Accade di rado di potere leggere Steven Erikson al di fuori dei suoi romanzi, quindi i suoi interventi sul web sono desiderati e attesi dai fan.
Non molto tempo fa, l'autore di La Caduta di Malazan ha postato delle considerazioni sul suo processo di scrittura analizzando un brano del conclusivo (e attesissimo) romanzo della saga: The Crippled God.
The Snake è un gruppo di bambini in fuga, tra essi c'è una ragazza che si chiama Badalle, e altri come Saddic, Rutt e il piccolo Held.
Non sanno dove sono diretti, ma solo che il luogo da cui provengono è divenuto intollerabile.
Viaggiano quindi nel il deserto, dove i nemici sono gli Shards - locuste carnivore - ma anche nugoli di mosche (e questo è un riferimento a Deadhouse Gates) che ronzano attorno a loro come nella testa del lettore.
Erikson ci racconta come è nato questo brano e cosa deve emergere da esso: la volontà è descrivere lo spostamento del gruppo nell’ambito di una situazione di sofferenza e privazioni tipica delle zone di guerra, attraverso gli occhi del personaggio femminile che vede crescere il proprio potere magico.
La sfida che egli pone a se stesso è ovviamente di rendere il tutto interessante e suggestivo.
L’autore definisce la propria scrittura "ellittica", ovvero composta di più capitoli "aperti", ognuno dei quali oltre ad analizzare un personaggio dal suo punto di vista, ne fa sentire la voce e scava nei ricordi e personalità di ognuno, compresi cenni ad altre sezioni della saga: la conseguenza è che la narrazione ha un filo continuo di base ma ruota continuamente su se stessa, stratificando senza fine "le meraviglie della parola scritta".
Nell’ambito di questa ottica, Erikson dà un esempio del proprio auto editing: ciò che deve risaltare da ogni frase non è solo un messaggio razionale o formale, ma la sensazione che tale frase sia "giusta" a livello istintivo.
In quanti modi si può parlare di uno sciame di farfalle bianche come ossa sotto un sole spietato, un’ultima illusione di ombra durante un cammino che non concede scampo?
Eppure, uno solo di questi modi è quello giusto.
5 commenti
Aggiungi un commentoOttimo stile e grande inventiva: è sempre bello imparare dai migliori
Quoto, approvo e sottoscrivo
Ma da quando l'ultimo libro si chiamerebbe the crimson king? Non era "The crippled god"?
Infatti è ancora quello il titolo...e lo stesso vale per il secondo romanzo, Deadhouse Gate, non Deadgate House.
Grazie Oberyn e Jong,
ora l'articolo è stato emendato!
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