Riley Jenson non è una donna come tutte le altre. Per essere precisi, non è neppure un essere umano come tutti gli altri: metà lupo mannaro e metà vampiro, grazie al suo retaggio misto Riley è dotata di una straordinaria resistenza fisica e di notevoli poteri psichici. Tutte queste qualità le tornano utili per il suo lavoro di coordinatrice presso il Dipartimento, organizzazione che si occupa del controllo delle specie soprannaturali. Quando il suo gemello Rhoan, Guardiano del Dipartimento, scompare e l’affascinante vampiro Quinn bussa, nudo e infangato, alla sua porta, Riley capisce di essere in pericolo di vita: tra misteriosi attentati e fortissimi cloni, tutti sono una potenziale minaccia, persino Talon e Misha, gli amanti di Riley.
Black Moon – L’alba del vampiro è forse una traduzione impropria per Full Moon Rising, dell’australiana Keri Arthur, di cui la Newton ha già pubblicato il racconto Sogni nel volume collettivo L’ora dei vampiri. Le avventure di Riley Jenson pongono l’accento più sulla natura mannara che su quella vampiresca della protagonista, e se anche i non morti sono presenti all’interno del romanzo, non svolgono il ruolo di protagonisti assoluti ma di comprimari in un universo di fantasy urbano (la vicenda è ambientata a Melbourne) popolato soprattutto da umani, mannari, mutanti, dhampiri e persino da rari tritoni.
Molto vicina a Laurell K. Hamilton (creatrice della Sterminatrice di vampiri Anita Blake) e a Charlaine Harris (‘madre’ della cameriera telepate Sookie Stackhouse) sotto il profilo stilistico, Keri Arthur costruisce una vicenda nel complesso ben congegnata ma non priva di magagne: alcuni elementi della trama risultano facilmente anticipabili da un lettore esperto, e molte situazioni sanno di già visto per chi ha conosce la letteratura fantahorror degli ultimi anni. Il finale del romanzo tuttavia, reticente al punto giusto, lascia aperti buoni spunti per il prosieguo della saga, che attualmente conta nove volumi (Kissing Sin, Tempting Evil, Dangerous Games, Embraced in Darkness, The Darkest Kiss, Deadly Desire, Bound to Shadows e Moon Sworn) in versione originale.
Riley e il vampiro Quinn risultano gli unici personaggi ben caratterizzati, seppure a volte ingabbiati negli stereotipi di genere: lei è forte, indipendente, selvaggia, sessualmente libera e pericolosa, lui seducente, non completamente affidabile e affascinante. Agli altri attori della vicenda l’autrice riserva tutto sommato poco spazio, a cominciare dal gemello di Riley, Rhoan, introdotto piuttosto tardi nell’arco narrativo e, proprio per questo, doppiamente bisognoso di una presentazione efficace.
Lo stile della Arthur è scorrevole e la narrazione in prima persona aiuta il lettore a empatizzare con la protagonista Riley. Tuttavia, nonostante l’ispirazione hamiltoniana, Black Moon non riesce a raggiungere i picchi di sarcasmo e ironia della collega americana nelle avventure di Anita Blake.
Buona la ricostruzione e la descrizione delle scene di combattimento, presenti ma non eccessive.
Black Moon è un buon romanzo per gli amanti del genere fantahorror condito con un pizzico di erotismo: pur senza essere un libro sopra la media, ricostruisce una realtà alternativa nel complesso ben congegnata, che lascia sperare in un miglioramento delle trame nel corso dei successivi libri della serie; la Arthur è brava a giocare con il suo pubblico, per fidelizzarlo almeno fino al prossimo romanzo.
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