L'intrattenimento di pixel a suon di arti marziali arriva al cinema con Tekken.
Se un franchise ha successo in un qualunque media, prima o poi arriverà sul grande schermo. Ammesso che come frase possa non suonare un granché, è oggettivo che contenga un fondo di verità. Il cinema è il media che richiede gli investimenti in denaro più alti, ma anche quello che fa incassare più soldi.
E così approdano nelle sale fumetti, manga, anime e perfino giostre da parco dei divertimenti (vedi i Pirati dei Caraibi). E naturalmente videogiochi. Se alla base c’è una bella storia, un’idea originale, un’ambientazione accattivante, tanto meglio; altrimenti pazienza.
Questa volta tocca a uno dei picchiaduro più famosi, quel Tekken pensato ed edito da Namco che ha dato il suo bel contributo al successo internazionale della console PlayStation.
La trama ruota attorno all’ormai sempreverde torneo internazionale di arti marziali. Nel 2039, in un mondo oscuro e anarchico, sconvolto dall’ultima Guerra Mondiale, i governi nazionali non esistono più. Sono le corporazioni ad avere le redini del gioco. Una delle più potenti, la Mishima Corporation, forse stufa di meeting aziendali e scialbe videoconferenze internazionali, pensa bene di organizzare l’Iron Fist Tournament (Tekken significa appunto “Pugno di Ferro”), dove i contendenti di tutto il mondo se le daranno di santa ragione finché l’ultimo rimasto in piedi potrà incassare un premio multimiliardario e ottenere il titolo di The King. Una valida alternativa a premi di produzione e salti di categoria.
E così nei curricula pervenuti all’azienda ci sono voci come la misura del bicipite, il colpo speciale e la serie di combo più devastante. Ecco il filmato:
I fan, che ormai sono arrivati al sesto capitolo della serie video ludica, rilasciato quest’autunno, riconosceranno molti dei loro eroi: il brasiliano Eddy Gordo, esperto di capoeira dalla gamba lunga e dal calcio facile; il cyborg kickboxer Bryan Fury, duro – niente di strano – come il metallo; il misterioso ladro benefattore Yoshimitsu, una vera e propria armatura che cammina; le conturbanti sorelle Nina e Anna; il superpugile Steve Fox (lo interpreta Luke Goss, ex principe traditore in Hellboy 2).
Non manca il cattivone Heihachi Mishima, capo dell’omonima corporazione che ha il volto del veterano Cary-Hiroyuki Tagawa, faccia conosciuta da caratterista in tanti film, già volto di Shang Tsung in un altro picchiaduro di celluloide, il Mortal Kombat del ‘95.
E naturalmente ci sarà anche Jin Kazama, iscrittosi al torneo solo per potersi avvicinare al potente Heihachi per vendicare la morte del padre. Lo interpreta il ventisettenne Jon Foo, scelto – pare – per la sua grande somiglianza con il personaggio di pixel.
Inizialmente previsto per il 2009, il film di Tekken balzerà sugli schermi di tutto il mondo nella primavera del 2010, diretto dal regista televisivo Dwight H. Little (Bones).
La data esatta dell’uscita in Italia è ancora da definire.
14 commenti
Aggiungi un commentoNei primi, un'ischemia facciale.
penso che nei film con seagal uno sia più portato a concentrarsi su mani e piedi che sulla faccia. Comunque legnosi, ma sicuramente più espressivi.
Dopo questa, mi sa che prenderò in considerazione l'idea di andare a vedere il secondo capitolo di Ong Bak...
Possibile che non riescano a fare un film decente, tratto da un picchiaduro? I personaggi carismatici ci sono, le storie personali e dell'ambientazione di fondo sono in parte impostate. E aspettiamo di vedere il film ispirato a King of Fighters...
Un ragazzo di cui mi fido mi ha rivelato di aver apprezzato i due "Ong Bak". Ma io devo ancora vederne uno.
Guarda, un tempo il primo lo ritenevo una mezza scemenza, ma a ripensarci con il senno di poi (e dopo la visione di molti altri film nel frattempo) ora direi che é un po' ingenuo ma non orribile.
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