Avevamo già parlato della decisione di Silvana De Mari di riscolvere il contratto che la legava a Salani e di pubblicare on line gratuitamente, sul proprio blog, L'Ultima Profezia (/notizie/11881/).
La probabile ipotesi che la bravura della scrittrice potesse trovare facilmente un altro editore disponibile alla pubblicazione, senza che le venisse imposto un editing invasivo come quello da lei lamentato quando era ancora in casa Salani, è oggi una realtà: questo editore si è infatti palesato nella persona di Fanucci, con cui la De Mari ha già pubblicato il bellissimo Gatto dagli occhi d'oro.
E la stessa De Mari ad annunciarlo nel suo blog, ringraziando comunque la Salani che l'ha portata alla notorietà. Anche questo, un riconoscimento onesto e dovuto che le fa onore.
Il testo dell'Ultima Profezia è stato dunque eliminato dal blog, in attesa di vedere la luce, entro Natale, sotto quella forma di parallelepipedo tanto cara a noi lettori.
Una lezione da assimilare per tutti gli scrittori e una riprova che l'anticonformismo e la coerenza non solo pagano, ma lo fanno con gli interessi.
2 commenti
Aggiungi un commentoIl quarto libro mi è piaciuto molto,quasi come L'ultimo orco. In quest'ultimo romanzo i due personaggi principali finalmente si incontrano in un'altra dimensione imprevista ed imprevedibile,ma non per questo meno significativa. Inoltre la personalità del capitano acquisisce uno spessore incredibile attraverso il suo "viaggio" nel mondo degli orchi. L'ho trovato un personaggio fantastico soprattutto perchè molto credibile. E' uno dei pochi (forse l'unico) uomo descritto da una donna senza sbavature romantiche o eroiche eppure è un personaggio epico che evoca le gesta descritte da Omero. Questa quadrilogia è ,secondo me, tra i libri più belli che ho letto fino ad ora per gli alti contenuti morali e per l'intreccio.
è un vero peccato che molti non la leggano perchè prevenuti, in quanto hanno letto il blog della De Mari, non l'hanno capito affatto perché hanno guardato ai toni e non alla sostanza, e quindi hanno paura di 'contaminarsi'
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