Un ladro costretto dalle circostanze a rivestire i panni di un eroe impegnato in un’importantissima cerca. Al suo fianco un eterogeneo gruppo di compagni fra i quali spiccano una principessa elfica, uno gnomo, un nano e un giullare di corte. E un vastissimo esercito composto da creature mostruose che marciano sotto al vessillo nero del Senza Nome.
In Harold il ladro sembrano comparire tutti gli elementi della fantasy epica già visti in innumerevoli storie. A prima vista quello che cambia sembrerebbe essere solo la nazionalità del suo autore, il russo Alexej Pechov.
Ultimamente i confini del genere si sono allargati. Se una volta la fantasy proveniva esclusivamente dai paesi anglofoni, e quindi i suoi autori avevano un bagaglio culturale comune, negli ultimi anni stiamo assistendo alla traduzione di opere provenienti dai più svariati Paesi. E così dopo Sergej Luk’janenko con i suoi Guardiani della notte ecco arrivare un autore dall’impostazione certamente più classica che prova a rinnovare con la sua diversa sensibilità un tipo di storia nella quale si sono già cimentati tanti altri autori.
Pechov, nato nel 1978, si è laureato in ortodonzia a Mosca, ed è sposato con Elena Bychkova, una giornalista e scrittrice di fantascienza insieme alla quale ha firmato alcuni romanzi.
Harold il ladro, pubblicato originariamente in Russia nel 2002 con un titolo che si potrebbe tradurre come Stealth in The Shadows e successivamente rinominato Shadow Prowler, è il primo volume della trilogia Le cronache di Siala.
La versione inglese dei titoli originali russi è indicata da Macmillan, il gruppo editoriale statunitense che ha deciso d’importare oltreoceano le opere di Alexej. Il traduttore per Pechov – con la traslitterazione dal cirillico all’inglese il cognome è diventato Pehov – è Andrew Bromfield, già traduttore, fra le altre cose, dei volumi di Luk’janenko. E al suo lavoro si è affidato anche Fanucci, che ha optato per una traduzione dall’inglese piuttosto che per una dalla lingua madre.
Nel 2002 Harold il ladro è stato premiato a Karkov, in Ucraina, come miglior opera d’esordio nei generi fantasy e avventura. La serie, completata lo stesso anno da Dganga Dance with Shadows e da Blizzard of the Shadows, ha successivamente ricevuto il massimo riconoscimento russo, il Silver Kaduzei.
Dai romanzi, popolarissimi in Russia, sono stati realizzati alcuni giochi di ruolo ed è in fase di sviluppo un videogioco.
L’opera successiva, Under the Sign of the Mantikor, datata 2004, è stata premiata alla convention di Kiev per l’abilità letteraria dimostrata dal suo autore, ed è stata indicata come il libro dell’anno dalla più importante testata russa dedicata al genere, World of Fantasy.
Fra le altre opere di Pechov possiamo citare Selectors of a Wind, del 2005, e The Wind of a Wormwood, del 2006, appartenenti alla serie The Wind and the Sparks, anch’esse vincitrici del Silver Kaduzei. Nel 2006 Alexej ha pubblicato anche l’antologia di racconti The Dark Hunter.
Il risvolto di copertina:
Un’immensa armata si sta radunando: migliaia di giganti, ogre e altre creature stanno raccogliendo le forze da tutte le Terre Desolate, unite per la prima volta sotto un unico vessillo nero. Entro la primavera, colui che è conosciuto come il Senza Nome raggiungerà con il suo esercito le mura della grande città di Avendoom. A meno che Harold l’Ombra, uno dei ladri più abili al mondo, non trovi un modo per fermarlo. Solo raggiungendo i tenebrosi Palazzi d’Ossa e recuperando il Corno dell’Arcobaleno ci sarà una possibilità di salvezza. Su incarico del re, Harold accetta di partire per un lungo viaggio verso la desolata Hrad Spein, mentre altre forze oscure minacciano la quiete di Siala, come il misterioso Maestro e i suoi temibili servitori, che con l’aiuto delle armi e dell’antica magia sciamana vogliono ostacolare la missione. Compagni d’avventura nel suo cammino saranno un’affascinante principessa elfica, Miralissa, la sua scorta, dieci Cuori Selvaggi, i guerrieri più esperti e mortali del mondo, uno gnomo, un nano... e il giullare di corte. In una potente commistione di reminiscenze della fortunatissima saga di Elric di Melniboné di Michael Moorcock, Harold il ladro è un’opera che dona nuova vita al genere fantasy, grazie a una forza narrativa unica, che immerge il lettore nel magico regno di Siala.
Alexej Pechov, Harold il ladro (Shadow Prowler, 2002), Fanucci, Collezione immaginario fantasy.
Pag. 407, 18,00 €, ISBN 9788834716212
7 commenti
Aggiungi un commentomai che le principesse elfiche siano grasse e racchie
non per fare spoiler, ma non è che questa "affascinante" sia problio coem te la immagini...
commento qui perchè non ho trovato una discussione all'uopo in leggere fantasy
(se serve, mods, spostate pure e scusate)
ho preso il libro sfruttando lo sconto 50%, e devo ammettere che mi ha piacevolmente impressionato.
la storia (peccato interrotta sul più bello, non se se dalla Fanucci o se anche l'orginale era così) non è certo una novità
il regno minacciato dalle ombre, uno (o più) cattivi che tramano nell'oscurità, elfi-nani-orchi-gnomi-goblin-demini-non morti e credo anche qualche accenno ai draghi, i soliti maghi imbecilli ed il solito malcapitato predestinato a salvare il regno. (niente vampiri, per fortuna!)
Fortunatamente questo romanzo è pervaso di un verve umoristica che ricorda il miglior eddings, ed i personaggi sono sempre diversi da come te lo aspetti
il personaggio principale è un ladro, un simpatico farabutto che sembra un incrocio tra Silk e Jim DiGriz, prendendo le parti migliori di entrambi e rendensosi simpatico fin da subito, preso nelle grinfie di un incarico dovuto alla sua fama di esserre il miglio ladro del regno e trascinato nella macina di una profezia...
la storia è ben congegnata, con sviluppi interssanti e strati diversi di narrazione, e, nonostatnte certe trovate me le aspettassi (non sono proprio di primo pelo, eh, certe cose ormai le intuisco in fretta) il modi di narrare la vicenda ha reso la lettura molto piacevole.
la letteratura dell'est mi sta piacendo molto, per ora
speriamo arrivino anche altri bei romanzi.
Grazie Jirel, ero un po' curioso riguardo a questo libro e il tuo commento mi è di grande aiuto
Ho letto anche io questo libro e confermo le buone sensazioni di Jirel.
Aggiungo un appunto, però: durante la fase del viaggio, c'è una evidente confusione sugli spostamenti di un personaggio (Anguilla) che viene prima fatto sparire, poi pare sia presente, poi ancora sparito in almeno un paio di occasioni.
Non ho capito se si tratta di un errore di traduzione dal russo all'inglese, se dall'inglese all'italiano o proprio di un errore dell'autore, fatto sta che pur non pregiudicando la lettura la cosa mi abbia dato fastidio perchè parecchio evidente.
Peccato sia troncato in maniera brutale, aspetto con trepidazione il seguito.
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