"E vissero tutti felici e contenti".
Così ci hanno insegnato, fin da piccoli, all’epilogo di ogni fiaba. Ma siamo proprio sicuri che sia andata effettivamente così?
Noi di FantasyMagazine, dopo mesi di appostamenti degni dei migliori paparazzi, possiamo fornirvi ora un ricco reportage che documenta come, in realtà, per centinaia di anni, siamo stati tutti vittime di una enorme menzogna!
Sì, cari lettori, dopo La Grande Truffa del R’n’R, eccovi La Grande Truffa dell’Editoria Fiabesca.
Fin dai tempi di Gutemberg, le lobby delle case editrici ci hanno spinti a comprare libri di fiabe, speculando sulla voglia di sognare di noi lettori e assoldando una pletora di psicologi prezzolati che ci hanno spiegato e rispiegato quanto le fiabe siano importanti ai fini di una corretta strutturazione della personalità durante l’età evolutiva. Ma la nuda verità è che le fiabe come le conosciamo noi non esistono, si tratta di manipolazioni della realtà pensate dai governi mondiali (e conferite in licenza agli editori per lo sfruttamento economico delle stesse) al fine di illuderci che, dopo pericoli e tribolazioni, tutto si aggiusterà. In questo modo sopporteremo stoicamente tutte le angherie e le vessazioni da parte della politica, convinti non solo – come l’ingenuo Candide voltairiano - che questo sia “il migliore dei mondi possibili”, ma anche di veleggiare verso un mondo ancora migliore.
Non ci credete? E vabbé, carta canta, cari lettori FMiani: eccovi subito la prima prova fotografica, in cui potete osservate che fine ha fatto Cenerentola:
Una settimana dopo le nozze col Principe, ha capito che questi aveva preso moglie unicamente per approvvigionare di carne fresca, tramite la futura prole, la madre orchessa. Quando Cenerentola ha scoperto casualmente – origliando una conversazione fra il marito e il ciambellano di corte – gli orrendi progetti in serbo per i suoi piccoli, è scappata a Denver, dove aveva localizzato nel frattempo una vecchia zia. Ma è caduta dalla padella nella brace: la zia si è rivelata una megera peggio della matrigna e l’ha ridotta di nuovo al ruolo di sguattera personale. La povera Cenerentola si è infine rassegnata al suo infame destino e ha trovato rifugio nell’alcool. Così, ogni sera, si reca al Puledro Impennato del Rodeo, il club più in voga fra gli allevatori di bestiame locali, e si abbandona all’oblio con una bottiglia di Jack Daniel’s.
Non è andata meglio a Biancaneve.
Avendo rifiutato di negoziare un accordo prematrimoniale, nonostante il parere contrario del suo avvocato, si è ritrovata con un’amara sorpresa, senza possibilità di ottenere alcun risarcimento: il marito, che in gran segreto era già stato diseredato dal padre prima delle nozze perché aveva dilapidato una cifra folle alle corse dei cavalli, l’ha riempita di figli e rifiuta di trovarsi un lavoro per mantenerli. Così Biancaneve deve ora dividersi fra i pargoli e un’occupazione part-time (che fra l’altro ha consentito alla famiglia di affittare il monolocale dove risiede attualmente la famigliola dopo lo sfratto dalla reggia): la principessa fa dunque la traduttrice simultanea di Umano-Animalese, con specializzazione in Scoiattolese e Puzzolese.
In realtà non ha mai incontrato il Lupo, perché anzitutto si è persa nel bosco; poi, una volta trovata l’uscita, si è ritrovata nei pressi di un’autostrada dove, qualche km più avanti, ha scoperto un autogrill con annesso McDonald’s. E da allora continua a fare la spola fra quest’ultimo e il bosco, in attesa di agganciare finalmente il Lupo (tuttora dato per disperso, anche se si vocifera che sia diventato latitante dopo una brutta accusa di pedofilia) e di mandare finalmente avanti la fiaba. E si sa che, con la dieta dei fast food la linea e la salute non ci guadagnano di certo, come del resto si può ampiamente constatare dalla foto… Nel frattempo la nonnina è morta d’inedia, perché aspettava gli approvvigionamenti dalla nipotina… Campa cavallo!
Ma veniamo alla Bella Addormentata:
Il povero Principe Azzurro ha provato e riprovato a svegliarla, ma la strega cattiva aveva imbevuto la punta del fuso con un micidiale cocktail a base di Tavor, Alcion e Roipnol. Risultato: nell’attesa del risveglio, il Tempo ha fatto il suo impietoso corso e ora i due promessi vivono entrambi a Villa Radiosa, elegante casa di riposo per anziani facoltosi, con la speranza che un giorno o l’altro Rosaspina smaltisca finalmente la dose di psicofarmaci ingerita e si riabbia dal coma farmacologico indotto. Naturalmente, non appena ciò accadrà, la giovinezza esteriore forzatamente conservata dalla principessa si dissolverà all’istante, esattamente come già capitò al suo amico di infanzia Urashimatarò quando stupidamente volle aprire lo scrigno donatogli dal re del mare.
