Mira

di Fabio Oceano

Illustrazione di Ciruelo
Illustrazione di Ciruelo
L’odore di umano è forte e non basta quello dei miei simili a coprirlo. Mentre scendiamo verso i livelli inferiori, lasciandoci alle spalle le tane che si aprono sul fianco scosceso della montagna, mi rendo conto di quanto siamo piccoli rispetto a Daspia.

La montagna si erge su una pianura piatta, punteggiata da piccole macchie di alberi che danno rifugio ad animali che vivono in branchi. Volgendo lo sguardo verso l’orizzonte, vedo le vette innevate dei monti che delimitano la valle.

Azha vola accanto a me. La sua mente mi invia pensieri rassicuranti mentre scendiamo di quota e ci mescoliamo al vorticoso sciame di draghi grandi e piccoli che si gettano verso il basso alla ricerca di una preda. È una lotta senza esclusione di colpi, quella che si svolge sotto le nostre ali: gli esemplari più grandi volteggiano su quelli più piccoli, desiderosi di appropriarsi delle prede appena catturate.

Pensieri di lotta, di violenza, di bramosia, si mescolano ai nostri. Per un attimo mi lascio sopraffare da quelle sensazioni e il desiderio di unirmi alla caccia diventa così impellente che devo fare appello a tutta la mia concentrazione per ricacciarlo indietro.

Colgo un pensiero soddisfatto del mio mentore, che poi aggiunge: Ben fatto, Mira. Hai mantenuto il controllo.

Per poco, Maestro. Per poco.

Azha è un vecchio drago dalle scaglie stinte. Una volta dovevano essere di un bel rosso vivo, ma col tempo sono diventate di un marroncino spento. Una corona di corna acuminate gli circonda la testa tozza, dove si apre una bocca colma di denti seghettati. Le ali sono dispiegate fino alla massima apertura e con la coda dirige il volo: il corpo è massiccio, più di quanto sia lecito aspettarsi da un drago anziano. Sembra più quello di un dragone o una via di mezzo.

A un suo cenno iniziamo una lenta discesa a valle, seguendo il fianco della montagna che digrada sempre più, allargandosi. La base è così ampia che sono necessari due giorni di volo ininterrotto per compiere un giro completo.

Mentre scendiamo di quota, mi accorgo che centinaia di occhi sono puntati su di noi. Draghi giovani, dalle creste cornee non ancora del tutto sviluppate, volano in formazioni serrate per difendersi dai grossi cacciatori solitari, pronti a balzare su quelli rimasti isolati o allontanatisi dal proprio stormo. Uno di essi ci passa così vicino che posso sentire i loro pensieri senza bisogno di concentrarmi.