E' l'era dei film che narrano di super eroi e che raccolgono super incassi. Se Superman e Batman sono ormai storia vecchia - ma sempre piacevole da ricordare - negli ultimi anni siamo stati letteralmente invasi dalle trasposizioni dei fumetti Marvel, quasi sempre mega-produzioni dai buoni risultati: X-men, Spiderman, Daredevil.

Finalmente arriva Hulk, forse il più ambiguo dei personaggi ma di sicuro uno dei più amati. Certamente il più vicino di tutti al mondo fantasy (ricordiamo i suoi scontri con il dio Thor in Antartide, con il Distruttore di Asgard, il suo ruolo di Cavaliere di Apocalisse, i maghi del mondo extradimensionale di Jarella). A metà strada tra un mostro e un eroe, il Golia verde è l'incarnazione della rabbia che si annida in ognuno di noi e che, da un momento all'altro, può esplodere. Ma è anche la rappresentazione della solitudine e dell'emarginazione. O almeno così ha cercato di mostrarcelo Ang Lee, da quanto si evince dalle numerose interviste che ha rilasciato in tutto il mondo alla vigilia dell'uscita. Il regista di La tigre e il dragone, vincitore di ben quattro meritati premi Oscar, ha raccolto la sfida lanciatagli da Hollywood, accettando quello che lui stesso ha definito il suo "destino verde".

Dobbiamo aspettarci, quindi, un film introspettivo e profondo che, trascendendo gli straordinari effetti speciali, ci mostri un dramma umano fatto di difficili rapporti padre/figlio, di amori impossibili, di dolore e rabbia. Si preannuncia certamente un blockbuster - con il solito corollario di gadget e le aspettative di un business da capogiro -, tuttavia un film d'autore.

Sarà riuscito Ang Lee nel suo intento? Dalle impressioni raccolte finora, per quanto varie e contrastanti, sembra che Hulk sia un film che, nel bene e nel male, lascerà il segno.

Finalmente ognuno di noi potrà "sfogare" la propria curiosità al cinema.