Il 2009 è stato un anno abbastanza vispo per quanto riguarda il fumetto fantastico. Né sono mancati colpi di timone che hanno suscitato amarezze o entusiasmo nei lettori come una vera doccia scozzese.
Emblematico in questo senso quanto successo con Le Cronache del Mondo Emerso: la controversia che la scorsa estate ha indotto la Panini Comics a sospendere le uscite della miniserie ispirata ai romanzi di Licia Troisi. L’accusa di plagio rivolta ai disegni di Giuseppe Ferrario (/notizie/10756) aveva fatto temere che la versione a fumetti dei personaggi della trilogia sarebbe rimasta senza un finale. Così non è stato, e Roberto Recchioni, con al fianco il nuovo disegnatore Massimo Dall’Oglio, ha prodotto un seguito di qualità, relegando (si spera) le polemiche nel solaio degli incidenti di percorso (/notizie/11056). Abbiamo recensito sia il primo numero della miniserie (/fumetti/10635), che il terzo (/fumetti/11231), che presentava il nuovo disegnatore.
Una sorpresa degna di nota, sempre nell’ambito del fantasy, è stata offerta da Il Cammino dei Sette Millenni, interessante fumetto tutto italiano, frutto dell’appassionato lavoro di un emergente artista siciliano: Francesco Vivona. Sceneggiatore, disegnatore e editore di sé stesso, fondando la piccola casa editrice catanese Omniars, il Cammino dimostra quanto l’entusiasmo e il talento possano fare la differenza in un media spesso omologato come il fumetto seriale. Mitologia e fiaba si intrecciano con il tono di un racconto garbato, senso del ritmo e un disegno piacevole (ai quali collaborano anche Diana Mercolini, Nicola Zanni e Matteo Simonacci) che contamina suggestioni manga a sensibilità europee. Una serie e un autore da tenere d’occhio (/fumetti/10617).
Abbiamo visto la soppressione di una serie ormai storica come John Doe, passata attraverso altalenanti operazioni di ripensamento, e assistito al cordoglio dello zoccolo duro dei fans solo per ricevere la notizia dell’imminente ritorno della serie dedicata all’esoterico personaggio di Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli, stavolta sotto il marchio della neonata edizione Aurea, una volta che l’Eura editoriale ha definitivamente chiuso i battenti.
Ma è nell’ambito supereroistico che l’anno appena trascorso ha mostrato, nel bene e nel male, maggiore vivacità. L’arrivo della Boom! Studios, presentata nel nostro paese dalla Italy Comics a pochi mesi dal suo debutto internazionale, ha lanciato una manciata di titoli interessanti che si sono subito fatti notare. Irredeemable di Mark Waid e Peter Krause, storia del più grande superuomo della terra divenuto pazzo e malvagio in seguito a una catena di misteriosi eventi da scoprire poco per volta. Un racconto di ricerca interiore e un complesso mosaico di flashback sullo sfondo di eventi cataclismatici che tiene i lettori con il fiato sospeso (/notizie/10422). Da non trascurare neppure Hero Squared, dei sempre frizzanti Keith Giffen e J.M. DeMatteis per i disegni di Joe Abraham. Saga brillante e parodistica dove la figura del supereroe è costretta a misurarsi con la propria mediocre controparte priva di poteri di un universo parallelo. Cliché e diversi approcci nel raccontare gli eroi in tuta messi alla berlina con brio e intelligenza (/fumetti/10832).
La Marvel ha dominato l’anno con i suoi proverbiali crossover. Il 2009 ha visto dipanarsi gli eventi di World War Hulk e Secret Invasion su tutte le testate per giungere all’inizio della saga attualmente in corso di pubblicazione in Italia: Dark Reign. Se la qualità dell’illustrazione in casa Marvel tende a essere abbastanza uniforme (ma non è detto che questo sia un bene, giacché la standardizzazione degli stili porta inevitabilmente alla noia), le sceneggiature si sono fatte confuse. La volontà di portare in scena un cosmo variegato che si dipana contemporaneamente su più serie, ha finito col contagiare un po’ tutti i prodotti della Casa delle Idee con il virus letale della prevedibilità e con il bacillo ancor più periglioso del tedio. Le vicende di Spider-Man successive A brand New Day la saga che avrebbe dovuto restituire Peter Parker a una nuova primavera e spalancare le braccia a quanti avevano conosciuto il personaggio sul grande schermo, tarda a mantenere le promesse di rinnovamento, e da un anno la serie sembra intrappolata in un loop contraddittorio in cui l’autore di turno sembra annaspare in imbarazzo tra caratterizzazioni vecchie e nuove, senza una chiara direzione da prendere.
Una maggiore compattezza e un uso più razionale dei personaggi permette invece alla concorrente DC Comics di elevarsi di una spanna sopra i titoli di casa Marvel. Se da un canto delude la saga Crisi Finale, meritati consensi hanno ricevuto singole run di personaggi storici. Come Lanterna Verde: Origine Segreta, dove Geoff Johns (con l’ottimo Ivan Reis alle matite) si conferma uno dei migliori sceneggiatori sulla piazza, attualizzando la prima avventura di Hal Jordan e del suo folto cast di comprimari (/fumetti/10567). Stesso plauso al lavoro di Johns svolto sul mensile di Superman, con un ciclo di storie di grande impatto espressivo firmate dal disegnatore Gary Frank (l’avventura con la Legione dei Super-Eroi, la saga di Brainiac, e anche qui la rinarrazione delle origini dell’Uomo d’Acciaio).
