– Questo è in parte il motivo della mia presenza qui stanotte – replicò Andre. – Eric, adesso possiamo cominciare? – aggiunse, in quello che mi parve un gentile rimprovero per la tattica di temporeggiamento di Eric; intanto, Pam si accoccolò per terra vicino alla mia sedia.
– Sì, visto che ci siamo tutti. Procedi, Andre, a te la parola – rispose Eric, con un piccolo sorriso compiaciuto per la terminologia moderna da lui usata. Si accasciò quindi all’indietro sulla propria sedia, protendendo le lunghe gambe fino ad appoggiare i piedi su un angolo della scrivania.
– La vostra regina sta vivendo nella casa di Bator Rouge dello sceriffo dell’Area Quattro – esordì Andre, rivolto alla piccola assemblea. – Gervaise è stato molto cortese nell’offrire la propria ospitalità.
Pam mi fissò inarcando un sopracciglio; entrambe sapevamo che Gervaise ci avrebbe rimesso la testa, se non avesse offerto la suddetta ospitalità.
– Risiedere presso Gervaise può però essere soltanto una situazione temporanea – continuò Andre. – Dopo il disastro, siamo stati a New Orleans parecchie volte. Ho qui un rapporto sulle condizioni delle nostre proprietà.
Anche se nessuno dei vampiri si mosse, percepii che il loro interesse si era acuito.
– Il quartier generale della regina ha perso la maggior parte del tetto, motivo per cui l’acqua ha provocato danni estesi al secondo piano e nell’area del sottotetto. Inoltre, una grossa porzione di un altro tetto è atterrata dentro l’edificio, causando un ammucchiarsi di detriti e alcuni buchi nelle pareti… problemi del genere. Attualmente stiamo asciugando l’interno, e il tetto è ancora coperto da un telone di plastica blu. Uno dei motivi per cui sono venuto fin qui è quello di trovare un imprenditore edile disposto a cominciare subito i lavori per la ricostruzione del tetto. Finora però non ho avuto fortuna, quindi ho bisogno dell’aiuto di chiunque di voi abbia una qualche influenza personale presso umani che svolgano quel tipo di lavoro. Al pianterreno, poi, ci sono stati una quantità di danni estetici, dovuti al fatto che l’acqua vi è penetrata, e ci sono anche danni arrecati da saccheggiatori.
– Forse la regina dovrebbe rimanere a Baton Rouge – suggerì Clancy, con malizia. – Sono certo che Gervaise sarebbe sopraffatto dalla gioia all’idea di ospitarla a tempo indefinito.
A quanto pareva, Clancy era un idiota con aspirazioni suicide.
– Una delegazione dei maggiorenti di New Orleans è venuta a trovare la nostra regina a Baton Rouge, per chiederle di ritornare in città – proseguì Andre, ignorandolo completamente. – I capi umani pensano che se i vampiri faranno ritorno a New Orleans, anche i turisti riprenderanno ad affluirvi. Nel frattempo – continuò, fissando su Eric il proprio sguardo gelido, – la regina ha parlato con gli altri quattro sceriffi in merito all’aspetto finanziario connesso al restauro degli edifici di New Orleans.
Eric reagì con un cenno del capo quasi impercettibile. Impossibile dire quali fossero i suoi sentimenti all’idea di essere tassato per le riparazioni necessarie alla regina.
Fin da quando era stato dimostrato che Anne Rice aveva ragione nel sostenere la loro esistenza, New Orleans era stata il posto in cui convergevano i vampiri e quanti desideravano trovarsi a contatto con loro. Quella città era stata per i vampiri come una sorta di Disneyland, ma dopo Katrina tutto questo era andato a rotoli, naturalmente, insieme a molte altre cose. Perfino Bon Temps stava risentendo degli effetti della tempesta, fin da quando Katrina si era abbattuto sul nostro stato, perché era ancora affollata di persone che erano fuggite dal sud.
– Cosa puoi dirci della tenuta che la regina usava per gli intrattenimenti? – domandò Eric. La regina aveva acquistato un vecchio monastero alla periferia del Garden District al fine di poter intrattenere un elevato numero di persone, vampiri e non. Anche se circondata da un alto muro, la tenuta non era ritenuta facile da difendere (dal momento che era un edificio storico registrato come tale, e quindi inalterabile, non era possibile bloccarne le finestre), perciò la regina non vi poteva risiedere. Io consideravo quel posto un po’ come la sua dependance per le feste.
– Non ha subito molti danni – replicò Andre. – Anche lì ci sono stati dei saccheggiatori che, naturalmente, hanno lasciato traccia del loro odore. – I vampiri erano secondi soltanto ai mannari nella loro capacità di seguire delle tracce. – Uno di essi ha sparato al leone.
Questo mi dispiacque. In un certo senso, quel leone mi piaceva.
– Vi serve aiuto per prendere i responsabili? – chiese Eric.
Andre si limitò a inarcare un sopracciglio.
– Lo chiedo soltanto perché so che siete numericamente scarsi – precisò Eric.
– No, ce ne siamo già occupati – rispose Andre, con appena un accenno di sorriso.
Cercai di non pensare a cosa questo sottintendesse.
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