno in cerca di un orologio, perché dovevo iniziare a lavorare alle cinque e mezza e dovevo ancora tornare fino a Bon Temps per indossare l’uniforme da lavoro, prima di andare da Merlotte’s.
- Grazie, Sookie - mi gridò dietro Claude.
- Non c’è di che, Claude. Buona fortuna per la tua carriera di modello - risposi, ma lui era già intento a contemplarsi in uno specchio.
- Arrivederci Sookie - disse Maria Stella, nell’accompagnarmi alla porta. - Mi ha fatto piacere rivederti.
- Lo stesso vale per me - mentii. Attraverso i rossicci canali contorti della mente di un mannaro, potevo leggere che Maria Stella non riusciva a capire come potessi rinunciare ad Alcide. Dopo tutto, lui possedeva un suo fascino rude, era un compagno divertente e un maschio dal sangue caldo e dalle dichiarate tendenze eterosessuali, oltre a possedere una sua ditta di rilevamenti e ad essere un uomo facoltoso.
La risposta mi affiorò spontanea nella mente, e la pronunciai prima di avere il tempo di riflettere.
- Qualcuno sta ancor cercando Debbie Pelt? - domandai, più o meno nello stesso modo in cui si tende a tormentare un dente che duole. Per molto tempo, Debbie era stata a intervalli l’amante di Alcide, ed era stata una vera carogna.
- Non le stesse persone - replicò Maria Stella, incupendosi in volto, perché pensare a Debbie non le piaceva più di quanto piacesse a me, anche se per motivi senza dubbio diversi dai miei. - A quanto ho sentito, i detective assunti dalla famiglia Pelt hanno rinunciato all’incarico, dicendo che se avessero continuato a indagare avrebbero mangiato loro tutti i soldi. La polizia non lo dice apertamente, ma è finita a sua volta in un vicolo cieco. Io ho incontrato i Pelt soltanto una volta, quando sono venuti a Shreveport, subito dopo la scomparsa di Debbie. Sono una famiglia decisamente selvaggia - aggiunse, un’affermazione quanto mai drastica, venendo da una mannara. - La figlia, Sandra, è la peggiore. Era fuori di sé per la scomparsa di Debbie, ed è per amor suo che i Pelt stanno ancora consultando delle persone, lontano da qui. Personalmente, credo che Debbie sia stata rapita, o che magari si sia uccisa. Forse, quando Alcide l’ha ripudiata ha perso il controllo alla grande.
- Forse - borbottai, senza convinzione.
- Alcide sta meglio senza di lei. Spero che continui a rimanere scomparsa - dichiarò Maria Stella.
Era la mia stessa opinione, solo che io, al contrario di Maria Stella, sapevo con esattezza cosa fosse successo a Debbie, il che costituiva il cuneo che mi aveva separata da Alcide.
- Spero che lui non la riveda mai più - continuò Maria Stella, il bel viso incupito che lasciava trasparire in qualche misura il lato selvaggio della sua natura.
Alcide poteva anche uscire con Maria Stella, ma era chiaro che non si era confidato fino in fondo con lei, dato che sapeva benissimo che non avrebbe rivisto Debbie mai più, e che la colpa di questo era mia.
Le avevo sparato, uccidendola.
Io ero più o meno venuta a patti con il mio gesto, ma il fatto in se stesso, nudo e crudo, continuava a tornare a galla. È impossibile uccidere qualcuno e uscire da quell’esperienza senza essere cambiati. Le conseguenze ti alterano la vita.
(traduzione di Annarita Guarnieri)
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