“…la porta della casa si aprì e una vecchia decrepita venne fuori piano piano. […].
Ma la vecchia era una strega cattiva che attendeva con impazienza l’arrivo dei bambini e, per attirarli, aveva costruito la casetta di pane. Quando un bambino cadeva nelle sue mani, lo uccideva, lo cucinava e lo mangiava; e per lei quello era un giorno di festa."
La strega descritta in queste righe dai fratelli Grimm è probabilmente una delle più note della tradizione occidentale. Brutta, vecchia e crudele, riesce a catturare facilmente Hänsel e Grethel nell’omonima fiaba ma alla fine viene sconfitta.
In questi brevi tratti sono rispecchiate alcune delle caratteristiche salienti delle streghe nell’immaginario popolare: l’aspetto sgradevole, rivelatore in qualche modo della bruttezza dell’animo stesso della donna, la crudeltà e le sue capacità come tentatrice.
Anche le streghe raffigurate da Francisco Goya nell’incisione Linda maestra! alla fine del XVIII secolo sono vecchie e brutte, ma non rinunciano al ruolo di tentatrici, come sottolinea la loro nudità. E il fatto che siano capaci di volare su una scopa ne evidenzia i poteri magici, frutto di un patto col diavolo. Prima di diventare streghe, però, il ruolo delle donne capaci di compiere magie non era solamente questo.
“Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina” afferma Morgana nella prima riga de Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley.
Regina e amante, che amando rigenera la terra in cui vive. Sacerdotessa e maga, perché i sacerdoti della sua religione sono in grado di compiere magie. Camminano fra le nebbie per raggiungere luoghi inaccessibili ai più, sono capaci d’influenzare il destino degli uomini e soprattutto compiono riti di fertilità nei quali i sovrani come lei, legati alla Terra, contribuiscono al suo benessere.
Secondo etnologi e storici delle religioni la magia è una pratica ancestrale che, in forme a volte molto diverse fra loro, si ritrova e si trasforma all’interno di qualsiasi cultura.
I magi, nell’antica accezione del termine, erano dotati di poteri extra-ordinari quali la capacità d’interpretare i sogni o di influenzare in vario modo la realtà.
Spesso la magia opera a distanza in modo meccanico in base a principi di similitudine (cose simili sono in contatto fra loro), di contiguità (le cose che in passato sono state in contatto possono continuare a influenzarsi reciprocamente) e di contrarietà (si agisce su una cosa operando sul suo opposto). Alla base di queste operazioni c’è la convinzione dell’esistenza di una forza naturale sulla quale può agire la volontà del mago.
La forma di magia alla quale più spesso sono associate le donne è quella della fertilità, della guarigione e della rigenerazione. Ma la fertilità è legata alle pratiche sessuali, e da qui c’è solo un piccolo passo per giungere alla tentazione.
Come ogni cosa, anche la magia può avere intenti benefici o malefici, che la fanno definire bianca o nera. Quest’ultima, il rovescio della medaglia, o il lato oscuro della luna secondo alcune credenze, è diventata sinonimo di stregoneria.
Già nel diritto romano esistono leggi specifiche atte a punire i crimini eseguiti tramite la magia. Ma è solamente nel Medioevo che inizia un vero e proprio attacco alla stregoneria, inizialmente accostata all’eresia. In un primo momento sono gli uomini i principali bersagli della caccia alle streghe. In breve, però, l’attenzione si sposterà sulle donne proprio grazie a miti legati alla fertilità e alla dea psicopompa Ecate. La sua capacità di viaggiare liberamente fra il mondo degli uomini, quello degli dei e il regno dei morti, la sua associazione ai cicli lunari, la sua triplice rappresentazione come fanciulla, madre e vecchia e il suo ruolo di protettrice dei cani, spesso visti come mastini infernali, hanno finito per nascondere agli occhi della cultura ellenistica prima e degli inquisitori cristiani poi gli aspetti benevoli di fertilità e fonte di vita per evidenziarne al contrario le funzioni di dea della stregoneria e regina degli spettri.
Ecco allora che la fertilità e la nascita, con tutto ciò che vi era associato, iniziarono a essere guardate con sospetto, e levatrici e donne esperte di erbe e medicine furono spesso additate quali streghe. A questo contribuirono anche le credenze su esseri mitologici quali le striges, creature composite costituite in parte da donne e in parte da rapaci notturni dedite a dissanguare e assassinare i fanciulli o a dissotterrare i cadaveri per compiere le loro turpi magie.
Possiamo ritrovare echi di queste vicende nella moderna narrativa fantasy.
