Durante una perlustrazione nella regione di Hindu Kush, a nord di Kabul, un drappello di marines ha rinvenuto, in una grotta del monte Noshaq (7486 mt.), frammenti originali in lingua araba, risalenti al 730-738 d.C., del famoso Al Azif, più conosciuto come Necronomicon, il terribile testo occulto che ha ispirato molta parte dell’opera di H.P. Lovecraft.
A sentire Ari Fleischer, il portavoce del Presidente George W. Bush, il ritrovamento risale al gennaio scorso, ma la diffusione della notizia sarebbe stata volutamente ritardata per dar tempo agli esperti, capitanati dall’arabista Yhosbaph Harkabe, di effettuare sui frammenti gli esami del caso.
Del libro maledetto, attribuito ad Abdul Alhazred, poeta folle di Sanaa vissuto nell'ottavo secolo dopo Cristo, si conosceva finora una traduzione greca di Teodoro Fileta che lo rititolò appunto Necronomicon (manoscritto risalente al 950 d.C.), una traduzione latina di Olaus Wormius (manoscritto del 1228), e una traduzione in inglese di John Dee (manoscritto del 1580). Le numerose edizioni “moderne” corrispondono, di fatto, a traduzioni più o meno attendibili di questi tre scritti, anche se voci insistenti riferiscono di altri esemplari conservati segretamente oltre che nella Città Senza Nome, in Arabia (frammenti di uno dei tre manoscritti originali), in varie altre località; il British Museum, il Kester Library di Salem e la Biblioteca Vaticana ne custodirebbero una copia completa in caratteri gotici; la Bibliothèque Nationale di Parigi, la Widener Library di Harvard e la Miskatonic University di Arkham, celerebbero versioni in lingua spagnola.
Un certo scalpore (e qualche sorriso) hanno destato le prime dichiarazioni di Yhosbaph Harkabe, secondo il quale Lovecraft, nei suoi scritti, avrebbe riportato fedelmente le invocazioni contenute nel Necronomicon. In un’intervita radiofonica l’arabista (nonché cabalista) ha sostenuto: “Lo scrittore di Providence doveva aver reperito una versione attendibile del libro, o forse altri frammenti originali”. In conclusione d’intervento, Harkabe ha consigliato caldamente il ritiro di tutti i testi contenenti quelle invocazioni, la cui semplice lettura, a suo avviso, potrebbe risvegliare (testuale) “entità difficilmente controllabili”.
Una curiosità. Da indiscrezioni di corridoio, sembra che, alla notizia del ritrovamento, riportatagli in gennaio dai suoi più stretti collaboratori, il Presidente Bush, equivocando sull’identità dell’”arabo folle”, abbia commentato: “Un passo decisivo che ci avvicina a uno dei nostri obiettivi primari, la cattura di Bin Laden”. Naturalmente, la Casa Bianca, tramite il portavoce Ari Fleischer, si è affrettata a smentire la gaffe.
p.s. La notizia è stata pubblicata il 1° Aprile, è stata costruita ad arte dalla redazione di FantasyMagazine ed è priva di qualsiasi fondamento. Ci scusiamo con i lettori per lo scherzo innocente.
La redazione
31 commenti
Aggiungi un commentoMesser Forestiero, in ordine ai dagherrotipi il Vostro sguardo d'aquila legge nell'astrusità del linguaggio (parole Vostre) con correttezza et acume (qualità che, sine dubio, già Vi s'attribuivano). Lieto che la Signoria Vostra abbia voluto concedere soddisfazione alla mia sfacciata curiosità securamente inopportuna (e per essa chiedo venia).
In ordine alla forbitezza del comporre, poi, Voi mi lusingate, e tuttavia nessun guanto V'è indirizzato e perdonerete se mi schernisco e cedo il passo.
Nella viva speme che la Vostra Grazia si pregi, nel prosieguo, di concedermi ancora prezioso tempo epistolare, acciocché il mio animo rozzo dai ghirigori d'espressione tragga godimento, saluto con deferenza e mi dichiaro Vostro
Ser 'Ndò
Franz, ci ha lasciato per Antonio!
Egli alza ad ora ad or la mano, e sfida
la debole mia vita, esto perverso,
che disteso a riverso
mi tiene in terra d'ogni guizzo stanco:
allor mi surgon ne la mente strida;
e 'l sangue, ch'è per le vene disperso,
fuggendo corre verso
lo cor, che 'l chiama; ond'io rimango bianco.
Canzon, vattene dritto a quel messere
che m'ha ferito il core e che m'invola
quello ond'io ho più gola,
e dàlle per lo cor d'una saetta;
ché bell'onor s'acquista in far vendetta.
Capisco la tua "petrosa" delusione per essere stato così brutalmente soppiantato, ma, si sa, c'è sempre chi dà e chi prende. Per restare al Divin Poeta, ricorderai di cosa gli capitò nel Girone dei lussuriosi, quando si chinò per conferire con un'anima anch'essa china, e il diavolazzo impalatore lo trafisse in quel posto: alla sua protesta "Ma lo sai chi sono io? Io sono Dante!", il diavolazzo gli rispose "Dante o prendente, la pena è la stessa!"
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