Nel frattempo, i Regni dei due promessi sposi vegliardi sono diventate due Repubbliche presidenziali.
E a proposito di belle, eccovene un’altra, quella innamorata della Bestia.
I narratori cinque e settecenteschi si sono inventati di sana pianta tutta la faccenda, mentre la realtà era tutto molto più triste e semplice: Bella soffriva, fin dall’adolescenza, di uno sdoppiamento della personalità stile Jeckyll & Hyde che, al cambiamento psichico, faceva seguire anche un cambiamento somatico, trasformandola appunto in un essere mostruoso. Finita la crisi, tutto tornava normale per qualche giorno, poi la metamorfosi si ripeteva. La faccenda dell’innamoramento, delle nozze e del bel principe sotto mentite spoglie, non è dunque che un penoso tentativo di raccontare, sotto metafora psicanalitica, il duro cammino intrapreso da Bella, con l’aiuto del suo specialista di fiducia, per integrare i due aspetti della sua disturbatissima personalità.
Questa situazione è durata fino all’avvento degli Anni ’80, quando la Bella, stufa degli scarsi progressi, ha deciso di mandare al diavolo l’integrazione psichica e di concentrarsi a correggere per lo meno i disturbi somatici, intervenendo con appositi ritocchi sulla sua versione mostruosa, grazie all’equipe di chirurghi plastici consigliatale dalla sua cara amica Cher.
Non appena finita la convalescenza, effetti collaterali permettendo, Bella partirà in tournée con lei per effettuare ben dodici tappe nelle migliori balere della riviera adriatica. O almeno così assicurano i loro due impresari, il Gatto e la Volpe…
Non è andata meglio alla Principessa Jasmine, protagonista della rilettura disneyana di Aladino. Rammentate come fosse ansiosa di rompere gli schemi che relegavano la figura femminile ai soliti clichè arretrati?
Ebbene, proprio per questo, e anche perché aveva preso gusto a stare sullo schermo dopo l’esperienza del cartone animato, ha rifiutato il matrimonio e la famiglia, per darsi alla carriera cinematografica. Così si è trasferita a Hollywood per cercare di sfondare.
Ma le cose non sono andate molto bene e al momento continua a recitare in film di bassissimo budget, dove impersona sempre lo stesso ruolo di guerrigliera in trite brutte copie di Rambo.
Tuttavia, non ha smesso di sognare la grande svolta: corre voce che abbia recentemente partecipato al casting del B-movie ‘Toilet’, che si preannuncia addirittura come il degno successore di ‘Avatar’ al botteghino, dove rivestirebbe i panni di una scolaretta che si innamora di un vampiro sbrilluccicante…
Ed eccoci all’epilogo più triste, quello toccato alla Sirenetta: la piccola eroina ittica non si è sciolta in schiuma, come nella malinconica fiaba di Andersen che tutti conosciamo, né tantomeno ha sposato il principe come nella stucchevolmente zuccherosa versione disneyana...
No, la Sirenetta, proprio come Pinocchio, è stata inghiottita da un enorme pesce, che in seguito è stato pescato dalle lampare giapponesi ed è stato comprato al mercato di Tokyo da un catena di ristorazione locale. Qui è stato trasformato in appetitoso sushi in occasione di un importante pranzo d’affari fra due magnati dell’editoria nipponica. Notate come, al solito, l'ironia della sorte sembra voler così chiudere metaforicamente il cerchio di questo scandaloso rapporto tra fiabe e case editrici che abbiamo portato allo scoperto: è proprio il caso di dire, infatti, che gli editori si sono mangiati le fiabe a colazione.
E adesso, cari lettori FMiani, pensate pure quello che volete, ma poi non dite che non vi avevamo avvertiti…
La vera storia delle Principesse delle Favole
Un eccezionale reportage di FantasyMagazine che aprirà gli occhi al mondo intero. La vera fine delle Principesse delle Favole
Nota della redazione: trattasi di scherzo d'aprile. Speriamo che abbia fatto ridere voi come ha divertito noi prepararlo.
7 commenti
Aggiungi un commentoDavvero eccezionale, complimenti!!
Talmente agghiacciante da poter essere vero
mi sono cadute le squame di pesce dagli occhi : finalmente ci vedo l'illuminazione
Fortuna che Cappuccetto Rosso non si è persa in un bosco della Sardegna: conosco una barzelletta di ciò che fanno gli abitanti di un paesino di quella regione quando trovano qualcuno che si è perso. Davvero spassosa
Un pesce davvero interessante, peraltro degnamente concluso con quel piatto nippo-ittico ^^.
La parte iniziale, però, contiene un fondo di verità inquietante...
Attenti a statale 11 di Davide Camponeschi e Paolo Gidoni.. chiedono contributi esagerati, pubblicano il libro e si sottraggono da ogni onere.. So che hanno denunciato uno scrittore che stava avendo un po di successo con le sue armi, perche loro l avevano lasciato al palo come gli altri!! Passate parola!! Ma in tutto questo la finanza sta a guardare?? Comunque sono state avvisate le Iene!!
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