Parlando dell’isola di Avalon, persa nelle nebbie e irraggiungibile per la maggior parte della gente, la Zimmer Bradley scriveva che “i preti, pensando che questo usurpi la potenza del loro Dio, hanno chiuso le porte (che non furono mai porte se non nelle menti degli uomini) e il percorso conduce soltanto alla loro Isola. E affermano che quel mondo, se esiste, è il dominio di Satana, la porta dell’Inferno.” E in un mondo dominato dai sacerdoti cristiani Morgana si trova costretta a celare le sue convinzioni e il suo ruolo all’interno dell’antico credo per evitare di essere additata come strega e perseguitata.
In tutt’altro contesto le Aes Sedai create da Robert Jordan, donne sapienti e dotate di poteri magici, sono costrette ad agire in incognito perché mal tollerate se non proprio avversate. I Figli della Luce, un ordine che per certi versi ricorda l’Inquisizione, le combatte apertamente così come la Chiesa ha combattuto eresia e stregoneria, ma anche sapienti e donne esperte di erbe in alcuni territori di quel mondo estremamente complesso che è La Ruota del Tempo sono guardate con sospetto e a volte sono costrette a nascondere le proprie conoscenze.
Accanto a queste figure potenti e capaci d’incutere timore l’immaginario popolare conosce un altro tipo di strega: la truffatrice capace di approfittare della credulità altrui.
Una famosissima incisione di Pieter Bruegel il Vecchio, vissuto fra il 1525 circa e il 1569, ritrae La strega di Malleghem al lavoro. Nella lingua fiamminga del ‘500 mal è il pazzo, mentre ghem indica genericamente un luogo di abitazione, perciò la strega si trova in un paese di pazzi che, secondo la tradizione, erano straordinari consumatori di ogni tipo di pozione o medicinale e quindi erano facile preda dei ciarlatani.
In questo caso le persone stanno accorrendo dalla strega per farsi estrarre dalla testa la pietra della follia. Ancora la tradizione, infatti, affermava che la follia si trovava nella testa delle persone sotto forma di pietra, e che l’estrazione di quest’ultima avrebbe comportato una completa guarigione.
La strega, posizionata al suo tavolo di lavoro, mostra a una folla trepidante la pietra che ha appena estratto come prova delle proprie capacità mentre uno dei suoi complici, nascosto sotto al tavolo stesso, fruga in una cesta per passarle nuove pietre da sfoggiare agli astanti. Le sue labbra sono chiuse da un lucchetto che allude al segreto necessario al buon esito della truffa, e gli abitanti del villaggio, che non si sono accorti di nulla, sfoggiano pietre delle più svariate dimensioni a riprova della loro stoltezza.
Donna legata al demonio o truffatrice, l’immagine della strega che ci hanno trasmesso i secoli passati è comunque negativa, ma forse nella nostra percezione qualcosa sta cambiando.
Nella saga dedicata ad Harry Potter J.K. Rowling definisce streghe le sue protagoniste, indipendentemente dal fatto che siano buone o cattive. Il termine torna ad avere una dignità pari a quella del suo corrispondente maschile stregone, sottolineando che non è la capacità di compiere magie a essere negativa, ma l’uso che si fa della magia stessa. Se già da tempo lo stregone era spesso assimilato al mago, allo sciamano o al sapiente, anche la figura femminile sta acquisendo nuove sfaccettature. Così, pur con tecniche magiche e ruoli diversi all’interno delle rispettive saghe, Minerva McGranitt può accostarsi al tolkieniano Gandalf da pari a pari, come persona dotata di un particolare talento e della capacità e della volontà di agire per il bene della comunità in cui vive.
Le streghe stanno cambiando e forse avranno ancora nuovi volti da mostrarci in futuro perché la loro storia non può avere una fine, almeno finché continueranno a essere vive nel nostro immaginario.
4 commenti
Aggiungi un commentoArticolo molto interessante, soprattutto per me che mi occupo di filosofia occulta. Mi permetto di aggiungere qualcosa anche per questo. Ci sono due tipi di magia: quella colta, che è vera magia, e quella popolare, che è solo superstizione. La prima si basa su un insieme di credenze filosofiche, metafisiche e psicologiche proprie del mondo pagano ma che hanno influenzato anche quello cristiano, per quanto si cerchi di nasconderlo. Poi per chi è credente esistono forze superiori, demoni e angeli, ma il fondamento vero della magia è sempre stato quello di vivere in simbiosi con la natura. L'astrologia, le rune, i tarocchi, i simboli e gli incantesimi non sono altro che modi per mettere in contatto il microcosmo umano con il macrocosmo universale.
E poi c'è quella che consente alla marmotta di confezionare la cioccolata...
E non dimentichiamoci dei biscottini della fortuna cinesi!!!
Martina, molto interessante il pezzo, compliments!
Complimenti per l'articolo Martina!
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