Dal canto suo, anche Batman non se l’è passata male. La gestione di Grant Morrison ha raggiunto il culmine del suo stile allucinatorio con il volume Batman R.I.P., prologo alla temporanea scomparsa dalle scene di Bruce Wayne. Ma il vero regalo per gli appassionati dell’Uomo Pipistrello è arrivato a Natale, con la graphic novel di Neil Gaiman Cos’è successo al Cavaliere Oscuro? Trasognata descrizione di un possibile funerale di Batman, sulle mille possibilità della sua vita e delle sue eventuali morti, e consacrazione del personaggio tra gli archetipi dell’immaginario avventuroso di tutti i tempi (/fumetti/11564).
Risolte le controversie legate al cambio di etichetta, il 2009 ha visto anche il ritorno nelle fumetterie italiane di Powers, celebre serie firmata dal duo Brian M. Bendis e Michael Avon Oeming, dopo anni di assenza. Due, finora, i volumi pubblicati della rediviva serie di Brian M. Bendis e Michael Avon Oeming, stavolta dalla Panini nella collana 100% Cult Comics: Anarchia e Venduti. In entrambi, la verve di Bendis si conserva sugli standard medio alti degli episodi precedenti, mentre Oeming si apre a sperimentazioni grafiche vicine all’animazione con risultati convincenti (/fumetti/11702).
Non sono mancate illustri riedizioni di opere edite. Grazie alla Comma 22 abbiamo finalmente potuto leggere in volume il notevole The One, epopea supereroistica dal sapore underground del geniale Rick Veitch, che negli anni ottanta anticipò alcune delle tematiche successivamente affrontate in Watchmen. Una visione del mito del superuomo anticonvenzionale e, ancora oggi, decisamente all’avanguardia. Linguaggio al vetriolo, sottotesti esistenziali e una creatività dirompente cui molti autori strapagati della scena fumettistica attuale devono parecchio se non tutto.
Le edizioni BD hanno permesso infine la lettura integrale del capolavoro di Regis Loisel, Peter Pan. Storia del cammino iniziatico del ragazzo che diventerà l’incarnazione dell’infanzia più selvaggia e irriducibile, ubriaca di fantasia. Una Londra lercia e realistica, personaggi alla Charles Dickens, e un fantastico che filtra nello squallore del quotidiano in modo insinuante, trasformando una realtà miserabile in un regno incantato e tuttavia inquietante. Un gioiello del fumetto francese per una versione iconoclasta del mito infantile immaginato da James Barrie. Da non lasciarsi scappare.
Continua, inoltre, la corsa di Pluto (giunto al quinto volume), il manga fanta-giallo-intimista in cui Naoki Urasawa, già autore di 20th century Boys (in corso di ristampa), presenta la sua personale visione del mondo di Astro Boy, la creatura più nota del grande Osamu Tezuka. Robot pensanti dai grandi poteri e dai sentimenti profondi come il mare. Scontri titanici e fitti misteri, in un fumetto che travalica ogni genere e si colloca di diritto tra le letture più consigliate del 2009 (/fumetti/10669).
Terminiamo citando la riproposta, da parte dell'etichetta Planet Manga della panini di Nausicaä della valle del Vento, il manga originale di Hayao Miyazaki, la cui prima edizione italiana risale al 1994, edita da Granata Press in 23 volumetti, di cui il ventitreesimo è praticamente introvabile. In sette prestigiosi volumi gli appassionati hanno potuto ammirare le tavole di questo autentico capolavoro (/notizie/10637).
3 commenti
Aggiungi un commentoScusate, ma dov'è la "standardizzazione degli stili" della Marvel? Aprite un "Iron Man e i Potenti Vendicatori" (ora Oscuri Vendicatori) a caso e avrete il disegno iper-realistico di Salvador Larroca per Iron Man, quello dark e graffiante di Mike Deodato per gli Oscuri Vendicatori e quello cartoonesco di Khoi Pham per i Potenti Vendicatori. In Thor ci sono ancora altri stili e ne l'Iniziativa (una delle serie migliori, secondo me) c'è stato sia il tratto classico di Harvey Talibao che quello stilizzato di Steve Uy. Però è vero che i crossover hanno fatto un po' pena. Con Dark Reign si stanno riprendendo. Spiderman è da evitare, purtroppo, dopo che è tornato al lanciaragnatele e ha dato il suo matrimonio al diavolo (Davvero una pessima mossa, Marvel). Se volete un po' di buon vecchio Uomo Ragno è meglio seguirlo nei Nuovi Vendicatori o leggere la sua versione Ultimate.
Infatti non è stato scritto che la qualità del disegno Marvel sia standardizzata. Ma che si è fatta "abbastanza uniforme" e che esiste un rischio di standardizzazione che porterebbe al completo tracollo qualitativo. Inoltre, gli stili più o meno diversi dei disegnatori che citi, non hanno presentato ultimamente dei particolari guizzi (ovviamente a parere di chi scrive). Non esattamente per demerito di chi lavora alle matite, ma per una tendenza generica della Marvel attuale ad appiattire le storyline su cliché prevedibili. Cosa che influenza inevitabilmente anche le personalità dei vari disegnatori. Che si passi dal tono cartoonesco, al dark o al realismo... anche se si cambia stanza, in base all'architettura editoriale corrente (e anche questa è un'opinione personale), si respira un'aria viziata.
manca l'ottimo The Walking Dead di Robert Kirkman, la miglior serie pubblicata al momento in USA!
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